RECUPERO TASSE (TREMONTI PRENDI APPUNTI) - OBAMA L’HA GIURATA ALLE BANCHE SVIZZERE CHE COPRONO QUEI CITTADINI AMERICANI CHE EVADONO IL FISCO - DOPO CHE UBS HA DECISO DI COLLABORARE (CONVINTA CON UNA MULTA DI 780 MLN $), 4450 EVASORI USA HANNO SPOSTATO I LORO MILIARDI IN ALTRE 10 BANCHE, TRA CUI CREDIT SUISSE - LA CASA BIANCA NON SCHERZA: SE ENTRO DOMANI NON SALTANO FUORI I NOMI DEGLI EVASORI, PRIMA SANZIONI MILIARDARIE E POI UN’INCHIESTA INTERNAZIONALE PER COLPIRE LE BANCHE SVIZZERE…

Maurizio Molinari per "la Stampa"

«Avete tempo fino al 6 settembre per consegnare i dati, poi scatteranno le sanzioni». James Cole, viceministro della Giustizia degli Stati Uniti, ha messo nero su bianco l'ultimatum alle banche svizzere in una lettera consegnata la scorsa settimana al governo di Berna. Washington vuole conoscere i dettagli dei conti bancari intestati a 4450 cittadini degli Stati Uniti che fino allo scorso anno erano clienti della banca elvetica Ubs ma dopo la sua decisione di cooperare con le autorità americane si sono affrettati a spostare i propri averi altrove.

Le indagini finora svolte dal Dipartimento di Giustizia e dal ministero del Tesoro hanno portato ad appurare che sono almeno dieci le banche svizzere che hanno dato ospitalità, e garantito riservatezza, ai 4450 clienti americani sospettati di evasione fiscale. Si tratta del Crédit Suisse e di «nove banche minori», secondo fonti del governo americano, e dopo una prolungata trattativa con Berna il passo compiuto da James Cole lascia intendere che Washington è determinata a varare entro 48 ore una ritorsione basata su sanzioni finanziarie simili a quelle che piegarono le resistenza di Ubs.

Si tratta di pesanti multe che potrebbero essere seguite dall'impossibilità di operare sul territorio americano come anche di effettuare transazioni attraverso istituzioni finanziarie degli Stati Uniti, con la conseguenza di rendere molto difficile la continuazione delle operazioni internazionali.

La replica di Berna al momento arriva con Mario Tour, portavoce del Dipartimento Affari finanziari internazionali, secondo il quale «sono in corso contatti e stiamo cercando di raggiungere una soluzione sulla base delle leggi esistenti». In agosto Berna si era offerta di far conoscere a Washington alcuni gruppi di nomi in vista della firma di un nuovo trattato fiscale bilaterale ma il protrarsi dei negoziati ha causato irritazione nell'amministrazione Obama, determinata a impedire ai cittadini americani di evadere il fisco grazie al segreto bancario garantito dai paradisi fiscali. D'altra parte la decisione di Ubs di collaborare costituisce un precedente, come spiega Peter Henning, ex investigatore del Dipartimento di Giustizia, secondo il quale «Washington non accetterà nulla di meno da quanto è stato fatto da questa banca».

A rendere più tesa la trattativa è il fatto che l'Irs - l'Internal Revenue Service, responsabile per la riscossione delle tasse negli Stati Uniti - si è sentito beffato dai 4450 titolari di conti in Svizzera quando all'indomani dell'intesa con l'Ubs anziché svelarsi si affrettarono a spostare i depositi su altre banche, continuando in questa maniera a sfuggire ai controlli. Si tratta di cittadini americani con depositi di almeno 50 mila dollari accumulati fra il 2002 e il 2010 che ora sarebbero in gran parte al Crédit Suisse e in misura minore in banche private come Julius Baer e Wegelin o in banche cantonali di Zurigo e Basilea.

Nel complesso di tratta di decina di migliaia di conti per un ammontare stimato nell'ordine di miliardi di dollari. Se l'Ubs venne colpita da un multa di 780 milioni di dollari prima della marcia indietro, in questo caso le dieci banche sospettate potrebbero essere obbligate a pagare fino a 2,6 miliardi di dollari prima di essere oggetto di un'inchiesta criminale internazionale destinata a colpire le loro transazioni.

Le banche si rifiutano di seguire l'esempio di Ubs. In agosto Berna ha siglato con Berlino e Londra degli accordi che consentono di mantenere la segretezza sui conti dei rispettivi cittadini imponendogli però di pagare le tasse sugli interessi accumulati ma è una soluzione che per ora Washington non prende in esame.

 

James Cole VICE MINISTRO GIUSTIZIA USAPETER HENNINGBarak Obamaeric holderBERNA - SVIZZERA

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