BAVAGLIO BIPARTISAN PER LE PROCURE? - DOPO IL CASO NAPOLETANO, NON C’È BANANA CHE TENGA: IL GARANTE DELLA PRIVACY INTERVIENE SULLE INTERCETTAZIONI - DELIBERA DELL’UFFICIO GUIDATO DAL PD ANTONELLO SORO E DALLA “MODERATA” AUGUSTA IANNINI PER VERIFICARE EVENTUALI “FALLE” NEGLI UFFICI GIUDIZIARI E LE MISURE CONTRO LE FUGHE DI NOTIZIE - NEL MIRINO (PER ORA) VENEZIA, BOLOGNA, PERUGIA, POTENZA E CATANZARO….

Liana Milella per "la Repubblica"

Intercettazioni di nuovo alla ribalta. Stavolta non è la famosa legge bavaglio a strappare un titolo visto che da tempo è in stand by su un binario morto alla Camera. Ad agitare il mondo delle procure è una decisione assunta giusto la settimana scorsa dal nuovo staff che, da metà giugno, guida l'ufficio del Garante della privacy. A sorpresa, con una delibera di quattro pagine che già sta provocando allarme, il Garante interviene nel delicato equilibrio delle intercettazioni.

Il presidente Antonello Soro e la sua vice Augusta Iannini, il primo ex capogruppo Pd alla Camera, la seconda ex magistrato e soprattutto ex direttore dell'ufficio legislativo del ministero della Giustizia, in via Arenula per dieci anni, stabiliscono che è tempo di "entrare" nelle procure per vedere se, nella gestione delle intercettazioni, pm e polizia giudiziaria rispettano fino in fondo le regole della protezione dei dati personali e ne tutelano l'effettiva riservatezza oppure se la macchina presenta dei "buchi" e, se sì, di che "buchi" si tratta.

Sottoscrivono l'atto anche gli altri due componenti dell'ufficio che si affaccia in piazza Montecitorio, Licia Califano, costituzionalista di Urbino eletta su suggerimento del Pd e Giovanna Bianchi Clerici, ex Lega ed ex Cda Rai, indicata dalla destra.

Per ora, destinatarie della "visita" del Garante saranno cinque procure, scelte a campione tra quelle di medie dimensioni: Venezia, Bologna, Perugia (giusto l'ufficio che indaga sui magistrati di Roma), Potenza, Catanzaro. Ma è solo un inizio perché, da quanto si può capire scorrendo la decisione - che Repubblica ha visionato - non si tratta che di un primo esperimento. L'intenzione dell'Authority è verificare se negli uffici esistono le condizioni negative prodromiche alle fughe di notizie.

Chi, in questi giorni, ha ricevuto annuncio e testo dell'iniziativa del Garante non ha potuto fare a meno di ricordare che proprio Augusta Iannini, votata dalla Camera il 6 giugno e divenuta vice-Garante dieci giorni dopo, sia stata "vittima" di una fuga di notizie per via di una vecchia intercettazione in cui si parlava della sua vita privata. Non solo.

La stessa Iannini è di certo la maggior esperta di norme sugli ascolti visto che, negli anni al ministero, ha seguito la tormentata storia della legge Alfano, nonché il braccio di ferro tra Berlusconi e la presidente finiana della commissione Giustizia Giulia Bongiorno. C'era sempre lei a palazzo Grazioli, accanto all'ex Guardasigilli Alfano e all'avvocato Niccolò Ghedini, nelle trattative sul ddl.

E allora, visto che ormai nessuno scommette un euro sul fatto che il Pdl riesca a spuntare la battaglia sulla nuova legge, tocca inventarsi altro. La trovata del Garante punta proprio, com'è scritto nella delibera, a verificare se chi maneggia uno strumento così delicato e invasivo della privacy, è in grado di mettere in campo le misure per evitare clamorose fughe di notizie.

L'articolo 160 del codice della privacy, secondo quanto sostengono i dirigenti dell'Authority, disciplina gli accertamenti e, di conseguenza, consente le verifiche sulle modalità di trattamento anche dei dati sensibili in materia giudiziaria. La delibera sfrutta questo puntello e specifica che tutto sarà fatto "d'amore e d'accordo" con le procure. Né forzature, né ingressi non concordati, ma va da sé che l'idea stessa del controllo lascia trasparire l'ipotesi che se fughe di notizie ci sono ciò dipende dal fatto che mancano le condizioni per evitarle e che i magistrati ne sono i responsabili.

La verifica, che si cerca di presentare come "dolce", comporterà in realtà un vero e proprio ingresso del delegato della Privacy negli uffici giudiziari e ciò amplifica la portata dell'intervento. Intanto per la novità dell'accertamento, mai effettuato finora, e per la sua estrema delicatezza.

Sorgono spontanee molte domande che i magistrati si stanno già facendo: che accadrà se il Garante dovesse verificare che le procure non offrono adeguate garanzie sulla riservatezza dei dati? Le procure accetteranno questa "invasione" del Garante"? Ma soprattutto: potrà esserci un rischio per le inchieste in corso nelle quali sono in atto registrazioni di conversazioni?

A piazza Montecitorio, per adesso, sono fermi sulla decisione. Che coinvolge ogni tipo di intercettazione, anche quelle di natura preventiva e si appoggia su un precedente: nel dicembre 2005 lo stesso Garante lavorò sulle aziende che effettuano materialmente gli ascolti per verificarne le condizioni di sicurezza. Da qui alle procure il passo viene considerato legittimo. In attesa delle inevitabili polemiche per quella che rischia di essere considerata come una pericolosa intromissione.

 

GIORGIO NAPOLITANO ingroia ingroiaPRIVACY TELEFONINO CELLULARE ANTONELLO SORO E FIGLIE AUGUSTA IANNINI resize

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…