beppe grillo al circo massimo

AVVISO AI NAVIGATI: GRILLO HA SMESSO DI CAZZEGGIARE CON IL M5S. ORA FA SUL SERIO - ALLA FESTA PER I 10 ANNI DEL MEETUP DI BRESCIA, BEPPEMAO PRIMA FA UN ‘MEA CULPA’ (“NEL 2013 NON ERAVAMO PRONTI, ABBIAMO IMBARCATO CHIUNQUE”) E POI ANNUNCIA LA GRANDE SVOLTA GRILLINA...

1 - GRILLO ARCHIVIA IL MITO WEB DEI “CITTADINI”

Andrea Malaguti per “la Stampa”

 

beppe grillo casaleggio  marcia perugia assisi beppe grillo casaleggio marcia perugia assisi

«Nel 2013 non eravamo pronti, abbiamo imbarcato chiunque». Presentandosi a Brescia per festeggiare i dieci anni del meetup, Beppe Grillo è salito sul palco portandosi sulle labbra un sorriso remoto e si è rivolto alla platea con tre frasi destinate a seppellire per sempre l’armatura esterna di un Movimento apparentemente fondato sul rivoluzionario mito internettiano della democrazia diretta, per trasformarlo in qualcosa di radicalmente diverso.

CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea


Qualcosa di più ovvio e meno futuristico, ma certamente più funzionale al progetto di chi pretende di guidare un Paese: vale a dire un partito. Non ancora il modello classico, ma qualcosa che ha l’evidente obiettivo di trasformare slogan suggestivi e un po’ sgangherati come «uno vale uno» in concreta e forse meno nobile sostanza politica, da consegnare nelle mani e nella testa di una classe dirigente finalmente selezionata in base a criteri di merito e non di click indistinti. 


Un salto di qualità, in fondo, che tradisce ancora una volta le origini, ma che sembra confermare l’idea, non insensata, del tandem Grillo-Casaleggio di avere consolidato il consenso elettorale indipendentemente dal fortunato mantra che consegnava al Movimento due caratteristiche su tutte: l’orizzontalità e l’onestà. Se alla seconda evidentemente non si può rinunciare, alla prima sì. 

GRILLO COMIZIO GENOVAGRILLO COMIZIO GENOVA


Torniamo a Brescia. E alle tre frasi. La prima è quella già citata. «Nel 2013 non eravamo pronti, abbiamo imbarcato chiunque». Ci ha messo due anni per dirlo. E non era facile, perché quando ci si sente in colpa è anche più difficile chiedere aiuto, figurarsi chiedere scusa. D’altra parte la certificazione di un cambiamento di linea, a pochi mesi dalle elezioni in città come Milano, Napoli e Torino, e forse anche Roma, era inevitabile. Nel 2013 lo slogan «uno vale uno» non era una necessità. Era qualcosa di più. Era un valore.

 

GRILLO ENIGRILLO ENI

Nei comizi pre-elettorali Grillo andava ripetendo che anche una casalinga di Voghera avrebbe potuto fare il ministro del Tesoro. Perché? «Perché la casalinga di Voghera non ruba e bada alla famiglia». Ovazioni. Applausi. Voti. Una valanga. A quel punto è arrivata l’esperienza nei palazzi. 


Il rapporto di Grillo con l’esercito dei suoi parlamentari è stato subito controverso. Da principio li osservava con cordialità e curiosità, come si fa con i bambini. Poi, nel giro di poche settimane - segnate da pregnanti dibattiti su microchip impiantati proditoriamente sotto la pelle di ignari cittadini-cavia e meravigliose riflessioni sulle sirene nascoste negli abissi marini - era passato a guardarli come se avesse davanti una sedia vuota o un mozzicone di sigaretta.

