1. ATTENZIONE! RESURREZIONE! CHI DAVA ORMAI PER SPACCIATO E/O DIMISSIONANDO IL PRESIDENTE DEL SENATO PIERO GRASSO, MA ANCHE CHI (COME IL PD ZANDA) STAVA ACCAREZZANDO L’IDEA DI POSARE LE CHIAPPE SULLO SCRANNO RIMASTO LIBERO, SI RICREDA 2. A COLPI DI SCIMITARRA E DI BAZOOKA, CALPESTANDO NORME E REGOLAMENTI, CANGURANDO A DESTRA E A MANCA COME UN FORSENNATO, GRASSO HA FATTO BINGO, SPIETATAMENTE 3. HA INTORTATO LE OPPOSIZIONI, FACENDO LORO INTRAVVEDERE LA VITTORIA SUL VOTO SEGRETO, E POI SUBDOLAMENTE GLIELO HA SFILATO DA SOTTO IL NASO CON UNA CANGURATA DA RECORD. DEGLI 8 MILA EMENDAMENTI ORIGINARI, 4.400 SONO GIÀ STATI CANGURATI E UCCISI 4. IN MEZZO A QUEL PO’ PO’ DI TAGLI SI NASCONDEVANO ALMENO 120 VOTI SEGRETI: TAGLIATI ANCHE QUELLI. E IL BELLO È CHE NESSUNO, PRATICAMENTE, SE N’È ACCORTO. NON UNA PROTESTA, UN FISCHIO, UN ACCIDENTE. FU QUELLO DEL FAMIGERATO GRASSO MERITATA GLORIA, O PIUTTOSTO UN MERO, PURO, SEMPLICE, STRATOSFERICO COLPO DI CULO? AH SAPERLO…

DAGOREPORT

 

piero grasso in senatopiero grasso in senato

Attenzione! Resurrezione! Chi dava ormai per spacciato e/o dimissionando il presidente del Senato Piero Grasso, ma anche chi (e facciamo un nome a caso: il cipiglioso capogruppo del Pd Luigi Zanda) stava già accarezzando l’idea di posare presto le chiappe sul di lui scranno rimasto libero,  si ricreda.

 

E faccia due conti: ieri, venerdì primo agosto, la grande riforma renziana in votazione a Palazzo Madama ha scavallato.

 

senato   malessere per un senatoresenato malessere per un senatore

Degli 8 mila emendamenti originari, all’incirca 4.400 sono già stati votati e/o cangurati e uccisi. Ossia più della metà. Solo nella mattinata di ieri sono stati tagliati oltre 1600 emendamenti, di cui 1300 in un colpo solo. In mezzo a quel po’ po’ di tagli si nascondevano almeno 120 voti segreti: tagliati anche quelli. E il bello è che nessuno, praticamente, se n’è accorto. Non una protesta, un fischio, un accidente.

 

PIERO GRASSO SENATO PIERO GRASSO SENATO

Dicono che perfino Matteuccio, basito e incredulo davanti a tanto risultato, abbia mandato un paio di messaggini al Rommel di Villa Arzilla, e che ora si appresti a dargli pubbliche (pubbliche!) attestazioni di stima. Per farla corta: le quotazioni dell’ex procuratore, fino all’altro ieri in picchiata, in casa Renzi sono di botto salite alle stelle.

 

Diavolo di un Grasso, come accidenti ha fatto? L’avevamo lasciato praticamente morto nella notte tra giovedì e venerdì, alla fine di un dies horribilis in cui in aula se n’erano viste di ogni: urla, collassi, senatrici lussate e senatori portati fuori in barella, cartelli, fischi e insulti di ogni tipo, da zerbino a fascista a mafioso, rivolti proprio a lui, l’ex icona dell’antimafia. Che era distrutto e provato al punto da invocare l’intervento della «polizia» in aula, e alle due di notte, in ufficio di presidenza, ringhiava amaro che basta, basta, era pronto a «dare le dimissioni».

grillini in senatogrillini in senato

 

Tutti, insomma, e non solo l’avido Zanda, se ne andavano a letto convinti di avere ammazzato un uomo morto. E infatti sempre lui, Luigi Zanda,  al moribondo aveva dedicato un’intervista sul Messaggero dai toni leggeri come una mattonata.

PIERO GRASSO IN AULA AL SENATO PIERO GRASSO IN AULA AL SENATO

 

E invece… Arriva il mattino, si ricomincia a votare, le opposizioni ringalluzzite dal successo del giorno precedente ricominciano a far casino; e strepitano, e urlano, ed escono dall’aula, minacciano l’Aventino e vanno… dove vanno?... oh, avete visto per caso i capigruppo di Lega, Sel e Cinque Stelle? No? Be’, sono andati a un incontro segreto. Anzi, segretissimo. Con Grasso. Che, appositamente per incontrarli segretissimamente, e parlargli di chissà che cosa segretissima e importantissima, aveva lasciato la conduzione dell’aula alla fedelissima Valeria Fedeli.

