ASTA LA VISTA! - SALTA ALLA PROSSIMA LEGISLATURA L’ASTA PER LE FREQUENZE TV - PASSERA NON È RIUSCITO A CHIUDERE LA PARTITA MA TANTO SE IL BANANA TORNA AL POTERE CON MONTI, SI RECUPERA IL BEAUTY CONTEST E TANTI SALUTI - CON LE CONCESSIONI A 5 ANNI E LA COPERTURA SCADENTE DEL SEGNALE IL GIOCO DELLE FREQUENZE È UN MEZZO FLOP - NON É MEGLIO LIBERARE LE FREQUENZE PER METTERLE ALL’ASTA DAL 2016 PER LA BANDA LARGA MOBILE?...

Marco Mele per il "Sole 24 Ore"

L'asta delle frequenze è destinata a svolgersi nella prossima legislatura. L'accelerazione della crisi politica, con le elezioni il 17 febbraio, rende impossibile far svolgere la gara per le sei reti nazionali - o quasi - prima del voto. È in corso la consultazione pubblica sul Regolamento per l'asta dell'Agcom. Pubblica sino a un certo punto: le audizioni restano riservate, così come i documenti presentati.

Sarebbe di interesse generale sapere cosa hanno da dire Rai, Mediaset, Telecom Italia Media e le "altre" in un contesto dove il digitale ha peggiorato la visione della tv in diverse regioni. Il Consiglio dell'Agcom, operando uno sforzo notevole, cercherà di approvare il 20 dicembre il documento definitivo da inviare alla commissione Ue per l'approvazione formale.

Tirando le somme di una consultazione conclusasi tre giorni prima. La Ue ha un mese di tempo per inviare il suo ok, che sarà tale: l'Agcom ha modificato il testo per tener conto delle indicazioni ricevute da Bruxelles. Dopo il via libera dell'Ue, l'Agcom, a gennaio, consegnerà il testo al Ministero dello Sviluppo che, con un ministro dimissionario, dovrebbe predisporre il bando di gara e il relativo disciplinare. Se ne occuperà il prossimo governo con relativo slittamento dei tempi.

Gli interrogativi non mancano sull'esito dell'asta. Cosa succederà, se il centro-destra dovesse vincere le elezioni? Mediaset ha sferrato duri attacchi al Regolamento. Sarà annullata la gara per tornare al beauty contest?

I veri interrogativi, però, riguardano la fattibilità e il successo dell'asta. Tre reti su sei saranno assegnate per cinque anni, sino al dicembre 2017, per essere poi restituite allo Stato. Chi s'impegnerà a investire in un'asta con rilanci e a costruire un'offerta televisiva con una simile durata dell'autorizzazione? Non é meglio cominciare a preparare un nuovo Piano per liberare, almeno in parte, quelle frequenze che dal 2016 potranno essere messa all'asta per la banda larga mobile?

Le altre tre frequenze, concesse per venti anni, presentano altre problematiche: un multiplex, costituito dal canale 25, non ha alcuna garanzia di essere ricevuto in Toscana, Liguria e Sardegna. Il secondo è costituito da tre frequenze con una copertura del 78% e la mancata ricezione in Veneto, nel Friuli e in parte dell'Emilia-Romagna. Quale fornitore di contenuti lancerebbe un pacchetto di canali dovendo escludere il NordEst? Le reti nazionali non dovrebbero essere equivalenti?

I nuovi entranti avranno uno svantaggio asimmetrico rispetto agli operatori consolidati. Quanto al terzo lotto, in banda VHF, la copertura del 90% è nominale, perchè in milioni di abitazioni mancano le antenne per riceverne il segnale. Vi è poi una discriminazione nei tetti posti agli operatori: Rai e Mediaset, con quattro reti digitali, potranno averne una quinta, a certe condizioni.

Chi ha due reti, come il gruppo l'Espresso, potrà arrivare a quattro. Chi ne ha tre, come Telecom Italia Media, dovrà restare a tre (si parla dei multiplex con autorizzazione ventennale). Il rischio di un insuccesso dell'asta è elevatissimo. Nè la gara risolverà i problemi creati da un'attuazione del digitale terrestre condotta senza rispettare il Piano dell'Agcom, creando problemi di cattiva ricezione del segnale a milioni di italiani.

 

 

CORRADO PASSERA E SILVIO BERLUSCONI FOTO INFOPHOTOberlusconi passera berlusconi passera AGCOM

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