davigo big

''ANM E CSM SONO DOMINATI DALLE SOLITE CORRENTI''. COSÌ DAVIGO MOLLA L'ASSOCIAZIONE MAGISTRATI PER FARSI LA SUA. E SQUARCIA IL VELO DI PRESUNTA INDIPENDENZA DELLE TOGHE: ''NON C'È NESSUNA TRASPARENZA, LE CARRIERE SI DECIDONO IN BASE ALLE APPARTENENZE. DENUNCIAI LE NOMINE A PACCHETTO, LA FINTA UNANIMITÀ. HO RIFIUTATO LE POLTRONE''

Liana Milella per ''la Repubblica''

DAVIGO - COLOMBO - DI PIETRODAVIGO - COLOMBO - DI PIETRO

 

 

Davigo che succede? Perché abbandona la nave che ha guidato fino a qualche mese fa?

«Era tempo che insistevamo sulle stesse questioni, peraltro già nel programma. Avevamo chiesto di istituire un gruppo di lavoro per verificare le nomine del Csm. C' è voluto quasi un anno. Alla fine ho detto che quello che stava accadendo era inaccettabile ».

 

Perché? Che cosa succede al Csm con le nomine?

DAVIGO 1DAVIGO 1

«Primo. I criteri non sono comprensibili, i colleghi non li capiscono. Secondo. Ci sono scelte in contrasto con quello che abbiamo sempre detto e che sembrava condiviso anche dagli altri gruppi, come consentire oggettivi vantaggi a chi rientra in magistratura da una posizione fuori ruolo. Terzo. Destinare a funzioni direttive o semi direttive colleghi che provengono da settori diversi della magistratura, per esempio dal civile al penale».

 

In soldoni, lei ha chiesto di mettere in mora il Csm sulle nomine e gli altri hanno risposto picche?

DAVIGODAVIGO

«Abbiamo posto la questione con maggiore fermezza e approvato un documento per chiedere al Parlamento di inserire nel ddl sulle toghe in politica l' obbligo di destinare a funzioni non giurisdizionali chi è stato eletto. Unicost e Area sono state d' accordo, no solo da Mi. Ma poi un magistrato che torna in ruolo dopo due mandati parlamentari viene proposto come presidente di un tribunale... Allora abbiamo chiesto di intervenire visto che i gruppi al vertice dell' Anm sono gli stessi che al Csm fanno le nomine, per cui non ci possono essere posizioni diametralmente opposte».

 

Ma ci sono casi concreti che hanno scatenato la faccenda?

«Per esempio quello di un magistrato che fa domanda per diventare consigliere di Cassazione e il Csm non lo nomina. Immediata rivolta nelle mailing list in cui si dice che è bravissimo».

DAVIGO DI PIETRO COLOMBODAVIGO DI PIETRO COLOMBO

 

E chi sarebbe costui?

«Non lo dico, perché non è questione di nomi, ma di metodo. Il direttivo di Area, dopo le proteste dei colleghi, ha invitato il Csm a valutare meglio il caso. Risultato? Non lo nominano lo stesso, ma lo propongono come presidente di un tribunale...».

 

Lei che criteri ha chiesto?

«Trasparenza totale, i curricula devono essere accessibili a tutti i colleghi che debbono potersi fare un' idea precisa del perché è stato scelto uno piuttosto che un altro. A parole tutti sono d' accordo, ma di fatto la trasparenza non c' è».

piercamillo davigopiercamillo davigo

 

Tutto questo giustifica la spaccatura dell' Anm?

«Loro dicono che "Autonomia e indipendenza" (la corrente di Davigo, ndr), vorrebbe che l' Anm facesse il cane da guardia del Csm, ma noi pensiamo solo che bisogna dare una mano al Csm a non sbagliare. Ci hanno risposto di no».

 

Perché, da presidente, non si è imposto contro il Csm?

«Certo che l' ho fatto, sempre e con insistenza, ho perfino minacciato di dimettermi.... E comunque ricordo bene che in un' assemblea a Milano, parlando delle nomine a pacchetto, dissi che l' unanimità nascondeva la spartizione (era l' 8 giugno 2016, Davigo disse: "Uno a me, uno a te, uno a lui» e si scatenò la polemica, ndr)».

 

Lo sa che l' accusano di aver rotto solo per avere mani libera nella prossima campagna per il nuovo Csm nel 2018?

associazione nazionale magistrati in protesta contro il governo renziassociazione nazionale magistrati in protesta contro il governo renzi

«Questo è un argumentum ad hominem...».

 

E sarebbe?

«Quando invece di confutare un' affermazione, attacchi chi la formula. Tu dici "fuori piove" e quello replica "sei un fascista". Rispondano sul merito delle questioni delicate che riguardano l' intera magistratura. Come fanno a non capire che il clientelismo alla lunga non paga perché, come dice uno di un altro gruppo, tu hai cinque aspiranti, devi sceglierne uno, crei un ingrato e quattro nemici. Cioè ti fai più nemici che amici. Se non ci sono più regole comprensibili e condivise succede così. E non si rendono conto che ormai c' è disaffezione da parte dei magistrati sia verso il Csm che verso l' Anm».

 

Il presidente Albamonte è furibondo, l' accusa di scorrettezza...

«Voglio pensare che le sue dichiarazioni siano dettate dal disappunto per il mancato accordo, perché sono ingenerose. Lui ha criticato la mia giunta dove le decisioni sono sempre state prese all' unanimità. O pensa forse che la gente si fa intortare da me? Con lui ho già avuto un precedente diverbio sulla sentenza della Cassazione per Riina. Il presidente dell' Anm farebbe bene a non parlare dei processi in corso.

Io non l' ho mai fatto».

EUGENIO ALBAMONTEEUGENIO ALBAMONTE

 

Siamo sicuri che Davigo non soffre a stare dietro le quinte e a non fare il presidente?

«Ho lasciato rispettando un patto, ma ho tirato un sospiro di sollievo perché sommare il lavoro di presidente di sezione della Cassazione con quello di capo dell' Anm è faticoso. Nella mia vita ho dimostrato che non sono in cerca di poltrone, le ho rifiutate quando me le hanno proposte... Ma che la smettano, per favore».

 

I maligni dicono che quando lei è stato nominato in Cassazione non ha polemizzato col Csm...

«Nella mia vita professionale ho fatto, al meglio delle mie capacità, le cose che mi hanno affidato. Mi auguro che la valutazione del Consiglio sia legata solo a questo. E comunque è un altro argomento ad hominem. Se ci fosse trasparenza, un' accusa di questo tipo non ci sarebbe».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…