 

Luigi Zanda Luigi Zanda

Ci siete? Incontro segreto in corso. Opposizioni momentaneamente disinnescate. Numero legale in aula. Si votano stancamente decine di emendamenti-fotocopia. Il Senato respinge. Risultano preclusi. Pongo in votazione. Il Senato respinge. Preclusi. Preclusi. Trecento emendamenti muoiono così, mestamente, senza un grido.

 

sui banchisui banchi

A un certo punto, tra un voto e una preclusione, la Fedeli che ti fa? China i riccioli rossi sul foglietto che ha sul tavolo. E legge senza nemmeno particolare enfasi: Onorevoli colleghi, a seguito dell'approvazione dell'articolo 1 risultano preclusi gli emendamenti da 2.1 fino a 2.1295, a pagina 568 del fascicolo, in quanto identici a precedenti emendamenti già posti in votazione, anche se riferiti a parti differenti del disegno di legge in esame.

zanda e finocchiarozanda e finocchiarovaleria fedelivaleria fedeli

 

Ovviamente la stragrande maggioranza dei senatori non ci capisce una mazza, né del discorsetto né delle sue conseguenze pratiche. Ma voilà, sono 1300 emendamenti che spariscono così, in un colpo solo. Cangurati e uccisi perché contengono frasi già contenute in altri emendamenti già votati e respinti.

PIERO GRASSO PIERO GRASSO

 

Ma toh! Quando si dice il caso! Nel mezzo ci sono anche quelli con riferimenti alle minoranze linguistiche, e quindi teoricamente suscettibili di voto segreto. A occhio, ragazzi, qui ci stanno tra i 100 e i 120 voti segreti. E che fine fanno? Saltano? Esattamente. Saltano. Il governo non rischia più di andare sotto per 100-120 volte? Avete capito benissimo. Stai sereno, Matteo.

 

festaggiamenti sui banchifestaggiamenti sui banchi

Certo. I soliti magistrati incazzosi, quelli che di bastonare l’ex collega Grasso si fanno ormai un punto d’onore, da Felice Casson a Nitto Palma a Giacomo Caliendo, ora diranno che è l’ennesima violazione del regolamento, l’ennesimo stupro dei precedenti e della prassi, che al Senato c’è un presidente che non è arbitro ma arbitrario e questo dimostra che non c’è più la certezza del diritto manco dentro le istituzioni che dovrebbero garantirla, eccetera eccetera. Tutto verissimo.

 

FELICE CASSON FELICE CASSON

Ma tant’è. A colpi di scimitarra e di bazooka, calpestando norme e violando regolamenti, impippandosene dei precedenti, cangurando a destra e a manca come un forsennato, l’ex procuratore antimafia ha fatto bingo, spietatamente, come forse solo uno scafato procuratore antimafia poteva fare; ha intortato le opposizioni, facendo loro intravvedere la vittoria sul voto segreto, e poi subdolamente glielo ha sfilato da sotto il naso con una cangurata da record.

AULA SENATOAULA SENATO

 

Su 900 voti segreti chiesti in origine dalle opposizioni, lui ne aveva concessi, ricordate?, nemmeno la metà. Ieri ne ha fatti sparire quasi 120. Di fatto: a voto segreto, finora, l’aula si è espressa due volte sole, e sugli 8 mila emendamenti originari ne sono rimasti meno di 3.500 da votare entro l’8 agosto. Praticamente è una passeggiata.

 

ANTONIO TAJANI E VALERIA FEDELI ANTONIO TAJANI E VALERIA FEDELI

E Matteo? Ah, Matteo è rimasto folgorato, dicono, dalla prova del Rommel di Palazzo Madama. Che gli frega, a lui, delle violazioni e della prassi, del regolamento e dei precedenti? L’importante è il risultato. E quello, inaspettatamente, il tanto vituperato Grasso glielo sta per servire su un piatto d’argento.

 

MOGHERINI E ALFANO FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE MOGHERINI E ALFANO FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE

Dicono, i sospettosoni come il Fatto, che tra i due ci sia stato un qualche tipo di trattativa. Dicono. Può essere. Tocca ai posteri stabilirlo. Come gli tocca il resto del dibattito. Fu quello di Grasso, venerdì, un colpo di genio improvviso, di quelli che ti folgorano nel momento del bisogno estremo? O fu pianificazione accorta, strategia silenziosa, insomma un muoversi sotto il pelo dell’acqua tra mille correnti ostili e velenose, roba che la procura di Palermo al confronto pare l’asilo Mariuccia? Fu meritata gloria, carissimi, o piuttosto un mero, puro, semplice, stratosferico colpo di culo?

 

Ah, saperlo…

Un bacio alle opposizioni.

 

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