sanzioni russia vladimir putin

ASSET DI VENDETTA – PUTIN HA GIOCO FACILISSIMO NEL METTERE IN LUCE LE CONTRADDIZIONI DELL’OCCIDENTE. L’UE SI INDIGNA PER LA LA NAZIONALIZZAZIONE DI “ARISTON” E “BOSCH” (“MOSCA DISPREZZA IL DIRITTO INTERNAZIONALE”). MA CHE DIFFERENZA C'È CON IL SEQUESTRO FORZATO DEI BENI CONGELATI AI RUSSI PER FINANZIARE L'UCRAINA? – GLI 860 MCDONALD FINITI GRATIS A UN FEDELISSIMO DI PUTIN, LE FABBRICHE DI VOLKSWAGEN E IL CASO DANONE: I PRECEDENTI...

1. UE, 'ARISTON? MOSCA DISPREZZA IL DIRITTO, NON È CREDIBILE'

Ariston Thermo Rus

(ANSA) - "Questa azione da parte del regime russo non è che un'altra prova del fatto che Mosca disprezza il diritto internazionale. E' un attore imprevedibile, ha creato un clima finanziario arbitrario e ostile.

 

Quale tipo di credibilità la Russia può avere nel settore economico? Invitiamo la Russia a revocare queste misure immediatamente. L'Ue sta monitorando la situazione per valutare quali passi intraprendere". Lo ha detto il portavoce del Servizio di Azione Esterna dell'Ue Peter Stano rispondendo ad una domanda sulla nazionalizzazione di Ariston e Bosch in Russia.

 

GAZPROM

2.  CASO ARISTON, MOSCA NON SI FERMA «RISPOSTA ALLE VOSTRE AZIONI OSTILI»

Estratto dell’articolo di Marco Sabella e Valentina Iorio per il “Corriere della Sera”

 

Diplomazia e governo sono al lavoro sul caso Ariston: tra Roma, Mosca e Bruxelles sono in corso contatti al massimo livello per capire le intenzioni della Russia, mentre alla Farnesina ieri è stato convocato l’ambasciatore Alexey Paramonov a cui è stata chiesta la revoca del provvedimento di «trasferimento temporaneo della gestione», giustificato dal diplomatico come «una risposta alle azioni ostili» dell’Italia e alle sue «avventure geopolitiche antirusse». Il riferimento, ovviamente, è al sostegno che l’Italia e l’Occidente stanno fornendo all’Ucraina in risposta all’invasione lanciata il 24 febbraio 2022 da parte della Russia.

 

VLADIMIR PUTIN DOLLARI

«Ciascuna delle due parti ha declinato le proprie priorità, ma ora bisogna capire quello che vogliono i russi», spiegano fonti a conoscenza del dossier, che sottolineano come Mosca abbia insistito sul carattere «temporaneo» della nazionalizzazione […].

 

Mentre viene considerato abbastanza «simbolico» l’impatto del trasferimento della gestione della filiale russa del gruppo marchigiano, che vale il 3% del giro d’affari complessivo di Ariston Group, un fatturato 2023 di 3,1 miliardi di euro.

 

ALEXEY PARAMONOV - AMBASCIATORE RUSSO IN ITALIA

Il precedente a cui si guarda è quello della Danone, nazionalizzata nel luglio del 2023 sulla base dello stesso decreto […]: a marzo è stata revocata la misura, mentre qualche settimana prima erano emerse indiscrezioni sulla sua intenzione di cedere le attività in Russia.

 

Nel caso di Ariston la gestione, a differenza di altre aziende, non è passata all’Agenzia federale per le proprietà statali, ma a una divisione di Gazprom, la Jsc Gazprom Domestic system, che produce elettrodomestici. Una differenza che potrebbe essere interpretata in due modi: quello di affidare la gestione dei processi produttivi della filiale russa di Ariston ad una società competente o di manifestare l’interesse a subentrare. In ogni caso l’ambasciatore russo ha ribadito che Mosca non intende fermarsi e che inizialmente il governo russo non sapeva che avrebbe colpito un’azienda italiana, dato che Ariston ha sede legale in Olanda.

 

[…] 

vladimir putin Igor Sechin

 

 

3. FAVORI, TRAME E VENDETTE COSÌ PUTIN SACCHEGGIA LE IMPRESE PRIVATE

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

[…] la guerra di Vladimir Putin […] ha innescato il più grande saccheggio di risorse dai tempi delle privatizzazioni degli anni ‘90. Quel che restava del diritto di proprietà in Russia è andato in pezzi sotto i colpi di due anni di conflitto.

 

Qualunque impresa, di ogni tipo di azionista russo o estero, è soggetta a essere nazionalizzata con un tratto di penna o con una sentenza apparentemente incomprensibile di un tribunale. A quel punto è solo questione di tempo: presto qualche vecchio o nuovo oligarca, purché sia utile al Cremlino, ne prenderà possesso a un prezzo simbolico.

