antonio bassolino

UN BASSOLINO NELLA SCARPA, AHI! - L’EX GOVERNATORE SPERA NELL’INVESTITURA UNITARIA DAL PD COME CANDIDATO SINDACO DI NAPOLI E CHIEDE PRIMARIE SIMULTANEE CON MILANO (DOVE PISAPIA E’ L’UNICA OPZIONE) - DE MAGISTRIS E’ ALLE CORDE

Marco Demarco per il “Corriere della Sera”

 

DE LUCA - BASSOLINODE LUCA - BASSOLINO

«Primarie simultanee a Milano e Napoli, perché queste amministrative valgono da sole un voto nazionale, e Renzi lo sa». La proposta di un rilancio coordinato dell’iniziativa locale del Pd è di Antonio Bassolino, renziano della prima ora nonostante i suoi 68 anni di età e i lontani trascorsi ingraiani e berlingueriani.

 

Dopo mesi e mesi di neoprotagonismo politico legato all’eventualità di una sua ricandidatura; dopo pagine e pagine di giornali con titoli, commenti e sondaggi a lui dedicati, l’ex sindaco-governatore torna ad allungare lo sguardo oltre la siepe vesuviana. A Milano è già deciso: si vota il 7 febbraio.

 

Antonio Bassolino e moglie Antonio Bassolino e moglie

«E lì siamo al governo — spiega — mentre a Napoli, dove tutto è più difficile, una data ancora non c’è. Una ragione in più per accelerare. A quel punto, indicato il giorno del voto e ribadito che quella delle primarie è la strada naturale per scegliere il candidato, ognuno dovrà essere pronto alla competizione. Vale anche per me».

 

L’idea è di un confronto programmatico a tutto campo — «finalmente!» — sulla drammatica concretezza della situazione napoletana. Poi se dal confronto dovesse emergere una candidatura condivisa (a Milano Pisapia, a Napoli un nome equivalente) nulla toglie, lascia intendere Bassolino, che le primarie già fissate possano trasformarsi in primarie confermative.

LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO LIBRO DI BASSOLINO FOTO IL MATTINO

 

Più che sul «se», se candidarsi, il caso Bassolino sembra dunque ridursi al «quando», quando farlo. A riprova di una decisione ormai matura, ecco rispolverati, alla bisogna, alcuni dati elettorali assai eloquenti.

 

Dal 1993, data dell’esordio istituzionale, Bassolino non ha mai perso un’elezione diretta. Si è presentato quattro volte, due per il Comune e due per la Regione, e sempre è stato eletto e confermato, e le seconde volte con percentuali superiori alle prime. Non solo.

 

LUIGI DE MAGISTRIS CON ALCUNI MIGRANTILUIGI DE MAGISTRIS CON ALCUNI MIGRANTI

Alle ultime Regionali a cui ha partecipato, quelle del 2005, l’ex sindaco-governatore raccolse quasi un milione e novecentomila voti di preferenza. Un record assoluto. Altri tempi, certo, «ma stiamo parlando — dicono i fedelissimi — pur sempre di 900 mila voti più di quelli recentemente raccolti da Vincenzo De Luca».

 

Il messaggio è inequivocabile: «Antonio è un usato più che sicuro». Il che vale anche come stoccata allo stesso De Luca, che proprio ieri è tornato ad alzare il suo muro di diffidenza: «Meglio una candidatura unitaria», ha dichiarato sollecitando ciò che nel suo caso invece respinse.

 

luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte 4luigi de magistris raccoglie l'immondizia di notte 4

Sulla questione del «se», Bassolino fa grosso modo questo ragionamento. La mia indecisione sulla candidatura non è tattica. Semplicemente, ho avuto momenti difficili: l’uscita di scena nel 2010, l’isolamento politico, un ricovero d’urgenza. Non è stato facile riprendermi.

 

Ma col tempo ho ricostruito un nuovo rapporto tra politica e vita: le passeggiate sulle Dolomiti, i ritrovati affetti familiari, la passione per i nipotini. Vale la pena rimettere ogni cosa in discussione? Così, dunque, il diretto interessato.

 

luigi de magistris fa visita a una scuolaluigi de magistris fa visita a una scuola

Ed è proprio mentre Bassolino è immerso in questi dubbi che Annamaria Carloni, la sua compagna, rilascia un’intervista in cui dice: «No grazie, abbiamo già dato» e tutto sembra rientrare. Ma sul «se» pesano anche le condizioni di Napoli. Una città «in evidente difficoltà», dice Bassolino tenendosi volutamente basso.

 

Le prove? «De Magistris è messo male, seppure meno peggio di un anno fa». Vuol dire che il sindaco arancione ha saputo gestire la vicenda legata alla legge Severino ricostruendo in parte il rapporto con la città. Ma d’altro lato, fa notare Bassolino, se sul suo operato ci fosse stato un giudizio positivo, staremmo qui a parlare di cosa fare per la Napoli?

 

«Nelle elezioni dirette — spiega — si vota sempre sull’uscente: è sempre lui che vince o perde, il resto è una conseguenza». Nel caso di de Magistris, il giudizio non può che risentire dell’isolamento a cui è stata condannata Napoli.

pisapiapisapia

 

«E quando Napoli si isola dà sempre il peggio di sé», ammonisce Bassolino, ricordando per inciso quando lui dialogava sia con Prodi che con Berlusconi. Ma dopo de Magistris c’è il Pd. Un partito «di non opposizione». In questi cinque anni non ha appoggiato il sindaco né lo ha incalzato. «Né carne né pesce». Anche qui vale l’assioma: se il Pd avesse ben operato, staremmo ancora a parlare di Bassolino?

 

pisapia in corteopisapia in corteo

Sarebbero dunque i fatti recenti più che le conseguenze del passato (l’emergenza rifiuti, l’incompiuta Bagnoli) a spingere per un ritorno. Agli errori di un tempo, Bassolino dedicherà alcune pagine autocritiche del suo prossimo libro «tutto politico» e ancora in cerca di editore. Ma sono i fatti recenti che più lo motivano.

 

E tra questi, quasi commosso, ci mette anche le strette di mano per strada, gli inviti a riprovarci lanciati da sconosciuti, il sostegno esplicito di artisti e intellettuali come Nino Longobardi e Paolo Isotta, e i calorosi abbracci ricevuti in periferia o nei Quartieri Spagnoli, dove nel trentennale della sala Assoli del Teatro Nuovo ha ritrovato Mario Martone e tanti altri protagonisti del cosiddetto Rinascimento napoletano degli anni Novanta.

 

Insomma, il clima sarebbe promettente. «Ecco perché — dice Bassolino — bisogna mettere subito in moto la macchina delle primarie. Primo, perché solo così il Partito democratico può recuperare il rapporto con la città. Secondo, perché solo così Napoli può tornare a sentirsi protagonista».

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…