 

Li considerava fondamentalmente inutili, capaci soltanto di dichiarazioni destinate a suonare false dalla prima all’ultima parola ma di cui era impossibile mettere in dubbio la sincerità Un battaglione di Forrest Gump. Con qualche considerevole eccezione, Di Maio, Fico, Morra, Ruocco, Di Battista. Pochi altri. Perché mettere tutti sullo stesso piano, allora? Perché lo dice l’infallibile religione del web. Peccato che tra una defezione e l’altra, tra uno scontrino scomparso e una lite su Facebook, Grillo e Casaleggio si siano accorti che invece di produrre cambiamento, lo stavano subendo. 

la notte dell onesta grillola notte dell onesta grillo


Perciò è nato il direttorio, qualcosa che assomiglia molto a una qualunque segreteria del Pd. O di Ncd. Col direttorio, sostenuto da costanti apparizioni televisive (poco importa se in campagna elettorale anche la tv fosse considerata uno strumento demoniaco della casta), i dibattiti surreali sono stati sostituiti da confronti seri. Alleanze no, ma discussioni sì. I consensi, in rovinosa caduta, hanno ricominciato a crescere. Meglio un Di Maio di cento Forrest Gump. Impossibile non prenderne atto. 

grillo briatoregrillo briatore


La seconda frase. «Finora siamo andati a braccio, non c’era una organizzazione, ma adesso ci sarà». È il prezioso corollario della prima. Il Movimento deve avere una struttura in grado di misurare i propri componenti. I meetup come sedi di partito. Affidati alla supervisione di Roberto Fico e Alessandro Di Battista. Chi sei? In che cosa credi? Che esperienza hai? Il tentativo cioè di creare coerenza politica rispetto a un programma condiviso. Perché, va da sé, questo programma, a differenza di quanto accade ora, dovrà esistere al di là di dieci, quindici punti di vaghi principi. 

grillo corre ripreso da agora grillo corre ripreso da agora


Infine la terza frase, che spiega le prime due. «Non sono mai stato così sicuro che se andiamo alle elezioni le vinciamo». Le elezioni. I sondaggi positivi. La scoperta che al Paese della democrazia internettiana importa poco, ma dell’ennesimo cambio della classe politica forse di più. Per questo i cambiamenti di rotta radicali annunciati da un uomo molto abile a dire il vero senza dire tutta la verità. Quella sta venendo fuori da sola. E un po’ deve fargli male. Per creare classe dirigente la devi selezionare. Perché per portare qualcuno in parlamento magari non è necessario stimarlo fino in fondo, ma per lo meno conoscerlo sì.

 

2. GRILLO LANCIA LA FASE 2 DEL M5S

Marco Bresolin per “la Stampa”

 

beppe grillo gambaro beppe grillo gambaro

Addio al partito liquido, maggiore selezione all’ingresso e riorganizzazione - con annesso filtraggio - dei meetup. Beppe Grillo prosegue sulla strada del rinnovamento del Movimento Cinque Stelle e ora, per la prima volta, ammette con un pizzico di autocritica: «Nel 2013 non eravamo pronti». Oggi, a più di due anni dall’ingresso in parlamento, fa un passo avanti: «Finora siamo andati avanti a braccio, senza avere un’organizzazione. Ma adesso ci sarà».


LA GENTE NON BASTA PIÙ

Il capo dei Cinque Stelle ha indicato la via da Brescia domenica sera. L’occasione era il decimo compleanno del locale meetup, uno dei primi nati nel 2005. È salito sul  palco con Vito Crimi nei panni dell’anfitrione e Luigi Di Maio nei panni di Luigi Di Maio (il vicepresidente della Camera era l’unico con la giacca nonostante la calura: «Ha parlato per un’ora senza sudare, ha dei poteri occulti. Il suo sudore si autoprosciuga» ha scherzato Grillo). A parte le immancabili accuse al «sistema»

grillo e crimigrillo e crimi

 

(«Siamo in un regime di dittatura che sta in piedi grazie alla propaganda») e le consuete previsioni politiche («Se andiamo alle elezioni vinciamo noi e in 24 ore sono tutti fuori dai cogl...»), Grillo ha fatto una riflessione importante. Un’ammissione che dimostra come «la gente» non sia in grado di offrire il meglio alla politica. Che se il principio «uno vale uno» può valere al momento del voto, non è detto che si possa applicare anche per chi poi è chiamato a fare politica all’interno delle istituzioni.

