elezioni germania

AVVERTITE I FAN DELLO IUS SOLI: L'APERTURA AI MIGRANTI DI 'MAMMA MERKEL' REGALERÀ UN GRAN SUCCESSO ALL'ULTRADESTRA DELL'AFD - ''L'EPOCA DELLA SOLIDARIETÀ È PASSATA, ORA PASSANO ALLE 'DEPORTAZIONI' DI CHI È ILLEGALE''. E IL PARTITO DI FRAUKE PETRY POTREBBE INCASSARE FINO A 100 SEGGI (DA ZERO): SE SARÀ LA PRIMA FORZA DI OPPOSIZIONE AVRÀ LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE BILANCIO

1. GERMANIA AL VOTO: SI RIDUCE LA DISTANZA FRA MERKEL E SCHULZ

Flaminia Bussotti per www.ilmessaggero.it

 

voti in bavieravoti in baviera

La Germania è chiamata oggi al voto: 61,5 milioni gli aventi diritto, ma la crocetta che faranno avrà conseguenze non solo per gli 82 milioni di tedeschi ma anche per i 500 milioni di cittadini dell'Ue, e non solo. La Germania è la superpotenza del continente e che sia la forza economica, il peso politico o lo spazio negoziale che occupa nei dossier internazionali, le ripercussioni sono globali. Queste elezioni, al di là della apparente sonnolenza della campagna, sono messaggere di scosse senza precedenti.

 

LE PREVISIONI

Lo scenario presenta un paio di costanti e diverse incognite: l'Unione cristiano democratica Cdu-Csu si confermerà primo partito e la cancelliera Angela Merkel guiderà con ogni probabilità il prossimo governo, il quarto, avviandosi a eguagliare i 16 anni di Kohl. Quanti voti conquisterà (i sondaggi cambiano, in peggio, di continuo: lo scarto con Schulz nelle ultime settimane si è ridotto da 29 a 13 punti) e con chi potrà allearsi però è un mistero.

martin schulzmartin schulz

 

Se solo poche settimane fa sembrava ci fossero per lei quattro opzioni, adesso sembrano solo due: una grande coalizione con i socialdemocratici (Spd) o una con Liberali (Fdp) e Verdi, detta Giamaica dai colori della bandiera dell'isola. La grande incognita è la Spd: il partito che fu di Willy Brandt, Helmut Schmidt e Gerhard Schröder rischia l'implosione e un Bundestag con una Spd in agonia non sarebbe certo positivo per la Germania.

 

LA PARABOLA

Quattro anni fa la Cdu-Csu ottenne il 41,5% e la Spd 25,7%. Adesso sono sul 34%-36% e 21%-22%. Per la Spd significherebbe battere il suo record negativo del 2009 (23%). Lo sprint impresso dalla scesa in campo dello sfidante Martin Schulz, che aveva fatto risalire la Spd al 30%, si è volatilizzato. Le chance di risalire la china sono zero. La cancelliera vincerà anche se penalizzata di 5-6 punti.

 

Quattro anni fa due partiti erano rimasti sotto la soglia del 5%: la Fdp col 4,8%, e la AfD, il partito fondato proprio nel 2013 dall'economista Bernd Lucke per protesta alla crisi dell'euro col 4,7%. Nel frattempo Lucke se n'è andato e il partito ha sterzato a destra cavalcando la crisi dei migranti. Schulz li ha definiti i «becchini della democrazia».

 

elettori in bavieraelettori in baviera

I sondaggi danno per certo il ritorno al Bundestag dei liberali e l'ingresso dell'AfD: tutti voti (sul 10% e 12%-13%) che erodono il potenziale degli altri partiti. Il prossimo Parlamento avrà sei gruppi parlamentari, due di più (Cdu-Csu, Spd, Fdp, Verdi, Linke e AfD), sarà più numeroso (fino a 700 seggi contro 630) e avrà per la prima volta dagli anni 50 un partito più a destra della Cdu-Csu. Probabile che l'AfD diventi la terza forza davanti a Liberali, Verdi e Linke: guiderebbe l'opposizione e i suoi capigruppo (Alexander Gauland e Alice Weidel) prenderebbero la parola dopo la cancelliera. E avrebbe diritto alla presidenza della commissione bilancio, la più importante.

