giorgia meloni beatrice venezi

UNA SCELTA BE-ATROCE! L’IPOTESI DI NOMINARE BEATRICE VENEZI COME DIRETTORE STABILE DEL TEATRO "LA FENICE" DI VENEZIA FA INSORGERE LE ORCHESTRE CHE MINACCIANO DI NON SUONARE CON LA BACCHETTA NERA MELONIANA – I DEM ATTACCANO: “SIAMO DI FRONTE AL METODO DI FRATELLI D’ITALIA: OCCUPAZIONE DELLE POLTRONE NELLE ISTITUZIONI CULTURALI” - IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI (NOMINATO TRA LE POLEMICHE E CONSIDERATO ANCHE LUI FRUTTO DI UNA SCELTA CARA AL GOVERNO) FRENA: “BEATRICE VENEZI? NON C’È ANCORA NULLA DI DECISO” - LE POLEMICHE PER LA PRESENZA AL G7 DELLA CULTURA DOPO GLI ATTACCHI DI MARIA ROSARIA BOCCIA SUL DOPPIO COMPENSO (“VENEZI È CONSIGLIERA RETRIBUITA DAL MINISTERO MA DIRIGERÀ L’ORCHESTRA, PAGATA, AL G7”)

Gianmarco Serino per https://mowmag.com 

BEATRICE VENEZI

 

Alla Fenice di Venezia è in arrivo una nomina che sta già facendo discutere: Beatrice Venezi come direttore d’orchestra stabile. Diverse orchestre avrebbero già manifestato la volontà di non suonare con lei.

 

La domanda che circola negli ambienti musicali è provocatoria: se un grande maestro come Riccardo Muti avesse la tessera di Fratelli d’Italia, ci sarebbe lo stesso rifiuto? Vale la pena sacrificare il prestigio della Fenice per una tessera di partito? 

 

NICOLA COLABIANCHI

Il contesto è reso ancora più complesso dalle dinamiche interne al teatro. L’ex direttore artistico Fortunato Ortombina, oggi alla Scala, aveva già preparato il programma della stagione in corso. Il nuovo sovrintendente e direttore artistico della Fenice, Nicola Colabianchi, arrivato dal Teatro Lirico di Cagliari, è stato nominato tra le polemiche, anche lui considerato frutto di una scelta politica. Per ragioni anagrafiche resterà in carica solo un anno e, trovandosi un cartellone già pronto, non ha potuto incidere sulla programmazione.

 

BEATRICE VENEZI

La sua decisione di nominare Venezi rischia quindi di avere un impatto limitato nel breve periodo, ma potenzialmente pesante per il successore, che dovrà gestire le tensioni tra politica, orchestre e pubblico. Una vicenda che riapre la discussione sul ruolo della politica nei teatri d’opera italiani, e su quanto sia opportuno che il palcoscenico diventi terreno di scontro ideologico anziché spazio di pura musica. 

 

VENEZI E L’IPOTESI FENICE, IL PD: «È IL METODO DI FDI PER OCCUPARE LE POLTRONE» 

Camilla Gargioni per https://www.nuovavenezia.it 

 

fortunato ortombrina

Bastano le prime indiscrezioni sulla possibilità che la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi possa approdare alla Fenice che il dibattito dal tavolo artistico passa a quello politico. Non c’è nulla di ufficiale, lo stesso ruolo che potrebbe ricoprire è incerto: c’è chi parla di direttore d’orchestra stabile, chi immagina un incarico più vicino alla direzione artistica, chi ancora dice di più semplice consulenza. 

 

 

La direttrice d’orchestra Venezi alla direzione della Fenice: ipotesi al vaglio 

Si rincorrono le voci sulla prossima nomina della direttrice e pianista nel Teatro a Venezia. Il sovrintendente Colabianchi frena: «Una possibilità come tante altre, non c’è ancora nulla di deciso». Mercoledì 17 l’incontro con i sindacati 

 

La direttrice d'orchestra Beatrice Venezi 

BEATRICE VENEZI E BIANCA GUACCERO - VIVA PUCCINI

Ma nel giro di voci, la politica già si schiera. «Le indiscrezioni sull’eventuale arrivo di Beatrice Venezi alla Fenice non possono essere ridotte a una semplice questione artistica: siamo di fronte al metodo ormai tipico di Fratelli d’Italia al governo, quello dell’occupazione delle poltrone nelle istituzioni culturali», dichiara il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale Giuseppe Saccà. 

 

Guardando alla sola Venezia, a livello politico, le maggiori fondazioni culturali sono guidate da figure vicine a Fratelli d’Italia: dal sovrintendente della Fenice, Nicola Colabianchi, al presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco. Tant’è che di Beatrice Venezi se ne era parlato già alla nomina del presidente della Biennale, immaginandola legata al settore Musica dell’istituzione veneziana. Poi, prima ancora che fosse confermata la nomina di Colabianchi, già la si immaginava sul podio del teatro di San Fantin. Poi, le visite frequenti in città (dal Conservatorio alla Mostra del Cinema) hanno alzato la soglia d’attenzione. 

beatrice venezi

 

«La Fenice è un teatro di rilevanza internazionale e merita scelte trasparenti, fondate su competenze e professionalità», sottolinea Saccà, «non decisioni calate dall’alto per ragioni di vicinanza politica». E aggiunge: «Il nostro principale teatro deve restare all’altezza della sua storia e della sua missione culturale: qui devono contare soltanto i talenti e le capacità, non le aderenze partitiche». 

 

È proprio sul tasto delle competenze e delle capacità che preme il senatore veneziano di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon. «Non mi occupo delle scelte artistiche della Fenice», sottolinea, «Sono comunque certo che presidente e sovrintendente sapranno fare le scelte migliori, senza pregiudizi, e guardando curriculum e professionalità di chi dovrà svolgere funzioni importanti». 

 

 

beatrice venezi

Dal lato dei rappresentanti dei lavoratori, non si vogliono anticipare reazioni a qualcosa che ancora ha la forma di una voce. L’attesa è per l’incontro del prossimo 17 settembre, tavolo già in programma per discutere di organizzazione del lavoro, in cui si proverà a render ragione di queste voci. «Sono anche io al corrente delle voci che circolano», ha detto alla Nuova il sovrintendente Nicola Colabianchi, «ma sono prive di fondamento, non c’è nulla di deciso. Stiamo facendo delle valutazioni, ci confronteremo con l’orchestra come è giusto che sia. L’incarico a Venezi come direttore è una possibilità come ce ne sono tante altre». 

NICOLA COLABIANCHI beatrice venezi foto di bacco (2)beatrice venezi concerto g7 pompeibeatrice venezi foto di bacco (2)

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…