
BASTA PRENDERSI PER IL CULO: LA TREGUA IN UCRAINA È IMPOSSIBILE – PUTIN NON CEDERÀ A MENO CHE NON GLI SIANO CEDUTE LE QUATTRO (INTERE) REGIONI DI DONETSK, LUGANSK, ZAPORIZHZHIA E KHERSON, CHE OCCUPA SOLO IN PARTE. IL CREMLINO NON HA ALCUNA INTENZIONE DI NEGOZIARE, AL PUNTO CHE METTE IN DUBBIO PERFINO L’IPOTESI DEL VATICANO COME MEDIATORE: “NON ABBIAMO RICEVUTO ALCUNA PROPOSTA” – ZELENSKY CERCA DI CONQUISTARE TRUMP CON GLI AFFARI, MA IL TYCOON SEMBRA IPNOTIZZATO DA “MAD VLAD”
CREMLINO,ANCORA NESSUNA PROPOSTA DI MEDIAZIONE DA VATICANO
(ANSA) - La Russia non ha ricevuto ancora alcuna proposta dal Vaticano per una possibile mediazione sul conflitto in Ucraina, ma "accoglie con favore la disponibilità e gli sforzi di tutti quei Paesi che desiderano contribuire a una rapida soluzione".
Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. "Finora non è stata presa alcuna decisione sulla sede di ulteriori negoziati", ha aggiunto il portavoce, citato dall'agenzia Interfax.
MEME VLADIMIR PUTIN DONALD TRUMP
CREMLINO, 'NON RITARDIAMO IL PROCESSO NEGOZIALE CON KIEV'
(ANSA) - Il Cremlino ha affermato che la Russia non sta ritardando il processo per la preparazione di un memorandum con l'Ucraina per la soluzione del conflitto in Ucraina.
"Nessuno è interessato a ritardare il processo, tutti stanno lavorando in modo dinamico, vi terremo informati", ha detto ai giornalisti il portavoce Dmitry Peskov.
"Naturalmente, gran parte di questo lavoro viene svolto in modo discreto e non dovrebbe essere reso pubblico", ha aggiunto.
LA TREGUA IMPOSSIBILE
Estratto dell’articolo di Marta Serafini per il “Corriere della Sera”
Henry Kissinger, mostro sacro della storia diplomatica moderna, lo aveva detto: «Il negoziatore che pensa di risolvere la disputa grazie alla sua posizione e personalità si ritroverà presto nel purgatorio speciale che la storia riserva a coloro che si misurano sulla base delle parole invece che sui fatti». David Ignatius sul Washington Post scrive che questo dovrebbe essere un monito per Trump.
Dal suo «farò l’accordo tra Mosca e Kiev in 24 ore» a oggi sono passati ben più di 100 giorni e non solo la pace a detta di tutti è lontana, ma anche qualora si riuscisse a far sedere al tavolo Vladimir Putin non c’è alcun tipo di garanzia che possa essere durevole.
NEGOZIATI DI PACE BY LELE CORVI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
[…] A Ovest […] lo ripetono tutti ormai da giorni: il leader del Cremlino non ha intenzione di fermarsi.
Putin continua a ribadire le sue richieste (riconoscimento dell’annessione della Crimea, annessione dei 4 territori occupati compresi quelli che non controlla integralmente, no all’ingresso di Kiev nella Nato, resa dell’Ucraina e sua smilitarizzazione).
In pratica, vuole portarsi a casa il piatto. Ma ha in mano una coppia, il Donetsk e Lugansk, e fa credere di avere una doppia con Kherson e Zaporizhzhia che però non controlla del tutto e dunque non ha.
E Zelensky? Il presidente Usa gli ha detto sprezzante più volte: «Non hai carte in mano». Ma non è esattamente così. Ieri — scrive Axios — gli alleati europei si sono detti scioccati dalla deferenza mostrata da Trump nei confronti di Putin.
I «Volenterosi» stanno tenendo il punto e sono al fianco di Kiev. Hanno varato un nuovo pacchetto di sanzioni e parlano di esercito comune perché sanno che se l’Ucraina dovesse cadere sotto controllo russo, gli equilibri di tutto il Vecchio continente sarebbero stravolti.
E guardano con preoccupazione al rafforzamento delle basi di Mosca al confine con la Finlandia e gli Stati baltici e alle campagna di sabotaggio nei Paesi dell’Est europa.
D’altro canto, a Kiev stanno collaborando con Washington a livello economico, ben consapevoli di quanto Trump tenga all’argomento (in questo senso è da leggere la firma dell’accordo sulle terre rare e l’apertura ieri di Zelensky a una zona di libero scambio con gli Usa).
attacco missilistico russo a kryvyi rih 4
E non solo. Gli ucraini si stanno difendendo con droni fatti in casa che hanno messo in ginocchio la flotta russa nel Mar Nero.
Il tutto senza comprare armi da nessuno: cioè con la possibilità di proporsi un domani come un nuovo hub di produzione di armi utile a tutto l’Occidente per fare fronte alle minacce da Oriente.
Scrive Ignatius: «Trump ha la possibilità di contribuire alla mediazione di un accordo che porrebbe fine al conflitto più violento della nostra epoca.
Ma se non troverà la pazienza di una trattativa dura e ben organizzata con Putin, l’Ucraina non avrà altra opzione che cavarsela da sola, lasciando a Trump una macchia nera invece di una medaglia».
DONALD TRUMP GIOCA A HOCKEY CON PUTIN - IMMAGINE GENERATA DALL IA
A lui la scelta.
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