BEPPE, TI SI E’ AMMOSCIATO IL MOVIMENTO! TRA SCONTRINI, GABANELLI E FAIDE INTERNE, L’INESORABILE DECLINO DEL M5S

Marco Gorra per "Libero"

I sondaggi che, decimale dopo decimale, calano impietosi. I comizi del Grande Capo che si tengono di fronte a piazze sempre più vuote. La pattuglia parlamentare che passa i giorni ad accapigliarsi sui quattrini («Rivoluzionari dello scontrino», li definisce Matteo Renzi). Il territorio, già fiore all'occhiello del grillismo fattivo e concreto, che inizia a mandare segnali di nervosismo. Le imminenti elezioni amministrative che promettono parecchio male.

Il momentum del Movimento cinque stelle pare essere al lumicino, e per la prima volta dalle elezioni dello scorso febbraio la creatura politica di Beppe Grillo mostra il fianco. L'indicatore più immediato del trend, come al solito, lo danno i sondaggi. Quello più fresco è quello proposto ieri sera da Enrico Mentana ai telespettatori del suo TgLa7: secondo la rilevazione condotta dall'istituto Emg, il Movimento cinque stelle oggi gode del 23% dei consensi.

Percentuale che resta di assoluto rispetto, ma che denota una flessione inesorabile rispetto al 25 e rotti per cento portato a casa alle politiche (per tacere del 27-28 per cento toccato sull'onda dell'entusiasmo nelle prime settimane di legislatura).

Sondaggista diverso, stesso risultato. Stando ai numeri di Swg, i grillini sono inchiodati da due settimane al 21,8%, stabilmente dietro a Pdl (che cresce) e Pd (che perde terreno ma mai come i Cinque stelle). A conferma poi dello stretto e saldo rapporto tra urne e piazze, soccorrono le immagini delle ultime uscite pubbliche di Grillo.

I tempi della campagna elettorale per le politiche e delle piazze stipate di gente accorsa a sentire il verbo a cinque stele sembrano ormai lontanissimi. Il presente consegna spettacoli di segno opposto, con poche centinaia di persone sotto il palco del guru e nulla più.

«Ma c'è gente?», si chiedeva sconsolato l'altra sera Grillo poco prima di affrontare un comizio non esattamente gremito a Vicenza. Peggio ancora è andata a Treviso dove, constatata la cronica mancanza di pubblico, dagli altoparlanti del palco ad un certo punto è uscita una voce per invitare gli astanti ad andare a «chiamare gli amici».

Ieri sera il guru a cinque stelle era ad Aosta, ed anche nel capoluogo della Valle la musica non è cambiata: piazza semivuota e feedback assai stentato da parte del poco pubblico presente.

Con queste premesse, la grande manifestazione per la chiusura della campagna elettorale delle amministrative in programma venerdì sera a piazza del Popolo a Roma rischia seriamente di trasformarsi in un flop. E il problema vero è che a rischio flop non sono solo i comizi per le amministrative, ma anche le elezioni stesse. A partire da quelle di Roma.

Il candidato dei Cinque stelle al Campidoglio Marcello De Vito, che ancora poche settimane fa era dato per sicuro qualificato al ballottaggio, nell'ultimo periodo pare avere perso molto terreno. Problemi politici, certo, ma anche strutturali ed organizzativi. Gravi al punto che pochi giorni fa ai parlamentari a cinque stelle è stato chiesto da alto loco di partecipare ad una specie di colletta (quota variabile dai 200 ai 500 euro) per sostenere la causa del cittadino candidato.

A quanto pare, però, molte richieste sono cadute nel vuoto, tanto che ancora il monte donazioni è ben lontano dall'avere raggiunto la cifra sperata. E se Roma piange, in provincia non si ride.

Al comizio tenuto da Grillo poche sere fa ad Ancona si è sfiorato lo scontro tra grillini della prima e della seconda ora: gli antemarcia lamentano il modo di fare verticistico e poco trasparente delle nuove leve che, a loro dire, si sarebbero impadronite della gestione del Movimento, e per significare il proprio malcontento si erano presentati in piazza armati di striscioni ed intenzionati a mettere in piedi una bella contestazione in piena regola.

La litigata in pubblico è stata scongiurata sul filo di lana dall'organizzazione, ma le tensioni sono rimaste, al punto da costringere Grillo a trincerarsi dietro il più classico dei «no comment» una volta richiesto di parere circa la vicenda. Peggio ancora va in Sardegna.

Ad Iglesias, dove alle politiche il Movimento cinque stelle aveva fatto il botto affermandosi come primo partito, alle amministrative di domenica non correrà alcuna lista grillina. Colpa, anche qui, dei dissidi interni: le cronache raccontano di due aree del movimento di fatto in guerra tra di loro, e di come questa guerra abbia prodotto come risultato il non essersi riusciti a mettere d'accordo nemmeno per presentare un candidato unitario alle comunali.

«Vogliono farci fuori e Napolitano tace», urlava ieri sera Grillo ad Aosta riferendosi alla proposta di legge del Pd sui requisiti giuridici richiesti ai soggetti che intendano candidarsi alle elezioni. Nella piazza semivuota, il sospetto che a fare fuori il Movimento cinque stelle stia già egregiamente provvedendo il Movimento cinque stelle medesimo dev'essere venuto a più di una persona.

 

GRILLO A ROMAMILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE QUANTO PRENDONO I GRILLINI IN PARLAMENTO BALLARO CRIMI E LOMBARDIgrillo e crimi lombardi VITO CRIMI - ROBERTA LOMBARDIGRILLO Lombardi e Vito A ROMA

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