GRILLO: A LETTA “BACIACULO” DOPO “FARE” RESTA IL TESTAMENTO” - MA PER LA PRIMA VOLTA AMMETTE: “ABBIAMO FATTO ERRORI”

1. DIRE, FARE, BACIARE, LETTERA, TESTAMENTO
Beppe Grillo per il suo blog, www.beppegrillo.it

Chi da bambino non ha giocato a "Dire, fare, baciare, lettera, testamento"? Finiva sempre che si doveva dire di essere un carciofo, un pirla, un piciu, un mona (dipendeva dalle regioni) a voce alta, che si era costretti a qualcosa di innominabile come baciare un cane bavoso sulla bocca (mai la compagna di classe più carina!), farsi scrivere dai compagni con vigore da carpentiere una lettera e il proprio testamento sulla schiena. Peggio c'era solo lo schiaffo del soldato dove a turno i cosiddetti amici si esercitavano a chi dava lo schiaffo più forte sulla mano del malcapitato di turno.

Il Nipote di suo Zio, Capitan Findus Letta sicuramente conosce la tiritera. Lo si capisce da come la applica passo dopo passo. Nel primo mese c'è stata la fase del Dire, del salvataggio del Paese, del senso di responsabilità, delle priorità irrinunciabili del lavoro, dell'occupazione, dei conti pubblici.

Una fase in cui il Nipote ha dato il meglio di sé con l'annuncio della fine del finanziamento pubblico ai partiti mai avvenuto. E' arrivata quindi la fase del Fare, quella delle frasi che lasciano il segno e che rendono giustizia a un governo operoso: "Il tema lavoro è in rampa di lancio" e occorre "solo concretezza" (da parte di chi se è lecito sapere?), oppure "Siamo un paese serio, non siamo più osservati speciali, abbiamo i numeri a posto", (quali numeri, quelli della disoccupazione giovanile? del debito pubblico? delle aziende che chiudono una al minuto? di che numeri parla? dei numeri del lotto?).

Per il Nipote dopo due mesi del governo del Dolce Far Nulla ci siamo già meritati una riconquistata reputazione. Capitan Findus assomiglia a un annunciatrice televisiva, solo che dopo l'annuncio non c'è il programma, ma l'intervallo. A furia di Dire e Fare, con l'IVA che forse aumenta e forse no e la presa per il culo del rinvio dll'IMU che dovremo pagare se non troveranno altre risorse (leggesi altre tasse dirette e indirette) e discussioni sui massimi sistemi, Capitan Findus sta arrivando alla fase del Baciare.

Una prova che supererà senza sforzo, si tratta solo di baciare il culo di Berlusconi per sopravvivere il più a lungo possibile, un bacio che per un pidimenoellino è consuetudine decennale. La fase della Lettera arriverà in autunno o al più tardi a primavera, la scriveranno sulla schiena di Letta&Alfano milioni di taliani, i cassintegrati senza più cassa integrazione, i precari, i licenziati, gli sfrattati.

Una lettera di licenziamento in tronco. A Letta, il più insignificante presidente del Consiglio del dopoguerra, rimarrà solo la fase del Testamento. Ci lascerà un'Italia impoverita e rabbiosa. Dopo aver tirato a campare, il pdmenoelle tirerà le cuoia. Requiescat in pace.


2. GRILLO CHIAMA I DUE DISSIDENTI E LI ATTACCA: "SCILIPOTI NELL'ANIMA"
Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"

«Ora la faranno finita con le purghe». Più che una speranza, quella del deputato dissidente, è un ragionamento. Perché l'espulsione di Adele Gambaro è un successo solo apparente per gli ortodossi del Movimento. Scarsa la partecipazione al voto e bassa la maggioranza dei sì.

Un segnale. Per questo Beppe Grillo ha sotterrato l'ascia di guerra, telefonando a due «dissidenti», Tommaso Currò e Paola Pinna. E per questo ora i critici rialzano la testa. Chiedono la riammissione della Gambaro. E chiedono le scuse dei «pasdaran».

