ARIDATECE GHEDDAFI! GLI ISLAMISTI DI FAJR LIBIA, AL POTERE A TRIPOLI, SI FINANZIANO CON GLI SBARCHI - L’EUROPA E L’ITALIA NON VOGLIONO VEDERE LE CONSEGUENZE DELLA SCELLERATA GUERRA PER DEPORRE IL RAIS

Gian Micalessin per “il Giornale”

tony blair con gheddafitony blair con gheddafi

 

È la più grande ipocrisia. E dura da agosto. Da quando cioè le milizie islamiste di Fajr Libia (Alba Libica) hanno messo a ferro e fuoco Tripoli costringendo all'esilio a Tobruk il legittimo governo e il Parlamento eletto due mesi prima. Da allora ci sforziamo di negare la realtà. Da allora fingiamo d'ignorare che gli islamisti al potere a Tripoli sono complici e protagonisti della spietata tratta di umani.

 

tripoli bruciatripoli brucia

E utilizzano il flusso di denaro generato da quei traffici per finanziare la guerra al governo di Tobruk. Il legame tra gli islamisti di Tripoli e i trafficanti di uomini è innanzitutto ideologico. Fajr Libia è monopolizzata dai Fratelli Musulmani e da ex esponenti del

Gruppo Combattente Libico, la formazione qaidista attiva in Libia negli anni Novanta.

 

Grazie a queste radici Tripoli mantiene intense relazioni con le milizie jihadiste che gestiscono i traffici di esseri umani ai confini meridionali con Sudan, Ciad e Niger. Da agosto le milizie jihadiste del sud - costrette prima a far i conti con le formazioni leali al deposto governo laico - possono così trasferire decine di migliaia di umani verso le coste settentrionali.

miliziani islamici in libiamiliziani islamici in libia

 

Questi trasferimenti generano un impressionante giro di valuta pregiata. Mentre i trafficanti del sud incassano 800 dollari per ogni disgraziato spedito sulle coste settentrionali, quelli del Mediterraneo ne incassano 1500 per ogni migrante salito sui barconi. Il carico naufragato ieri garantiva, tanto per esser chiari, un fatturato da 900mila dollari. Al netto delle vite perdute. A differenza di quanto avveniva fino ad agosto questo denaro viene oggi equamente suddiviso tra le organizzazioni criminali e i vertici di Fajr Libia che garantiscono «protezione» ai trafficanti.

bombe in libiabombe in libia

 

L'evoluzione, è particolarmente evidente sia a Zuara, la città alleata di Fajr Libia a 60 chilometri dalla frontiera tunisina dove si registra il maggior numero di partenze, sia a Zawiya e Qarabully, le spiagge utilizzate dai trafficanti attivi a ovest ed est di Tripoli. In queste località le motovedette libiche non si limitano a ignorare gli scafisti, ma garantiscono assistenza e appoggi ai trafficanti di uomini.

 

SARKO GHEDDAFI SARKO GHEDDAFI

Una realtà emersa con drammatica evidenza una settimana fa quando una motovedetta di Tripoli ha sparato contro un'unità della Guardia Costiera costringendola a rimettere in mare un barcone sottratto agli scafisti. Ma anche le vicende di Misurata dove i rimorchiatori non vengono impiegati per bloccare gli scafisti, ma per tentare il sequestro dei pescherecci italiani in acque internazionali sono un sintomo dell'evidente degrado della situazione.

 

Lungo i 400 chilometri di coste dalla frontiera tunisina fino a Misurata opera insomma una nuova Tortuga. Una Tortuga che ha trasformato il traffico di uomini in affare di Stato. Stroncare questa vergogna impiegando un blocco navale simile a quello realizzato dalla Nato nel 2011 in funzione anti-Gheddafi significa inevitabilmente entrare in collisione con una coalizione che oltre a contare sugli appoggi di Qatar e Turchia è anche assai vicina ad Ansar Sharia, un'organizzazione terroristica già molto vicina allo Stato Islamico.

GHEDDAFI te lo dc b io il dittatore GHEDDAFI te lo dc b io il dittatore

 

GHEDDAFI KBqivGQzfjlDN y ABR fQ GHEDDAFI KBqivGQzfjlDN y ABR fQ

Ma queste ambigue collusioni sono anche all'origine della grande ipocrisia occidentale. Paralizzati dal timore di favorire una saldatura tra gli islamisti di Tripoli ed uno Stato Islamico già presente a Sirte e Derna preferiamo illuderci che la vita dei migranti dipenda dall'organizzazione dei soccorsi e dalla disponibilità all'accoglienza anziché da un rigido blocco navale affiancato da capillari operazioni armate contro le organizzazioni coinvolte nel traffico.

Ultimi Dagoreport

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO