ursula von der leyen soldati esercito europeo ue difesa

VA BENE RIARMARSI, MA DOVE TROVIAMO 2500 MILIARDI DI EURO? È LA SOMMA TOTALE CHE GLI STATI EUROPEI INVESTIRANNO NEI PROSSIMI DIECI ANNI IN DIFESA - FINORA IL VECCHIO CONTINENTE SE LA GODEVA SOTTO L’OMBRELLONE USA: NEL 2024 L’UE HA VERSATO SOLO 326 MILIARDI DI EURO ALL’ALLEANZA, CONTRO I 900 DELLA SOLA AMERICA DEL “PAPARINO” TRUMP – MA IL VERO NODO SONO I FONDI: IL PIANO “REARM” PUNTA A LIBERALE 800 MILIARDI, MA 650 ARRIVANO DALLA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA CHE MOLTI PAESI, COMPRESA L’ITALIA, NON VOGLIONO ATTIVARE… 

1. DEBITO COMUNE O DEBITO NAZIONALE PER LA DIFESA? QUESTO È IL DILEMMA

Estratto dal “Mattinale europeo”, la newsletter di David Carretta e Christian Spillmann

 

mark rutte e ursula von der leyen al vertice nato - foto lapresse

[…] La difesa è diventata un tema ordinario dei vertici europei. A ogni riunione del Consiglio europeo, i capi di Stato e di governo ne discutono. Ursula von der Leyen e Kaja Kallas hanno iniziato anche a scrivere una lettera per fare il punto di quanto è stato fatto e le prossime tappe.

 

In quella inviata ieri la presidente della Commissione e l'Alto rappresentante indicano quattro priorità strategiche: usare tutti gli strumenti disponibili per aumentare gli investimenti nelle capacità; fare progressi verso un mercato unico per la difesa rafforzando la base industriale e tecnologica; assicurare sostegno militare all'Ucraina; rafforzare la cooperazione con i partner internazionali.

 

DADDY'S HOME - IL VIDEO DELLA CASA BIANCA SUL VERTICE NATO DELL'AJA

Ma il grande tema tabù non c'è: come finanziare gli impegni appena assunti alla Nato, nel momento in cui alcuni paesi non hanno spazio fiscale? La risposta di von der Leyen e Kallas sta nel prossimo quadro finanziario pluriennale.

 

La Commissione proporrà di affrontare “la necessità di un finanziamento sostanziale per la difesa negli anni a venire attraverso una finestra dedicata del Fondo per la competitività europea per Resilienza, Difesa e Spazio".

 

Non viene menzionato alcun ammontare. Nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo, alcune delegazioni sono riuscite a inserire una frase sulla necessità di lavorare a "opzioni di finanziamento".

 

Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Pedro Sanchez dovrebbero insistere sulla richiesta di uno strumento di debito comune. Ma non c'è ancora l'unanimità per l'opposizione di Germania e Paesi Bassi. […]

 

2. ARMI, CONTO DA 2500 MILIARDI LO SFORZO MAGGIORE È PER L'UE MA SOLO BERLINO HA I SOLDI

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI - VERTICE SUL PIANO MATTEI PER L AFRICA - FOTO LAPRESSE

Duemilacinquecento miliardi di euro l'anno: è la somma che gli Stati membri della Nato dovrebbero destinare agli investimenti in Difesa e Sicurezza per raggiungere il target del 5% del Pil fissato ieri al vertice dell'Aja.

 

Dovranno arrivarci entro il 2035, quindi il valore reale in termini assoluti è destinato a essere ancor più alto perché sarà calcolato in rapporto al prodotto interno lordo, che aumenterà. […]

 

[…] I contributi attuali

I leader europei sono tornati a casa rassicurati dal fatto che gli Stati Uniti non intendono voltare le spalle agli alleati, ma consapevoli che ora dovranno spendere di più. Dei 1.360 miliardi di euro investiti in campo militare dai Paesi Nato nel 2024, quasi 900 miliardi arrivano dalle casse degli Stati Uniti che ora vogliono un "riequilibrio". In media, il contributo pro-capite di ogni cittadino americano alla Difesa è di 1.394 euro l'anno, mentre quello dei cittadini italiani è di 540 euro.

 

I piani di spesa

DONALD TRUMP E MARK RUTTE - VERTICE NATO AJA

L'impegno a portare le spese militari al 2% del Pil era stato sottoscritto al vertice Nato nel 2014, con l'obiettivo di raggiungerlo nel 2024. Ma non tutti gli Stati hanno tagliato il traguardo (l'Italia è tra i dieci che non ce l'hanno fatta).

 

Ora è stato fissato un nuovo obiettivo decennale, ma non si potrà semplicemente rinviare lo sforzo: l'aumento di spesa dovrà seguire un percorso "incrementale". La dichiarazione dice infatti che i governi dovranno «presentare piani annuali che mostrino un percorso credibile e graduale verso tale obiettivo».

 

Simbolicamente, il 5% sostituisce il 2%, anche se in realtà "soltanto" il 3,5% del Pil, vale a dire 1.750 miliardi a regime, dovrà essere destinato alle spese militari in senso stretto. Il restante 1,5% dovrà finanziare la «protezione delle infrastrutture critiche, la difesa delle reti informatiche, la preparazione civile e la resilienza, l'innovazione e il rafforzamento della base industriale della Difesa». Nel 2029 verrà fatto un "tagliando" per ogni Stato.

 

Il fronte europeo

giorgia meloni ursula von der leyen

Il contributo dei Paesi dell'Ue alla Nato è nettamente inferiore a quello degli Stati Uniti, basti pensare che nel 2024 gli Stati Ue che fanno parte dell'alleanza hanno destinato alla Difesa 326 miliardi di euro (contro gli 894 americani).

 

Una somma che equivale all'1,9% del Pil e che dovrà aumentare significativamente, anche perché la Russia destina alla Difesa una cifra il 9% del Pil e la Cina il 7,2%. In cima alla lista degli Stati Ue c'è la Polonia, che quest'anno supererà il 4,7%, ma la Germania è destinata a fare passi da gigante con il maxi-fondo che consentirà di mobilitare fino a 500 miliardi (dai 90 attuali).

 

Il nodo dei fondi

ZELENSKY E TRUMP AL VERTICE NATO DELL'AJA

Dove troveranno le risorse gli Stati dell'Ue? Il piano ReArm Eu di Ursula von der Leyen punta a liberare 800 miliardi di euro nei prossimi quattro anni: 650 grazie alla flessibilità della clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità e 150 con il programma Safe che metterà a disposizione prestiti a tassi agevolati per finanziare appalti congiunti.

 

Ma già si discute di fonti aggiuntivi perché difficilmente si riuscirà a toccare quota 800 miliardi: soltanto 16 Paesi hanno attivato la clausola di salvaguardia (non l'Italia), mentre – secondo quanto risulta a La Stampa – solo dieci hanno manifestato interesse per i prestiti Safe: si tratta di Francia, Polonia, Portogallo, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Bulgaria e Grecia. —

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI - VERTICE SUL PIANO MATTEI PER L AFRICA - FOTO LAPRESSEfiducia nell unione europea - sondaggio demos

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”