macron neri

MACRON, VISTO DA DESTRA - BELPIETRO: “SI E’ MESSO A FARE UN PO' IL GALLO, ARRUFFANDO LE PIUME, NELLA SPERANZA DI DIMOSTRARE LA SUA FORZA E RECUPERARE UN PO' NEI SONDAGGI CHE LO VEDONO AL MINIMO STORICO” - SENALDI: “È IN CRISI DI NERVI E NON SA CHE FARE PER RISOLLEVARSI, UN PO' COME IL PD DA NOI, CHE INFATTI LO SOSTIENE. AVREMMO DOVUTO RITIRARE NOI L'AMBASCIATORE, INVECE ABBIANO SEMPRE ABBOZZATO…”

maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (2)

1 - MACRON DISPERATO DICHIARA GUERRA ALL'ITALIA

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

I giornali francesi sostengono che Emmanuel Macron sia un po' nervosetto. Da quando si è insediato all' Eliseo non c' è niente che gli vada per il verso giusto. Divenuto presidente, pensava che quello sarebbe stato il suo trampolino di lancio per costruirsi una carriera da statista europeo. Invece il suo si è rivelato un salto nel vuoto, con un alto rischio di schiantarsi a terra. Intendiamoci, guidare un Paese come la Francia, la cui grandeur s' è conservata solo nelle ambizioni, non dev'essere facile.

 

macron conte

Se ne accorse anche il predecessore di Macron, il quale venendo dopo Nicolas Sarkozy riteneva che la sua sarebbe stata una passeggiata. In realtà Francois Hollande capì subito che invece la camminata sarebbe stata sui carboni ardenti e per questo si consolò tra le braccia della giovane Julie Gayet, un'attrice per cui liquidò la compagna Valérie Trierweiler. Anche Sarkozy mitigò le tensioni dovute alle difficoltà del ruolo consolandosi con Carla Bruni. Al povero Emmanuel, invece, tocca Brigitte, più che una moglie una nonna, e le serate non devono essere particolarmente allegre.

 

EMMANUEL MACRON

Risultato, ogni tanto monsieur le president si fa sopraffare dall'ira e gli scappa di picchiare i pugni sul tavolo per rimarcare di essere il comandante in capo. Dev'essere questa la ragione per cui ieri se l' è presa con l'Italia, richiamando l'ambasciatore. La sua non è stata una dichiarazione di guerra solo perché di questi tempi non si fanno le guerre. Ma se avesse potuto, Macron avrebbe schierato le sue truppe al confine, dando prova di avere i muscoli. Oddio, uno schieramento i francesi l'hanno già messo in atto, disponendo i gendarmi lungo la frontiera. I poliziotti di Parigi hanno l'ordine di non lasciar passare nemmeno uno spillo che sia immigrato.

 

EMMANUEL MACRON IN PREGHIERA

Dunque, non soltanto appena trovano che uno abbia varcato le barriere nazionali lo prendono e lo riportano indietro, ma ora si sono messi anche a setacciare i convogli ferroviari, bloccandoli fino a che non sono certi che a bordo non vi sia neppure un passeggero extracomunitario.

 

A un capotreno italiano che si è azzardato a chiudere le porte prima che i doganieri avessero completato le perlustrazioni delle carrozze a caccia di stranieri, è stata contestata l' interruzione di pubblico servizio, con la minaccia di arresto. Nella foga di inseguire gli immigrati, una pattuglia transalpina ha addirittura sconfinato in casa nostra, rischiando a sua volta le manette.

 

EMMANUEL MACRON BRIGITTE GILET GIALLI

Insomma, i nervi sono tesissimi, e non sono certo quelli fra Italia e Francia, ma semmai quelli dell' inquilino dell' Eliseo. Il quale da settimane è nel mirino dei gilet gialli, che corteo dopo corteo hanno ottenuto che il presidente procedesse a passo di gambero, smontando una a una gran parte delle riforme su cui aveva basato la sua riscossa economica. I gilet gialli ormai sono l' ossessione di Macron, il quale li vede ovunque e li teme più di Marine Le Pen, convinto che vogliano spodestarlo.