 
UN NUOVO FILTRO

In sostanza: Grillo ha capito che serve una maggiore selezione della classe politica, anche di quella a Cinque Stelle. Non basteranno più poche centinaia di voti online per entrare in Parlamento. «Nel 2013 non eravamo pronti. Abbiamo incamerato chiunque. Nei movimenti, nei partiti, arriva di tutto. Gente un po’ frustrata che le ha provate tutte». Serve un filtro. Perché evidentemente, grazie alle capacità e alle competenze individuali, qualcuno vale più di qualcun altro.

GRILLO A ROMAGRILLO A ROMA

 

Bisogna quindi ripartire dal territorio, da quello che è il cuore del movimento: i meetup. E il sistema che è andato avanti fino ad oggi, molto liquido, molto aperto, va rivisto: «Cercheremo di organizzare meglio i meetup» dice Grillo, che ha affidato il compito ad Alessandro Di Battista e a Roberto Fico, due dei cinque membri del «direttorio» creato proprio in un’ottica di ristrutturazione del Movimento. Innanzitutto verranno azzerati quelli regionali: «I meetup hanno ambito territoriale ristretto - si legge in un vademecum stilato dai due parlamentari -. Per la loro stessa natura orientata ai temi locali, non hanno motivo di esistere meetup regionali o nazionali».

 

L’AUTORIZZAZIONE DALL’ALTO

SEGNALETICA ANTI CRONISTI FUORI DALLA RIUNIONE DI GRILLO E GRILLINI ALL AGRITURISMO DI VILLA VALENTE SEGNALETICA ANTI CRONISTI FUORI DALLA RIUNIONE DI GRILLO E GRILLINI ALL AGRITURISMO DI VILLA VALENTE

Ma il vero punto è un altro: i vertici del Movimento cercheranno di fare una sorta di selezione tra i meetup «buoni» e quelli meno buoni. Servirà un maggiore controllo dall’alto. E per evitare sorprese è stato messo nero su bianco un concetto chiarissimo: «La partecipazione al meetup non dà diritto all’uso del simbolo MoVimento 5 Stelle». Di più: «L’uso del nome “Beppe Grillo” sarà inibito qualora gli scopi del meetup fossero evidentemente contrari alle finalità descritte dal suo blog».

 

APRISCATOLE IN SENATO FOTO TWITTER BEPPE GRILLOAPRISCATOLE IN SENATO FOTO TWITTER BEPPE GRILLO

E ancora: «Qualsiasi dichiarazione agli organi di stampa degli iscritti al meetup viene effettuata esclusivamente a titolo personale o di un gruppo di cittadini impegnato su un tema, senza la spendita del nome di Beppe Grillo o del Movimento 5 Stelle». I meetup dunque potranno nascere spontaneamente, ma solo alcuni verranno considerati ufficiali. E l’idea è di trasformarli, poco a poco, in una sorta di sedi territoriali del Movimento. Come succede con le sezioni dei vecchi partiti, ma con un po’ più di controllo dall’alto.

 

3 - UN GIRONE «ELIMINATORIO», LA SVOLTA DI GRILLO PER SELEZIONARE I CANDIDATI

Emanuele Buzzi per www.corriere.it

 

La fase 3.0 del Movimento si avvicina a grandi passi. Dopo l’epoca dei meet-up e il successivo tuffo in politica (con lo sbarco in Parlamento), ora è il momento della strutturazione. Vertici, base e parlamentari sembrano concordare. Beppe Grillo, rivolgendosi agli attivisti di Brescia, oltre alla frase di autocritica sugli errori commessi nel 2013 («abbiamo imbarcato chiunque») ha usato parole proiettate verso il futuro.

