LEGNATE SU LEGNANO - LA BANCA D’ITALIA FA LE PULCI ALLA BANCA DI LEGNANO, CONTROLLATA DA BPM, E SCOPRE UNA SERIE DI FINANZIAMENTI “FACILI” AD ALCUNI SVIPPATI (TRA CUI GIGI D'ALESSIO E IL COMPAGNO DI VALERIA MARINI) ELARGITI ALL’OSCURO DEL CDA - DOPO QUESTE ‘GENTILEZZE BANCARIE’ L’ISTITUTO, CHE HA UNA PERDITA DI 155 MLN €, HA SILURATO SIA IL DG DELLA BANCA CHE IL DIRETTORE COMMERCIALE…

Carlotta Scozzari per "Finanza & Mercati"

Alta tensione ai vertici della Bpm. Questa volta però, nell'ambito dell'ispezione di Bankitalia sul gruppo Popolare di Milano, a finire nel mirino dell'Authority di Via Nazionale è la Banca di Legnano. Non solo. Parallelamente emergono anche alcuni finanziamenti «facili» che l'istituto controllato da Bpm negli anni passati avrebbe concesso ad alcuni personaggi famosi, tra cui il cantante Gigi D'Alessio.

Tanto per cominciare, il bilancio dell'istituto guidato dal consigliere delegato, Piero Montani, fa sapere che «in data 22 ottobre 2012 è iniziata un'ispezione da parte della Banca d'Italia, volta in particolare a valutare l'idoneità degli interventi realizzati dalla banca per assicurare il superamento delle carenze a suo tempo riscontrate nei precedenti accertamenti ispettivi» oltre a «valutare il rischio di credito della controllata Banca di Legnano». Ma c'è di più.

Secondo indiscrezioni raccolte da F&M, proprio l'istituto lombardo, controllato da Bpm al 97,8%, nei mesi scorsi sarebbe stato al centro di una bufera per via di alcuni finanziamenti giudicati «facili» risalenti agli anni passati (si parla del 2010) e che ora avrebbero difficoltà a rientrare.

Nella vicenda di tali affidamenti, definiti da una fonte «ingenti», sarebbero coinvolti sia Gigi D'Alessio, sia Giovanni Cottone, imprenditore nonché compagno di Valeria Marini. Proprio a seguito di questi fatti, spiega una fonte, l'estate scorsa, sono stati «silurati» il direttore generale di Banca di Legnano, Federico Arosio, sostituito da Giovanni Pipi, il direttore commerciale, Vito D'Aversa, e il responsabile dei controlli.

Il vecchio cda della Banca di Legnano, secondo quanto F&M ha potuto ricostruire, non risultava a conoscenza degli affidamenti, che sarebbero pertanto passati soltanto dai comitati della banca. In ogni caso, nell'ottica di evitare che la faccenda si ripeta, Montani ha preferito spostare direttamente in capo alla capogruppo il compito di supervisionare gli affidamenti oltre una certa soglia.

Tornando a Bankitalia, l'ispezione sul «rischio di credito» della Legnano non dovrebbe essere riconducibile direttamente ai finanziamenti facili. Via Nazionale, in effetti, sta effettuando controlli trasversali tra le maggiori banche italiane con l'obiettivo di arrivare a una «mappatura» delle partite deteriorate.

Tuttavia, la situazione della Legnano non è delle più rosee: al risultato netto consolidato dei primi nove mesi (per Piazza Meda negativo per 105,9 milioni), la banca ha contribuito con una perdita pari a 155,29 milioni, di cui 151,87 di spettanza del gruppo Bpm. Va poi considerato che l'Authority di Palazzo Koch potrebbe avere voluto concentrare l'attenzione sulla Banca di Legnano anche per motivi «tecnici», legati alla fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Alessandria.

 

IGNAZIO VISCO GIGI DALESSIO resize GIOVANNI COTTONE E VALERIA MARINI FEDERICO AROSIO Banca Legnano

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