 

Così, quando ha visto che il grillino Luigi Di Maio si faceva fotografare in compagnia dei capi della rivolta, non ci ha visto più e ha richiamato l' ambasciatore. Neppure il dossier sulla Tav, che il vicepremier grillino gli aveva fatto recapitare come regalino, addirittura prima di mostrarlo a Matteo Salvini, è bastato a tranquillizzarlo. Il ramoscello d' ulivo dell' analisi costi-benefici non è parso sufficiente.

 

UOVO IN FACCIA A MACRON

Così Macron è andato alla guerra contro il nostro Paese, convinto che dopo le polemiche sul franco delle colonie e i selfie con i gilet gialli si fosse passato il segno, invadendo l' autonomia francese. Monsieur le president cerca insomma di fare un po' il gallo, arruffando le piume, nella speranza di dimostrare la sua forza e recuperare un po' nei sondaggi che lo vedono al minimo storico.

 

Certo, l'argomento scelto per gonfiare il petto e mostrare i bargigli non è il più convincente possibile. Soprattutto se a fare l' offeso è colui che pochi mesi fa, rivolgendosi all' Italia, disse che la nostra posizione in fatto di immigrati «è vomitevole e immonda», denunciando «il cinismo e l' irresponsabilità del nostro Paese». Lo stesso capo di Stato che mesi fa ha ricevuto all' Eliseo Roberto Saviano come se si trattasse del capo di un' opposizione perseguitata in Italia.

 

macron alle antille con maschioni 1

Tuttavia Macron deve aver pensato che se in Francia non gli riesce di mostrare il pugno di ferro, forse valeva la pena di provare a esibirlo fuori dai confini nazionali, confidando di dare prova della sua statura politica.

 

Noi siamo del parere che forse sarebbero state sufficienti un po' di gocce di Xanax, così da non perdere la pazienza, ma tant' è. E alla fine anche questo scatto di nervi passerà.

Ps. L' unico rischio che intravediamo è dato dal Pd, i cui vertici sono subito andati in soccorso del presidente francese, dissociandosi dai comportamenti della maggioranza pentaleghista. Essendo noto che da tempo nel Partito democratico non ne azzeccano una, c'è il pericolo che la solidarietà di Martina e compagni per Macron sia il bacio della morte.

pietro senaldi

 

2 - EMMANUEL E’ DIVENTATO PIU’ DISPERATO DEL PD

Pietro Senaldi per “Libero quotidiano”

 

I francesi hanno l' invidiabile capacità di prendersi dannatamente sul serio, mentre il nostro sport nazionale è piangerci addosso per poi riderci sopra. Questo aiuta loro a ottenere rispetto e riuscire ad aver ragione pure se hanno torto, quando a noi invece spesso capita di passare per fessi anche se ogni evidenza logica è dalla nostra. Talvolta però il gioco delle parti si inverte. Succede allorché i galletti d' Oltralpe gonfiano il petto e fanno chicchirichì a sproposito senza rendersi conto di diventare ridicoli e il nostro umile pragmatismo li sgonfia, affondando il loro orgoglio come una forchetta che penetra il sufflé.

 

macron alle antille con maschioni 2

È quanto accaduto nell' ultima crisi diplomatica tra il nostro governo e il presidente Macron, che ha richiamato in patria l'ambasciatore francese a Roma accusandoci di «attacchi senza precedenti». L' ultima volta che è successa una cosa del genere era il 1940 e Mussolini aveva appena dichiarato guerra. Ieri invece le motivazioni del gesto erano molto più banali.

 

A infastidire il marito di Brigitte sono stati il viaggio in Francia di Di Maio e Di Battista per incontrare i gilet gialli, che da mesi ogni fine settimana invadono Parigi per protestare contro di lui, e il blitz dei capitreno italiani, che estenuati dai lenti controlli dei gendarmi francesi sui nostri convogli al confine, hanno dato ordine alle locomotive di ripartire benché i meticolosi agenti fossero ancora a bordo. L'avesse ordinato Salvini, l' avrebbero già indagato per sequestro di persona.