Il Movimento, intanto, scopre il «filibustering», ostruzionismo (legale), attuato con la Lega. E provoca la prima fiducia del governo Letta, quella sul decreto per le emergenze ambientali. Grillo, da Ragusa, parla della dissidenza: «È fisiologica, è scilipotismo dell'anima».

Ma si chiama fuori: «Io epuratore? Loro sono ancora in Parlamento, il fatto non mi riguarda. Dicono che sono come Ceausescu: ma io sono contro il leaderismo». Grillo, che parla di «terza guerra mondiale senza carri armati», ammette «un piccolo calo»: «Prevedibile, abbiamo avuto troppo successo in breve tempo».

Aris Prodani è soddisfatto di quello che chiama «new deal». Adriano Zaccagnini vorrebbe di più: «Bene, il passo indietro. Ma servono le scuse di chi ha gettato fango». Il deputato ripete le parole della Pinna: «Si è ingenerato un clima da psicopolizia». E «la marcia indietro di Grillo», spiega, «è stata fatta per evitare la distruzione totale» del Movimento. Di più, aggiunge la Fucksia per paradosso, «l'espulsione è stata una vittoria».

Perché, dice, ora ci si comincia a rendere conto che alzare il livello dello scontro non paga: «Io, e non solo io, ho chiesto l'immediata riammissione della Gambaro. E non mi è stato detto di no». In effetti, il capogruppo Nicola Morra, a domanda esplicita, non reagisce con chiusura: «Facciamo decantare la cosa». Un senatore realista come Campanella la vede difficile: «Farlo ora sarebbe un po' ridicolo. Ma spero che ci si arrivi presto».

Contro la Fucksia si scaglia Patrizia Terzoni, nella messaggistica interna «WhatsApp». Francesco D'Uva aveva chiesto, scherzando, l'espulsione della Fucksia, rea di avere definito «ragazzetti» i deputati a 5 Stelle.

La Terzoni lo prende sul serio e chiede al suo meet-up (sono entrambe di Fabriano) di metterla fuori. Ma chiede anche che si introduca la sanzione pecuniaria: «Diamo una multa da 500 euro alla Fucksia». «E perché non 600?», rilancia ironicamente Maurizio Romani.

Insomma, il clima resta teso. I «dissidenti» dialogano a Montecitorio. Zaccagnini ieri era atteso all'incontro di Left, ma ha disertato e si è scusato con gli organizzatori: «Mi stanno massacrando, meglio soprassedere. Non è piaciuto ad alcuni il sottotitolo "un altro governo è possibile"».

Si segnala anche l'attivismo di Sonia Alfano, che avrebbe incontrato altri dissidenti. Sullo sfondo, la questione diaria. È slittato il tempo per la restituzione (che comincia oggi) ma i malumori sono molti. C'è chi, come la Fucksia, cerca una mediazione: «Facciamo un restitution day, rendendo pubblica solo la cifra complessiva. Se poi qualcuno avrà dato di meno, non è un problema».

3. M5S: GRILLO, ALLE AMMINISTRATIVE ABBIAMO FATTO DEGLI ERRORI
(ANSA) - "Alle amministrative abbiamo fatto degli errori, ma abbiano capito dove abbiamo sbagliato e non lo faremo piu". E' l'analisi del crollo di consensi del Movimento 5 stelle fatto da Beppe Grillo a margine di un incontro a Ragusa a sostegno del candidato a sindaco Federico Piccitto.

"L'errore - spiega Grillo- è stato di fare 200 liste, 50 delle quali in Sicilia, e non dedicarci ai capoluoghi, come Messina e Catania, con liste raffazzonate, fatte anche di brave persone, che erano già distrutte al loro interno perché erano entrate persone non compatibili con il Movimento. Abbiamo fatto un errore - riconosce - non lo rifaremo più".

 

BEPPE GRILLO DAL TRENO GRILLO Beppe Grillo ENRICO LETTA E SILVIO BERLUSCONIgambaro roberto fico tommaso curro PAOLA PINNA paola de pin Serenella Fucksia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”