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LA CASA BRUCIA E GRILLO SI PRECIPITA A ROMA PER DETTARE LE NUOVE LINEE DI RECLUTAMENTO E DARE LA SVEGLIA A TUTTI – L’ALA DURA GRILLINA ASSISTE BASITA AL RIMPALLO SULLA “PATERNITÀ” DI LANZALONE E SI PREPARA A TORNARE ALLO SPIRITO INIZIALE DEL MOVIMENTO – E SE SALVINI CONTINUA A FAR CAMPAGNA ELETTORALE ANCHE DOPO I BALLOTTAGGI DI DOMANI, PER SALVARE IL M5S GRILLO POTREBBE FAR SALTARE IL ''GOVERNO DEL CAMBIAMENTO"

Francesco Bonazzi per "la Verità"

 

rocco casalino beppe grillo

La casa brucia e allora dovrà scendere a Roma Beppe Grillo in persona per riportare la serenità, e un minimo di prudenza sulle frequentazioni, all' interno del Movimento 5 stelle.

Fonti interne parlano di un appuntamento già fissato per mercoledì della prossima settimana, ufficialmente per un «fine tuning» e una serena discussione su come arginare l' attivismo della Lega di Matteo Salvini.

 

BEPPE GRILLO SUONA LA CAMPANELLA

In realtà, sarà l' occasione per fissare tutte linee di comportamento (e di reclutamento) che impediscano figuracce come quella collezionata con gli arresti di Luca Lanzalone. L' avvocato genovese cresciuto alla corte del vecchio dc ligure Marco Desiderato, passato per l' Italia dei valori di Antonio Di Pietro e infine ingaggiato dai vertici del Movimento, portato a Roma e piazzato ai vertici dell' Ama, per poi diventare il consulente principe dello sviluppatore immobiliare Luca Parnasi, uno da sempre vicino al Pd, e a sua volta legato da «rapporto filiale» al faccendiere Luigi Bisignani.

 

LANZALONE E RAGGI

Davvero un po' troppo, per chi ha conquistato milioni di voti al grido di «Onestà, onestà!».

L' ala dura grillina, in questi giorni, ha assistito basita al rimpallo di responsabilità tra Luigi Di Maio, Virginia Raggi e Adriano Bonafede sulla «paternità» di Lanzalone e dei suoi pasticci. Coloro che si riconoscono nel presidente della Camera, Roberto Fico, e in Alessandro Di Battista, non hanno digerito che il lavoro di decine di deputati, sottosegretari e ministri, a cominciare da Danilo Toninelli (Infrastrutture) e Giulia Grillo (Sanità), stia passando in secondo piano per colpa di una certa superficialità dei vertici nel leggere e «pesare» i curriculum.

 

BEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO

«Ma cosa vogliamo censire i giornalisti della Rai, se non siamo capaci a sceglierci manco l' avvocato», chiosa, amaro, un senatore. Ieri sera, del resto, Di Maio ha riunito i suoi deputati e ci sono state alcune defezioni «diplomatiche», visto che non è il momento di litigare.

 

Anzi, sarebbe il momento di festeggiare, perché la presidenza della commissione Bilancio del Senato è andata al milanese Daniele Pesco e quella della commissione Finanze è finita alla napoletana Carla Ruocco: 44 anni entrambi e grandi sgobboni, dotati perfino di studi adeguati. E invece niente, anche qui la Lega ha requisito tutta l' attenzione, perché alla presidenza delle due speculari commissioni di Camera e Senato sono andati Claudio Borghi e Alberto Bagnai, i due economisti della Lega che definire euroscettici è un eufemismo.

di maio

 

C' è pure chi ha visto un nesso tra la loro nomina e un rialzo di 11 punti (a quota 242) dello spread. All' interno della truppa di Montecitorio, ci sono poi un po' di malumori per come Di Maio non sarebbe sufficientemente tosto nel contrastare le sortite mediatiche del vicepremier leghista. Ma non tutti condividono questa frustrazione e lo stesso Di Maio ha tentato di spiegare ai pochi che hanno accesso diretto al leader di Afragola che «bisogna avere pazienza», perché di questo passo Salvini «finirà per bruciarsi».

 

di battista

Il Movimento, invece, intende ritagliarsi lo spazio di «forza tranquilla». È un calcolo che funziona se il governo durerà cinque anni e ognuno potrà portare a casa le sue battaglie e mostrarle all' elettorato. Ma se «l' esecutivo del cambiamento» dovesse vivere un annetto scarso, ostaggio delle «fughe in avanti del Carroccio», la strategia di Di Maio rischia di non raccogliere frutti. In ogni caso, mercoledì sarà Grillo a dare la sveglia a tutti quanti. Dall' ex comico genovese ci si aspetta, da un lato, un forte richiamo allo spirito iniziale del Movimento e alla questione morale, per dirla con Enrico Berlinguer.

 

le imperdibili cartoline di alessandro di battista dalla california 5

Dall' altro, una prospettiva di lungo periodo, e un' iniezione di serenità, simile a quella che Di Maio tenta di assicurare a tutti i deputati. In attesa del Fondatore, il mancato candidato premier Alessandro Di Battista continua dagli Usa a «fare squadra», come si dice dei giocatori che non scendono in campo, ma cementano lo spogliatoio. Alle 9 del mattino di ieri, complice il fuso orario favorevole, ha postato su Facebook una lunga riflessione che i deputati grillini hanno letto immediatamente.

 

Nella prima parte, Di Battista andava via facile ricordando che non bisogna preoccuparsi per le levate di scudi della sinistra benpensante sull' immigrazione, visto che «Lorsignori si scandalizzano facilmente, ma poi abitano nei quartieri alti e se si trovano il problema in casa, come avvenne a Capalbio, diventano intolleranti e ipocriti».

luigi di maio beppe grillo

 

Però spiegava anche che il governo non deve «incentrare il dibattito politico esclusivamente sull' immigrazione», pena l' oscuramento delle altre battaglie che i 5 stelle stanno conducendo e, soprattutto, il rischio di far felici corrotti e poteri marci vari «che gongolano nel vedere tutta questa attenzione concentrata su un solo tema».

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