MACRON SMARTPHONE 2

 

Anche se non siamo abituati, stavolta ci tocca dare ragione ai grillini. Si consolino, Macron è la dimostrazione che non bisogna disperare, c'è sempre qualcuno di peggio in giro. Di Maio e Di Battista i guai li fanno in patria, ma in Francia non hanno fatto nulla di male. Hanno incontrato gente che scende in piazza contro di lui, e questo al banchiere di Parigi può non aver fatto piacere, è comprensibile, ma non è una scortesia istituzionale e tantomeno una provocazione. Pure il capo dell' Eliseo ha rapporti con persone che in Italia sono all' opposizione, ma non per questo il nostro governo ritira l' ambasciatore da Parigi.

 

LUI È PEGGIO DI ME

MACRON SMARTPHONE

Monsieur le président ancora protegge nel suo Paese una decina di terroristi latitanti condannati qui da noi ma non per questo l'Italia interrompe i rapporti diplomatici. Come si permette lui di farlo se una nostra delegazione politica incontra cittadini francesi liberi?

 

Se Macron ritiene che siano dei criminali, li arresti, o quanto meno li faccia indagare, visto che in Francia, Paese fortunato, le Procure dipendono dal governo e non viceversa come qui da noi, dove se un ministro canta fuori dal coro la magistratura gli fa la guerra. Finché i gilet gialli sono liberi, significa che non sono criminali, e quindi incontrarli non è un reato.

Ancora più banale l' episodio del treno.

 

BENALLA E MACRON

È stato documentato con dei video che i gendarmi francesi sconfinano sistematicamente con furgoni carichi di immigrati che scaricano clandestinamente in Italia. Un anno fa, a Bardonecchia, sono entrati, pistola alla mano, in un centro di soccorso migranti di confine ordinando perquisizioni corporali. Al confine di Ventimiglia salgono sui vagoni e si comportano con i passeggeri in arrivo dall' Italia come i soldati tedeschi con i prigionieri da deportare. Il tutto, impuniti, mentre un' episodica reazione italiana d' insofferenza viene elevata a incidente diplomatico.

 

PRESUNZIONE D' IMPUNITÀ

BENALLA E MACRON

La spiegazione è una sola: i francesi credono di poter fare quello che gli pare, indifferentemente dalla circostanza che siano a casa loro o nel nostro Paese. Macron ha definito «vomitevole» il nostro governo, Sarkozy ha spernacchiato Berlusconi in mondovisione, Parigi ha impedito a Fincantieri di comprare i cantieri di Saint-Nazaire, violando le regole europee, mentre fa shopping in Italia da decenni, in agricoltura i cugini d' Oltralpe usano Bruxelles per favorire i loro prodotti a discapito dei nostri. Avremmo dovuto ritirare noi l' ambasciatore, invece abbiano sempre abbozzato, e ora ci ritroviamo accusati di comportamenti aggressivi. Siamo al paradosso.

 

macron

Ma l'esagerazione è anche il segnale della debolezza estrema di Macron, che la butta in rissa e fa leva sull' orgoglio alla disperata ricerca di un consenso dissoltosi più velocemente di quanto si creò. Emmanuel, il banchiere che sbaglia, è in crisi di nervi e non sa che fare per risollevarsi, un po' come il Pd da noi, che infatti lo sostiene, il che non ci stupisce. Più sbalorditivo è invece l' appoggio che gli ha dato Forza Italia, attraverso Tajani, il quale, pur di dare contro a Salvini e ai grillini, giustifica il comportamento dell' Eliseo. Ci sono tanti modi per farsi male, piegare il ginocchio di fronte a Macron è tra i più letali, perché rende impossiblie rialzarsi.

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron john elkann donald trump

DAGOREPORT – A PARIGI SI VOCIFERA CHE MACRON SIA UN PO' INCAZZATO CON JOHN ELKANN PER LA SUA AMERICANIZZAZIONE FILO-TRUMP (VEDI LA VISITA CON LA JUVE AL SEGUITO, ALLA CASA BIANCA) - IN BALLO LA GESTIONE DI STELLANTIS, GRUPPO AUTOMOBILISTICO DI CUI LA FRANCIA POSSIEDE IL 6,2%: DOPO TAVARES, MACRON VOLEVA UN CEO FRANCESE MA TRUMP SI E' OPPOSTO, ED E' ARRIVATO L’ITALIANO FILOSA - I CONTI IN ROSSO DI STELLANTIS PREOCCUPANO YAKI, COME DEL RESTO L’EDITORIA CHE NON GENERA PROFITTI MA SOLO ROGNE COL GOVERNO MELONI. E A PRENDERSI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NON CI PENSA PIU' NESSUNO (IMPOSSIBILE RIBALTARE LA LORO LINEA ANTI-GOVERNATIVA) - LA TENTAZIONE DI ELKANN DI MOLLARE TUTTO PER DEDICARSI AGLI INVESTIMENTI FINANZIARI DI EXOR È OGNI GIORNO PIU' ALTA, MA LA SOLUZIONE STENTA, PER ORA, A FARSI AVANTI...