 

scemo di guerra beppe grillo coluche i  jvbr scemo di guerra beppe grillo coluche i jvbr

Ha parlato di visione e di organizzazione. Concetti su cui i Cinque Stelle stanno riflettendo per affilare le armi. Il Movimento si prepara a una scossa, a «un abito nuovo» - come lo bolla qualche esponente - che coinvolgerà tutti, dai leader alla base. Alcuni tasselli sono già noti - Grillo stesso ha annunciato anche una piccola rivoluzione in vista per i meet up («Cercheremo di organizzarli meglio») -, altri invece sono un laboratorio di idee. In primis la selezione delle candidature in vista di eventuali Politiche.

 

Beppe Grillo Beppe Grillo

I pentastellati, si sa, invocano a gran voce il ritorno alle urne, ma di sicuro è tramontato il modello delle prime Parlamentarie, quelle con video di presentazione e voto con multipreferenza, di due anni fa. Anzitutto, è possibile che venga valutato online dalla base l’operato di chi è ora alla Camera o al Senato, una sorta di modello recall di fine mandato, un modo anche per evitare un mandato-bis per chi - secondo la Rete - non sia stato all’altezza del compito. Altro punto, sono al vaglio nuovi sistemi per scegliere i futuri parlamentari. «Ci saranno paletti più stringenti, regole di partecipazione più definite», dice un parlamentare.

 

BEPPE GRILLO NUOTA NELLO STRETTO DI MESSINA BEPPE GRILLO NUOTA NELLO STRETTO DI MESSINA

I rumors indicano diversi round - una specie di girone «eliminatorio» - per scremare l’elenco degli aspiranti onorevoli. Si preannuncia anche una maggiore attenzione alle esperienze professionali. Alle amministrative 2016 sono previsti dei test, come quello di Bologna, dove ci sarà un «listino dei competenti», una lista bloccata votata dalla base.

 

«Adesso vedo che entrano professionisti, persone che possono dare un certo apporto», ha sottolineato Grillo a Brescia. L’obiettivo è creare un gruppo, per la prossima legislatura, che abbia «il vero dna dei Cinque Stelle», che sia coeso e rodato già dagli inizi. D’altronde la diaspora degli espulsi e dei dimissionari dà l’idea di quanto fossero divergenti all’interno del palazzo le visioni politiche dei primi parlamentari del M5S. I fuoriusciti - ad eccezione dei deputati di Alternativa Libera - ora sono dispersi lungo (quasi) tutto l’arco costituzionale. Solo per citare qualche esempio, ex Cinque Stelle si trovano nei gruppi di Sel, del Pd, dell’Idv, ma anche di Area popolare, Scelta civica e Gal.

Giancarlo Cancelleri Beppe GrilloGiancarlo Cancelleri Beppe Grillo

 

Comunque, la rivoluzione strutturale del Movimento non toccherà solo gli eletti, ma anche la base. Ad inizio agosto, i membri del direttorio Alessandro Di Battista e Roberto Fico hanno postato sul blog una lettera aperta agli attivisti ricordando loro i principi fondativi e sottolineando l’estraneità alla politica dei militanti.

 

«Si tratta solo di una prima fase», spiega un esponente pentastellato: «Il senso è cercare di tornare a un attivismo sano, che faccia crescere le persone cercando di condividere linee e battaglie». Per il momento non sono previste sovrastrutture, nemmeno delegati territoriali, ma al futuro dei meet up è dedicato ampio spazio all’interno della kermesse dei Cinque Stelle a Imola a metà ottobre.

 

BEPPE GRILLO IN SICILIA DOPO LA TRAVERSATA A NUOTO DELLO STRETTO DI MESSINA BEPPE GRILLO IN SICILIA DOPO LA TRAVERSATA A NUOTO DELLO STRETTO DI MESSINA

Intanto, per la prima volta - nelle ultime due edizioni aveva partecipato Gianroberto Casaleggio - un parlamentare del Movimento parteciperà al Forum Ambrosetti in programma nel weekend a Cernobbio: si tratta della senatrice Barbara Lezzi.

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