 

 

2. MIGRANTI, DALLA SOLIDARIETÀ ALLE ESPULSIONI COSÌ MERKEL HA FATTO IL GIOCO DELL' AFD

Francesca Sforza per ''La Stampa''

 

 

«Si ricorda quando la cancelliera Angela Merkel pronunciò la frase "Wir schaffen das", noi ce la possiamo fare?», chiede Andreas Schuetze, direttore del dipartimento Migrazione di Stoccarda, capitale del Baden Württemberg.

angela merkelangela merkel

 

«Il problema - continua - chi è "wir" e cos' è "das"?». Qui se lo ricordano ancora cosa accadde in quell' agosto 2015, quando la frase fu pronunciata, e i centralini di tutto il Land squillavano a ripetizione con richieste d' aiuto da parte di Monaco, nella vicina Baviera: «Potete accoglierne 60, 20, cento, un pullman? Quante palestre libere avete, quante scuole, quante chiese?».

 

Ma l' ora della solidarietà è passata, è arrivato il tempo dell'«Abschiebung». «Per noi non è una bella parola - dice ancora Schuetze - è la stessa che si usava durante la guerra, deportazione». Oggi chi non è in regola viene rimandato a casa, le regole sono tante, e i migranti spesso sono senza documenti: «La cosa più difficile è stabilire se siano minorenni o meno, sembrano tutti più vecchi di quello che sono».

 

A pochi chilometri da Stoccarda c' è però un buon esempio di «chi è "wir" e cos' è "das"».

Lui si chiama Richard Arnold, è il sindaco Cdu di Schwäbisch Gmünd, cuore dell' indotto Mercedes e Bosch, che fanno di questo Land l' equivalente della Svezia, quanto a ricchezza. Finì su tutti i giornali tedeschi nel 2013 per «sfruttamento dei migranti»; sembrava infatti che li avesse messi a caricare e scaricare bagagli alla stazione senza compenso, e persino con dei ridicoli cappelli di paglia, tipo «capanna dello zio Tom».

 

frauke petry afdfrauke petry afd

«Poi però la verità fu ristabilita», ci dice Arnold mostrando le pagine della Faz, della Sz e servizi di Spiegel e Stern. Che cos' era successo? «È successo che qui abbiamo cominciato con l' integrazione già nel 2012, perché questa è una terra dove i migranti ci sono sempre stati, prima gli italiani, poi i turchi, ora gli africani e i siriani». Arnold ha capito tra i primi che per evitare che la sua comunità saltasse in aria bisognava «farne un tema, una filosofia».

 

E con un raro entusiasmo, tirò su uno spettacolo al centro del paese, in occasione del giubileo cittadino, in cui tutti - «e quando dico tutti intendo tutti» - ebbero una parte, sul palco o dietro le quinte: «Una festa identitaria per più identità». Fu così che alcuni di quei migranti, qualche tempo dopo, si offrirono volontari per aiutare anziani e famiglie a portare i bagagli, «all' epoca la nostra stazione era piuttosto disagiata». Il sindaco approvò: «Per me era un successo che i migranti si sentissero talmente parte della comunità da offrirsi volontari per risolvere un disagio ai loro concittadini, così consegnai loro delle magliette con su scritto il loro nome, e mi creda, erano molto orgogliosi». E i cappelli di paglia?

 

«Erano avanzati dallo spettacolo...». Poi nel 2014 c' è stata la Fiera del Giardinaggio, «e anche lì la loro partecipazione è stata grandissima, negli stand, nei servizi, nell' accoglienza - ricorda Arnold - quindi le sarà chiaro che nel 2015 noi eravamo pronti da almeno tre anni».

votare nella foresta neravotare nella foresta nera

 

Magari non con le infrastrutture - precisa - «ma con la testa».

Da allora, per tutti, quella è diventata la «Gmünder Weg», (la Sonderweg in storiografia definisce la via speciale dello sviluppo economico tedesco nel quadro delle nazioni moderne), un sistema di «dare e avere, che crea responsabilità in chi viene accolto».

 

Ma se fino a qualche tempo fa la strada sembrava tracciata, adesso si è fatta sconnessa: «Il governo, a parole, sostiene l' accoglienza, ma nei fatti la ostacola, rendendo complicato l' accesso al diritto d' asilo, e preferendo la politica delle espulsioni». Il sogno di una Green Card tedesca, che Arnold aveva coltivato come possibile evoluzione del «Wir schaffen das», è sfumato. E al suo posto sono spuntati provvedimenti e ostacoli a chi vuole restare qui per vivere e lavorare: «Sa che tanti delinquono pur di restare in una prigione tedesca in attesa di processo e anche di condanna?»

 

Il risultato di questa stretta, secondo Arnold, non solo non ha convinto l' elettorato di destra, ma ha creato un clima di paura e di ansia. «E se c' è da scommettere sulla paura, l' AfD è più brava di noi, non fosse altro perché non si occupa di trovare soluzioni, ma di alimentare consensi, appunto grazie alla paura».

 

 

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