ARIDATECE FALCE E TORTELLO! - LA STORIA DEI SINISTRATI ITALIANI RACCONTATA ATTRAVERSO LE FESTE DELL’UNITA’ - PER MORAVIA AVEVANO “IL VANTAGGIO DI COMBINARE IN SÉ TRE IDEE: QUELLA DELLA FESTA CATTOLICA, QUELLA DEL SOVIET E QUELLA DELLA MODERNITÀ” - NELL’87 I COMPAGNI TENTARONO DI PORTARE MADONNA A BOLOGNA (INVANO) - DOPO CLAUDIO VILLA E NILLA PIZZI, GLI ORGANIZZATORI SI CHIEDEVANO SE “INVITARE MODUGNO, CELENTANO, MORANDI AVREBBE SIGNIFICATO APRIRE LE PORTE ALLA CANZONE AMERICANA DEGENERATA…”

Maurizio Caverzan per "il Giornale"

Il Pci aveva investito fin da subito «nelle proprie feste, considerandole un patrimonio da valorizzare». Ma alla fine aveva più ricevuto che dato. E se oggi quelle manifestazioni, quei rituali politici che sono stati per decenni una presenza centrale nella vita politica e culturale del Paese non esiste più è perché la sinistra ha smarrito la forza aggregante e la carica utopistica che ha segnato le generazioni della seconda metà del Novecento. Salamelle e partigiani, ballo liscio e pugni chiusi, cantautori e operaismo, militanti alle cucine e «il comizio finale del segretario»: un universo politico, culturale e sociale di cui bisogna parlare al passato.

C'erano l'orgoglio comunista, «la madre Russia », la militanza popolare, le sezioni. E c'erano le feste dell'Unità dove passavano tutti, cantautori e rock­star, politici e giornalisti, gente di sinistra, gente d'avanguardia e qualsiasi. Tutto finito, tramontato. Dal 2008, èra Veltroni, pur con molte resistenze la festa dell'Unità è stata trasformata in Festa democratica. Ma la metamorfosi era già iniziata con la riduzione della durata ( da due settimane a dieci giorni) e l'abolizione del comizio conclusivo, sostituito, «in ossequio alle regole del talk show», da un'intervista del segretario a un giornalista televisivo.

Campione rappresentativo, microcosmo emblematico, spaccato movimentista: è una scelta indovinata passare sotto la lente della ricerca le feste dell'Unità per raccontare la parabola del comunismo militante italiano, i suoi momenti di aggregazione sociale oltre la «fede rossa», fino al declino di oggi. Dal primo a Mariano Comense, 2 settembre 1945, quando si chiamò «scampagnata», agli ultimi, non più intitolati alla testata fondata da Gramsci,«i Festival dell'Unità », secondo la definizione di Alberto Moravia, «hanno il vantaggio di combinare in sé tre idee: quella della festa cattolica, quella del Soviet e quella della modernità ».

L'intuizione originale è unire passione politica e svago. Già nelle Lezioni sul fascismo Togliatti insisteva sulla necessità di comprendere il divertimento fra i legittimi «bisogni elementari delle masse ». «Lavorare per la costruzione del palco che ospita il comizio», scrive Tonelli, «così come cucinare tortellini e salsicce rivestono la stessa importanza in una festa dove si consuma pane e politica».

Falce e tortello è un titolo che sarebbe piaciuto a Edmondo Berselli, autore a sua volta di un'accorata narrazione del declino di quel mondo ( Sinistrati. Storia sentimentale di una catastrofe politica - Mondadori), ma soprattutto testimone felice delle contaminazioni tra ideologia e leggerezza (con una disincantata preferenza per la seconda).

L'equilibrio fra tradizione e spinta alla modernizzazione è la stella polare delle estati della sinistra. Nel dopoguerra le feste raccolgono il «bisogno di evasione ritrovato », la componente politica è in secondo piano, dietro i canti, il cibo, le lotterie, i balli. Le canzoni dei campi e delle fabbriche riempiono le serate. Fino ai primissimi festival di Sanremo e all'avvento del beat. Con tanto di interrogativi se, dopo Claudio Villa e Nilla Pizzi, invitare Modugno, Celentano, Morandi avrebbe significato aprire le porte alla «canzone americana degenerata».

Arriva il boom economico e alle pièce di Brecht sul Terzo Reich con la compagnia di Gian Maria Volonté segue la visione de Il sorpasso di Dino Risi. Le donne alzano la voce e chiedono più spazio nella divisione dei compiti dentro il partito. I giovani vogliono contare di più e nascono le feste della Fgci. Il Pci aumenta i consensi e le feste attecchiscono nelle province. Gli anni '70 coincidono con l'affermazione dell'egemonia culturale. Al cinema, a tea­tro e nella musica: dove esplode l'epopea dei cantautori, nuove star delle serate live .

A fine decennio s'affaccia la cultura dell'effimero, nasce la tv commerciale, alla militanza subentra il riflusso, la disco music invade i locali e nell'estate '87 gli organizzatori del Festival tentano di organizzare il concerto di Madonna a Bologna per poi ripiegare su Zucchero, Vasco Rossi, Dalla e Guccini.

Due anni dopo crolla il Muro di Berlino, scompare il partito comunista e le feste dell'Unità perdono l'orgoglio degli anni migliori trincerandosi nelle roccaforti della Toscana e dell'Emilia Romagna. Torna alla mente una fulminante vignetta di Altan: «Ma io sono di sinistra», dice Cipputi, interlocutorio. «Piantala, che ci stanno guardando tutti», lo fredda il compagno saggio.

