BERLUSCONI, POVERO SCEMO - DOPO CHE GLI HA DISTRUTTO IL PARTITO, IL BANANA SBUCCIATO DECIDE DI SFANCULARE RENZI: “NON ERA QUESTO IL PATTO DEL NAZARENO CHE VOLEVAMO’’

http://www.lastampa.it/2015/02/07/italia/politica/berlusconi-c-il-rischio-di-deriva-autoritaria-DTBq0qBlp0Nci2Vd7oC9dO/pagina.html

 

Matteo Renzi e berlusconi Matteo Renzi e berlusconi

«Per come si sta delineando la nuova legge elettorale, con una sola Camera eletta dal popolo, con il terzo premier non eletto dagli italiani, avvertiamo il rischio che vengano meno le condizioni indispensabili per una vera democrazia che ci si possa avviare verso una deriva autoritaria». Berlusconi sceglie il Tg5 per rilasciare un’intervista in cui «archivia» la rottura delle «larghe intese» con Renzi. Pronta dal Partito democratico arriva la replica, via Twitter, di Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e vice-segretaria dei dem. Ma la «rottura» ormai sembra definitiva.  

 

«Non erano questi i patti»  

Berlusconi, dopo sette giorni di caos nel centro-destra, decide di rompere con Renzi. «Non era questo il patto del Nazareno che volevamo, non era questo l’obiettivo che volevamo raggiungere insieme per il bene del Paese: avevamo creduto di poter fare insieme le riforme istituzionali e la legge elettorale e di avere un presidente della Repubblica condiviso. Ma il Partito Democratico non ha rispettato i patti per puri interessi di parte».  

 

Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse

L’ex premier: «Lavorerò per centro-destra unito»  

Ecco allora la necessità di trovare una nuova unità dalla propria parte, dopo i malumori dell’ultima settimana: «Lavorerò con rinnovato impegno perché il centro-destra possa ritornare unito e possa offrire al paese quelle urgenti soluzioni che finché ho avuto l’onore di presiedere il governo avevano garantito agli italiani più benessere, più sicurezza, più libertà». E critica le priorità del governo: «È inaccettabile che il Presidente del Consiglio impegni tutti gli sforzi del governo e del Parlamento per affrontare leggi certamente di rilievo ma che non hanno urgenza alcuna, stante la drammatica situazione in cui versa il Paese». 

RENZI NELLIMITAZIONE DI BERLUSCONI NELLA RECITA PARROCCHIALE DEL RENZI NELLIMITAZIONE DI BERLUSCONI NELLA RECITA PARROCCHIALE DEL

 

Boschi: «Non ci fermerà FI»  

«Ovviamente i numeri ci sono per andare avanti comunque, non possiamo certo fermarci solo perché Forza Italia ci ha ripensato: dalla prossima settimana saremo nuovamente in aula, alla Camera, con le riforme istituzionali», dice il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, rispondendo sul percorso di riforme dopo la «rottura» del Patto del Nazareno. «Mi auguro sempre un ripensamento per il bene di istituzioni e cittadini - ha aggiunto - le riforme le facciamo per il futuro del Paese e non certo per interesse di un partito o dell’altro».  

 

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La “nuova maggioranza”  

Ma a tenere banco oggi è anche il passaggio di diversi parlamentari di Scelta civica al Partito democratico. Un caso che riapre, dentro e fuori dal Parlamento, la ferita dei tanti «ribaltoni» che hanno garantito la sopravvivenza di diversi governi negli ultimi 20 anni. «È una scelta politica», minimizza la Boschi. Ma all’attacco vanno praticamente tutte le opposizioni, dai Cinque stelle a Forza Italia, chiedendo quanto meno le dimissioni dei «voltagabbana imbarcati» da Matteo Renzi.

 

RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMARENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA

Mentre l’esercito dei «volenterosi» (un nome coniato da Silvio Berlusconi per quei parlamentari che sostennero il suo governo nel 2011, dopo lo strappo di Fini, pur non militando nelle file di Forza Italia) continua ad aumentare nel pallottoliere. Tanto che il presidente del gruppo misto della camera, Pino Pisicchio, parla addirittura di 254 cambi di casacca negli ultimi due anni. Da un’infografica pubblicata sulla Stampa i transfughi sarebbero un po’ meno, ma già 184.  

 

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