ursula von der leyen donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT - COME MAI IL SEMPRE LOQUACE EMMANUEL MACRON TACE DI FRONTE ALL’UMILIAZIONE EUROPEA CON TRUMP SUI DAZI? IL TOYBOY DELL’ELISEO, CHE SI È SPESO PER NON SCENDERE A COMPROMESSI CON IL TYCOON (ERA IL FAUTORE DELLA LINEA DURA, CONTRO QUELLA MORBIDA PROPUGNATA DAL DUO MELONI-MERZ), HA PREFERITO CONTATTARE DIRETTAMENTE URSULA VON DER LEYEN. E LE HA POSTO TRE DOMANDE: 1) HAI PARLATO CON TRUMP DELLA WEB TAX? 2) CHI FIRMERÀ L’ACCORDO MONSTRE PER L’ACQUISTO DI 750 MILIARDI IN ENERGIA USA? 3) CHE FINE FANNO I CONTRATTI GIÀ FIRMATI CON ALGERIA, QATAR, AZERBAIGIAN? LI STRACCIAMO?

giorgia meloni

DAGOREPORT - DOPO TRE ANNI DI FANFARE E BACI, UNA MELONI IN COSÌ TOTALE DIFFICOLTÀ NON S'ERA MAI VISTA - PER ESSERE COERENTE AL SUO ATTEGGIAMENTO DA "PONTIERA" USA-UE, FAVOREVOLE ALLA TRATTATIVA IN GINOCCHIO DI URSULA CON IL BOSS DELLA CASA BIANCA, MELONI È FINITA NEL TRITACARNE, FATTA LETTERALMENTE A PEZZI NON SOLO DALL'OPPOSIZIONE MA DA TUTTI: PER CONFINDUSTRIA, COLDIRETTI, FEDERACCIAI, CISL, ETC.: "L'ACCORDO CON TRUMP È UNA CAZZATA" - FUORI CASA, IL DILUVIO: LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' È STATA RIDICOLIZZATA PURE A DESTRA DAL LEPENISTA BARDELLA ALL'ANTI-UE, ORBAN – QUANDO IL SUO ALLEATO TRATTATIVISTA MERZ HA RINCULATO, TERRORIZZATO DAI POSSIBILI CONTRACCOLPI ALLA MAGGIORANZA DEL SUO GOVERNO, LA "PONTIERA" (SENZA PONTE) E' FINITA DA SOLA, COL CERINO IN MANO, A DIFENDERE URSULA VIOLENTATA DAL CETRIOLO DI TRUMP, MA GUARDANDOSI BENE DAL RIVENDICARE L'AMICIZIA (IMMAGINARIA) COL "PADRINO" DELLA CASA BIANCA – SE IL SOGNO MELONIANO DI AGGANCIARE FDI AL PPE SI ALLONTANA, LA RINTRONATA URSULA RIMARRÀ AL SUO POSTO: ALTERNATIVA NON C'È, HANNO TUTTI PAURA CHE LA DESTRA DEI ''PATRIOTI'' CONQUISTI BRUXELLES...