MCDONALDS RUSSO 11

 

Così la guerra […] arricchisce favolosamente gli uomini di mezza età che giostrano in permanenza per conquistare i favori di Putin. Basta convincere chi controlla le leve dello Stato a espropriare, nazionalizzare e poi svendere. In questi giorni è toccato alle controllate russe dell’italiana Ariston e della tedesca Bosch, ma nell’ultimo anno e mezzo hanno sperimentato la stessa sorte decine di altre imprese occidentali e centinaia di imprese locali.

 

La finlandese Fortum e la sua controllata tedesca […] sono finite gratis sotto il controllo di Rosneft: ma questo è il gruppo in mano a Igor Sechin, ex uomo del Kgb da sempre vicino a Putin. E anche se si è fedeli al presidente o al suo partito basta cadere lievemente in disgrazia, basta farsi sfuggire una frase sbagliata o anche solo trovarsi all’estero, per vedersi togliere tutto.

 

oleg tinkov 1

L’ex governatore regionale di Chelyabinsk Mikhail Yurevich è fuggito all’estero ad alcune accuse di corruzione e in pochi giorni gli hanno sfilato il Makfa Group, il più grande produttore di pasta del Paese. All’oligarca Oleg Tinkov è bastato pronunciare una succinta critica all’«operazione militare speciale» in Ucraina per trovarsi costretto a svendere la propria banca.

 

[…]  i gruppi occidentali […] Sono praticamente in ostaggio. Per uscire dovrebbero vendere a metà del valore e versare una tassa pari, per decreto, al 25% del giro d’affari dell’ultimo anno. Per le banche poi è letteralmente impossibile: Intesa Sanpaolo ha provato due volte a vendere le sue attività russe, prima a Gazprombank e poi ai manager locali, ma si è scontrata con il veto del Cremlino.

 

BANCA INTESA IN RUSSIA

Con i grandi istituti russi sotto sanzioni, Putin esige che quelli europei restino sul mercato. Chi poi in altri settori è fuggito, lo ha fatto a caro prezzo. Arsen Kanokov, ex capo della Repubblica caucasica della Cabardino-Balcaria, si è impossessato di 850 ristoranti McDonald a zero rubli. Due oscuri proprietari di autosaloni, Alexander Varshavsky e Kamo Avagumyan, hanno comprato per una decina di milioni di euro le fabbriche della Volkswagen e della sud-coreana Hyunday, che da sole coprivano un terzo della produzione di vetture in tutta la Russia.

 

[…] E poi ci sono sempre i fedelissimi da premiare: la controllata di Danone, sotto esproprio, è finita a uno stretto alleato dell’uomo forte della Cecenia Ramzan Kadyrov.

gazprombank

Perché in fondo il sistema di potere in Russia è così: metà politica estera e metà lotta fra bande; metà ideologia imperiale, metà mentalità mafiosa secondo la quale solo i più determinati e affidabili sopravvivono e saranno premiati. Ora Ariston finirà nelle mani di un uomo così. E non sarà l’ultimo sequestro: solo un altro blocco di macerie su una società civile che, dopo Putin, sarà durissimo ricostruire.

igor sechin vladimir putin 3 igor sechin vladimir putinVLADIMIR PUTIN CON I SOLDATI RUSSIigor sechin vladimir putin 1igor sechin vladimir putin 2

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - HA RAGIONE VANNACCI: È DAVVERO UN MONDO AL CONTRARIO – IL VERTICE DELLA CASA BIANCA, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA, È STATO IL PIÙ SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE – LA REGIA TRUMPIANA HA MESSO GIORGIA MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E LA POVERA URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO SI È RAGGIUNTO QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEGLIO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO TIMIDAMENTE A INSISTERE SULLA NECESSITÀ DELLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI...

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

C’È FRANCO E FRANCO(FORTE) - SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI IN ITALIA PESA COME UN MACIGNO L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - GIÀ OGGI, PUR AVENDO IL 30 PER CENTO DI MEDIOBANCA, I DUE RICCONI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE DELLA BANCA PERCHÉ NON SONO “HOLDING BANCARIE” REGOLATE DALLA BCE (E CE MANCHEREBBE CHE PER FARE OCCHIALI O CEMENTO UNO SI METTE IN CASA GLI ISPETTORI DI FRANCOFORTE) - DOMANI AVRANNO IL CONTROLLO DI MPS E SI TROVERANNO NELLE STESSE CONDIZIONI, CIOÈ SENZA POTER TOCCARE PALLA. COSA SUCCEDERÀ ALLORA IN MEDIOBANCA E GENERALI DOPO L’8 SETTEMBRE? SI PROCEDERÀ PER ACCORDI SOTTOBANCO TRA AZIONISTI E MANAGER CON LA BENEDIZIONE DEL GOVERNO, O SI PROCEDERÀ ALLA LUCE DEL SOLE SEGUENDO LE REGOLE EUROPEE? AH, SAPERLO…

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?