BENTORNATA PRIMA REPUBBLICA - FLAVIA PERINA: “CE LA SIAMO CERCATA: CON IL RITORNO AL PROPORZIONALE IL PD POTRÀ GOVERNARE PER I PROSSIMI 50 ANNI, CON CHIUNQUE VOGLIA ALLEARSI. IL M5S FARA’ LA FINE DEL PCI: OPPOSIZIONE TERRIBILE MA FUORI DAL GOVERNO. A SALVINI E MELONI TOCCHERÀ IL RUOLO CHE FU DEL MSI”

Flavia Perina per http://www.linkiesta.it

 

Dice: non hanno capito niente del messaggio degli elettori. Dico: hanno capito tutto. E in particolare hanno capito che il Piano A, quello del Partito della Nazione che metteva insieme il mondo e batteva l’antipolitica ai ballottaggi, è sfumato.

 

flavia perinaflavia perina

E tocca acconciarsi al Piano B dove un Partito Democratico intorno al 30 per cento dei consensi, se riesce a conservare la maggioranza relativa – missione non impossibile – può fare accordi dopo il voto, e governare per cinquant’anni, come fece la Dc, senza l’obbligo e le insidie di inseguire le ubbìe dell’elettorato, senza la necessità di autoemendarsi, senza dover decapitare nessuno. E nel paradiso fatato del piano B ci sarà posto per tutti, come a suo tempo ci fu per i Cariglia e per i Prandini, e un Ministero della Marina Mercantile non si negherà a nessuno: che sia Ala, o i mitici Conservatori Riformisti, o il misterioso Ppa-Moderati, o uno dei dieci sottogruppi del Gruppo Misto, posto che riescano in qualche modo a rientrare in Parlamento.

 

alfano e luca lottialfano e luca lotti

La permanenza al governo della Boschi e di Lotti, quello che Pierluigi Battista ha chiamato il Giglio Continuo, si spiega solo così. Con la deliberata scelta di fregarsene delle conseguenze, perché a questo punto i voti persi sono persi, e non c’è voglia di sudare per riconquistarseli, e la coerenza chissenefrega: nella Prima Repubblica si riprese una poltrona, dopo dimissioni durate un giorno, pure Vito Lattanzio, il ministro della Difesa che si era fatto scappare Kappler dentro una valigia.

 

Figuriamoci se è il caso di preoccuparsi della malafigura di una promessa fatta in tv e poi tradita, o della promozione del principale consigliere del Capo bruciato dal referendum. Quel che conta è mantenere il controllo del processo che porterà alla nuova legge elettorale. Mandarlo in porto con efficienza.

 

RENZI LOTTIRENZI LOTTI

Provvedere che il meccanismo non riservi sorprese e che ai seggi arrivino le sante matite copiative. Non a caso l’unica novità vera del Governo è l’addio di Angelino Alfano al Viminale: andava bene per gestire la routine, non lo sforzo eccezionale che si profila. E che è stato affidato a un "competentissimo" come Marco Minniti.

 

Nel paradiso immaginario del Piano B si troveranno a loro agio anche i grillini, come in fondo lo fu il Pci per cinquant’anni di governi democristiani: una opposizione temibile, stabilmente sopra il 25 per cento dei consensi, con un sacco di deputati e senatori, spazi televisivi, piazze, ma interdetta al governo da una versione moderna del Fattore K.

 

E alla coppia Salvini-Meloni toccherà il ruolo che fu del Msi: fuori dall’arco costituzionale, ma alla bisogna utilizzabili come taxi quando servirà qualcosina nel voto segreto o nei lavori di Commissione. Fantapolitica? Vedremo. Ma obiettivamente non c’è altra chiave di lettura immaginabile per spiegare le scelte del Pd, che di tutto sembra preoccupato fuorchè di recuperare il terreno palesemente perso nel Paese.

 

DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICODI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO

Che sia Matteo Renzi o un altro a beneficiare di questo salvifico Piano B non è poi così importante. L’importante per i Democratici, credo in tutte le loro componenti, è mandarlo in porto. Gli elementi per farlo ci sono: un centrodestra alla canna del gas, che spera solo nel proporzionale per riportare in Parlamento un po’ di gente; un Movimento Cinque Stelle trincerato nel gioco dei duri e puri, e quindi ininfluente; 84 parlamentari nei gruppi misti tra Camera e Senato che aspettano solo una promessa per consegnare il loro voto a qualsiasi soluzione li tenga in gioco. E la ciliegina sulla torta, l’argomento politico con cui si difenderà il ritorno alla Prima Repubblica, è già chiaro in queste ore: avete bocciato il Referendum? Avete bocciato l’Italicum? Non lamentatevi. Ve la siete cercata.

 

GRILLO DI MAIO DI BATTISTAGRILLO DI MAIO DI BATTISTA

C’è chi dice che quel modello, il modello Prima Repubblica, non può funzionare senza grandi risorse da distribuire, senza le elargizioni che segnarono l’età d’oro Dc. In realtà l’anomalia tutta italiana su cui si fonda la persistenza di quella formula ha poco a che vedere con i soldi e molto con il successo di modalità di opposizione radicale che per la loro stessa natura non possono credibilmente candidarsi a governare, e quindi costruire uno schema di alternanza al potere come esiste in gran parte del mondo libero.

 

MELONI SALVINIMELONI SALVINI

Se oggi esistesse un centrodestra competitivo, non avremmo avuto ne’ il Piano A – quello dell’immaginario e fallito Partito della Nazione – ne’ il Piano B ma un normale conflitto politico, con l’obbligo di tutti di cercare il consenso anziché aggirarlo utilizzando le alchimie delle leggi elettorali. Ma il centrodestra non c’è, c’è il Cinque Stelle, non alleabile e non candidabile. E con i se non si fa né la storia né la cronaca. Quindi, ecco qui. Bentornati nel magico mondo dei Cariglia e dei Prandini.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...