 

PIER LUIGI BERSANI LA TRISTISSIMA LOCANDINA DELLA FESTA DELL UNITA jpegFESTA DELL UNITA LA CONTESTATA LOCANDINA DELLA FESTA DELL UNITA DI ROMA jpegFESTA DELL UNITA ANNI NOVANTA jpegFESTA DELL UNITA jpegCONCERTO DI MADONNA A ROMA NILLA PIZZI

Ultimi Dagoreport

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…

beatrice venezi

DAGOREPORT: VENEZI, IL "MOSTRO" DELLA LAGUNA – COME USCIRANNO IL MINISTRO "GIULI-VO" E IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI DAL VICOLO CIECO IN CUI SONO FINITI CON L’INSOSTENIBILE NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA”? – IL “DO DI STOMACO” DEGLI ORCHESTRALI DEL TEATRO LA FENICE HA RICEVUTO LA SOLIDARIETÀ DEI PIÙ IMPORTANTI TEATRI LIRICI, DA LA SCALA DI MILANO AL SAN CARLO DI NAPOLI: CHE FARE? – CHISSÀ SE BASTERÀ LA MOSSA ALL’ITALIANA DI “COMPRARSI” LE ROTTURE DI COJONI COL VIL DENARO, AUMENTANDO LO STIPENDIO DEGLI ORCHESTRALI? – L’ARMATA BRANCA-MELONI DEVE FARE I CONTI NON SOLO CON IL FRONTE COMPATTO DEL MONDO SINDACALE LIRICO, MA ANCHE CON I 48MILA VENEZIANI RIMASTI A SOPRAVVIVERE NELLA CITTÀ PIÙ FATALE DEL MONDO. ABITUATI AD ALTI LIVELLI DI DIREZIONE D’ORCHESTRA, DA ABBADO A CHUNG, I LAGUNARI SONO SCESI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LO SBARCO DELL’”ABUSIVA” VENEZI (I LAVORATORI DELLA FENICE HANNO ORGANIZZATO UN VOLANTINAGGIO CONTRO LA BIONDA VIOLINISTA)E GIULI E COLABIANCHI FAREBBERO BENE A RICORDARSI CHE I “VENESIAN” SONO POCHI MA IRRIDUCIBILI: I PRINCIPI NON SI COMPRANO. COME SI È VISTO NELLA LORO VITTORIOSA GUERRA CONTRO IL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI DA CROCIERA NEL CUORE DELLA CITTÀ…- VIDEO

giorgia meloni matteo salvini elly schlein giuseppe conte bonelli fratoianni

DAGOREPORT - LA SCONFITTA MARCHIGIANA SE LA SONO CERCATA I PARTITI DEL CENTROSINISTRA – GRAN PARTE DEL 50% DEGLI ASTENUTI SONO I DELUSI DEI VARI E AVARIATI SCHLEIN, CONTE, FRATOIANNI, RENZI - NON PERVENUTI ANCHE GLI EFFETTI NELLE URNE DELLA PROSSIMA NASCITA DELLA COSIDDETTA “TENDA” CENTRISTA E RIFORMISTA - IL RISULTATO DELLE MARCHE, SE GALVANIZZERÀ I SOGNI DI GLORIA DEI FRATELLINI DELLA MELONI, POTREBBE COMPORTARE IL RISCHIO DI UN’EROSIONE DI VOTI NELLE REGIONI APPANNAGGIO DEL CENTRO-SINISTRA (SOPRATTUTTO LA CAMPANIA, DOVE PERDURA LO SCAZZO CON DE LUCA) - LE MARCHE SONO L’ENNESIMA PROVA CHE L’APPEAL DELLA SIGNORINA ELLY NON FUNZIONA: LE CAPACITÀ RETORICHE E MEDIATICHE DELLA DUCETTA SE LA MANGIANO CON UN SOL BOCCONE - DOPO LE REGIONALI, CERCASI QUALCUNO DEL PD CHE POSSIEDA LA LEADERSHIP DI BUCARE IL VIDEO CON UNA ORATORIA POPOLARE E TRASCINANTE...

roberto cerreto

DAGOREPORT – MA GUARDA CHE COINCIDENZA! ROBERTO CERRETO, IL CONSIGLIERE PARLAMENTARE FINITO SOTTO INCHIESTA DISCIPLINARE (ANCORA IN CORSO) CON L’ACCUSA DI ESSERE L’AUTORE DI ANONIME E CALUNNIOSE LETTERE PER BRUCIARE ALTRI PRETENDENTI AL RUOLO DI VICESEGRETARI DELLA CAMERA, DAL 2022 RICOPRE ANCHE IL RUOLO DI CONSIGLIERE DEL CDA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA – BENE: COME MAI IL VISPO CERRETO NON HA MAI MANIFESTATO, O QUANTO MENO INFORMATO, IL RETTORE DELL’ISTITUTO DEL VATICANO, ELENA BECCALLI, DI ESSERE PORTATORE DI INTERESSE SU UNA VICENDA GIUDIZIARIA CHE RIGUARDAVA LA SUA COMPAGNA, CHE HA CREATO QUALCHE IMBARAZZO ALL’UNIVERSITA’ CATTOLICA? AH, SAPERLO…