ursula von der leyen donald trump friedrich merz giorgia meloni emmanuel macron

DAGOREPORT - SIAMO DAVVERO SICURI CHE L’UNICA GRANDE COLPEVOLE DELLA ''DOCCIA SCOZZESE'' EUROPEA, COI DAZI TRUMPIANI AL 15%, PIÙ PESANTI IMPOSIZIONI SU GAS E ARMI, SIA LADY URSULA? - SE TRUMP NON DEVE RENDERE CONTO A NESSUNO, URSULA SI RITROVA 27 PAESI ALLE SPALLE, OGNUNO CON I SUOI INTERESSI, SPESSO CONFLIGGENTI: MENTRE MACRON AVREBBE VOLUTO USARE IL BAZOOKA CONTRO IL ''DAZISTA'', COME LA CINA, CHE HA TENUTO TESTA, DA VERA POTENZA, A WASHINGTON, MERZ E MELONI ERANO PER IL “DIALOGO”, TERRORIZZATI DALLE “VENDETTE” POLITICHE CHE TRUMP AVREBBE POTUTO METTERE IN ATTO (UCRAINA, NATO, MEDIORIENTE) - MELONI SA BENE CHE IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE: LA STANGATA SULL’ECONOMIA ITALIANA DOVUTA AI DAZI SI ANDRÀ AD ACCAVALLARE ALLA FINE DEL PNRR E AI SALARI PIÙ BASSI D’EUROPA - SE L'AUTUNNO SARA' ROVENTE, NON SOLO ECONOMICAMENTE MA ANCHE  POLITICAMENTE (CON IL TEST DELLE REGIONALI), IL 2026 SI PREANNUNCIA DA SUDORI FREDDI... 

riccardo muti concerto agrigento alessandro giuli

DAGOREPORT - “AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025” DOVEVA ESSERE PER IL MINISTERO GIULI-VO UN “APPUNTAMENTO CON LA STORIA” ED È FINITO NEL SOLITO “APPUNTAMENTO CON LA CASSA” - PER “INTERPRETARE IL SENSO DI UNA MEMORIA CONTINENTALE EURO-AFRICANA CONDIVISA E FARNE IL FERMENTO DI UN RITROVATO BENESSERE INDIVIDUALE DI CRESCITA COLLETTIVA” (SEMPRE GIULI), COME È POSSIBILE CHE LA REGIONE SICULA ABBIA SBORSATO LA FOLLIA DI 650MILA EURO PER UN SINGOLO CONCERTO NELLA VALLE DEI TEMPLI DELL’ORCHESTRA GIOVANILE CHERUBINI DIRETTA DA RICCARDO MUTI? LO STESSO EVENTO, ORGANIZZATO L’ANNO SCORSO DAL COMUNE DI LAMPEDUSA, ERA COSTATO APPENA 100MILA EURO - DEL RESTO, CON BUDGET DI 150 MILIONI, I 461MILA EURO PER LA “PROMOZIONE E PUBBLICITÀ DEL PARCO ARCHEOLOGICO” CI STANNO. COME IL “MOVITI FEST”: PER 473.360 MILA EURO, UN “PROGETTO CHE MIRA A COINVOLGERE E ANIMARE I LUOGHI DEL CENTRO STORICO AD AGRIGENTO” - ALLE CRITICHE, IL SINDACO DELLA CITTÀ DELLA CUCCAGNA, FRANCESCO MICCICHÈ, SI OFFENDE: “BASTA DILEGGIO STERILE. SE VINCE AGRIGENTO, VINCE LA SICILIA”! (QUI CE NE VOGLIONO 100 DI MONTALBANO…”)

temptation island

LE ANTICIPAZIONI DI “TEMPTATION ISLAND” - APPASSIONATI DI CORNA E FALÒ, AVETE PREPARATO GELATO E POP CORN PER LE ULTIME TRE SERATE DEL PROGRAMMA? SI PARTE DOMANI SERA E DAGOSPIA È IN GRADO DI RIVELARVI COSA ACCADRÀ TRA LE COPPIE - "FORREST GUMP" ANTONIO, DOPO ESSERE IMPAZZITO CON TANTO DI CORSA DISPERATA PER UN INVITO ALLO STADIO FATTO DAL TENTATORE ALLA SUA FIDANZATA, LA VEDE AL FALÒ E LE CHIEDERÀ DI SPOSARLO - L'AQUILOTTO VALERIO SI AVVICINA SEMPRE DI PIÙ ALLA SINGLE ARY E FINISCE PER TRADIRE SARAH. I DUE CHE ABITANO A ZAGAROLO DARANNO VITA A UNA SPECIE DI "ULTIMO TANGO A ZAGAROL". SARÀ LUI CHE, DISPIACIUTO E CON IL CUORE IN MANO, CHIEDERÀ DI POTER INCONTRARE LA COMPAGNA PER RIVELARLE DI PROVARE UN INTERESSE PER LA SINGLE E… - VIDEO