bergoglio papa francesco vladimir putin volodymyr zelensky

BERGOGLIO SENZA PREGIUDIZIO: NONOSTANTE LA NOTEVOLE DISTANZA EMERSA CON ZELENSKY, PAPA FRANCESCO NON HA INTENZIONE DI MOLLARE E CONTINUERÀ A PROPORSI COME MEDIATORE TRA UCRAINA E RUSSIA. COME PRIMA COSA, CERCHERÀ DI TROVARE UN’INTESA PER RIPORTARE A CASA I BAMBINI DEPORTATI DA PUTIN. POI, CON UNA “MISSIONE”: L’INVIO DI DUE CARDINALI A MOSCA E KIEV PER TENTARE DI ARRIVARE ALMENO A UN CESSATE IL FUOCO – GLI UCRAINI NON APPREZZANO LA “EQUIVICINANZA” DEL PONTEFICE TRA LORO E I RUSSI. MA PRIMA O POI DOVRANNO ADEGUARSI: SE RIESCONO ANCORA A RESISTERE E POSSONO PENSARE ALLA CONTROFFENSIVA, È SOLO GRAZIE ALLE ARMI OCCIDENTALI. E GLI AMERICANI STANNO INIZIANDO A STUFARSI...

Articoli correlati

LA TREGUA E CESSATE IL FUOCO PROPOSTO DA BERGOGLIO NON HANNO CONVINTO ZELENSKY MA ALLA FINE...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. IL RAMOSCELLO D'ULIVO DEL PAPA

Estratto dell’articolo di Domenico Agasso per “La Stampa”

 

papa francesco con volodymyr zelensky

Dal loro attesissimo vertice in Vaticano emerge che i punti d'intesa tra papa Francesco e Volodymyr Zelensky riguardano l'ambito umanitario, a cominciare dall'impegno per riportare a casa i bambini che la Russia è accusata di avere deportato.

 

[…] Mentre sulla strategia per la pacificazione, le posizioni non coincidono. Anzi, restano lontane: «Il piano di pace deve essere il nostro», dichiarerà senza mezzi termini il leader di Kiev dopo il colloquio. E poi, qualche ora dopo, nello speciale Porta a Porta su Rai 1, affermerà che «con tutto il rispetto per Sua Santità, noi non abbiamo bisogno di mediatori. Noi invitiamo il Pontefice, come altri leader, a lavorare a una pace giusta, ma prima dobbiamo fare tutto il resto».

 

volodymyr zelensky papa francesco

Per poi sottolineare che non ha senso tentare di coinvolgere ora la Russia in una trattativa: «Non è questione di Vaticano, Usa, America latina o Cina o altri Paesi del mondo: Putin uccide solo, non possiamo fare una mediazione con lui. Nessun Paese al mondo lo può fare». L'esatto opposto della strategia del Vescovo di Roma e della Santa Sede, convinti che si possa raggiungere una riconciliazione solo attraverso un cessate il fuoco e il dialogo con entrambe le parti.

 

Bergoglio e Zelensky si incontrano in Vaticano alle 16,10, nell'auletta adiacente all'«Aula Paolo VI». La loro conversazione dura circa 40 minuti. […] Il Papa accoglie Zelensky ringraziandolo «per questa visita», mentre gli stringe la mano, sorridente. Risposta, con la mano sul cuore e chinando la testa: «È un grande onore». Con loro solo l'interprete: il francescano ucraino fra Marek Viktor Gongalo. Quando si siedono al tavolo, Zelensky ha davanti a sé due fogli scritti. […]

 

papa francesco volodymyr zelensky

Una nota vaticana informa che «i temi del colloquio sono riferibili alla situazione umanitaria e politica dell'Ucraina provocata dalla guerra in corso». Francesco «ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall'invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno». Entrambi convengono «sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione. Il Papa ha sottolineato in particolare la necessità urgente di «gesti di umanità» nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto».

 

papa francesco con volodymyr zelensky

Bergoglio regala al presidente anche il «Messaggio per la Pace» di quest'anno; il «Documento sulla Fratellanza umana»; il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020; il volume «Un'Enciclica sulla pace in Ucraina», che raccoglie la maggior parte degli interventi pubblici del Pontefice sulla guerra. Zelensky ricambia con un'icona della Madonna dipinta sui resti di un giubbotto antiproiettile squarciato dalle pallottole. E poi, un quadro intitolato «Perdita 2022-58», dove 58 «rappresenta il cinquantottesimo giorno dall'inizio dell'invasione della Russia», spiega il sito Vatican News, «che, fino a quel momento, aveva provocato la morte di 243 bambini».

 

ucraini in piazza san pietro per volodymyr zelensky

[…] Zelensky ha anche invitato il Papa a visitare l'Ucraina, «per sostenere la popolazione che soffre per il terrore russo». Un alto prelato commenta a fine giornata: «Il Santo Padre con ogni probabilità è stato molto prudente, per evitare di fornire elementi alla propaganda ucraina». Il leader ucraino è ripartito in serata da Roma per Berlino. Il questore Belfiore: «Visita senza criticità»

 

2. NO ALLA PAX VATICANA MA IL PAPA SI IMPEGNA PER I BAMBINI RAPITI

Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per “la Repubblica”

 

volodymyr zelensky richard gallagher

No, grazie. Volodomyr Zelensky chiude la porta ad una mediazione vaticana e lascia al Papa […] il margine dell’impegno umanitario. Pur dietro i toni cordiali, la distanza è percepibile fin dai regali che i due si scambiano. Il presidente ucraino porta a Francesco una moderna icona della Madonna dipinta su una piastra antiproiettile ed un quadro intitolato “Perdita” che raffigura Maria con in braccio una silhouette vuota di un bambino: uno dei tanti bambini ucraini morti o rapiti dai russi.

 

Il Papa gli dona la fusione in bronzo di un fiore che nasce, con la scritta “La pace è un fiore fragile”. E, per ora, lontano. […]  la distanza c’è. La “equivicinanza” di Francesco al “martoriato” popolo ucraino e al popolo russo, nel corso dei mesi, ha irritato Kiev. Il Papa ha ammesso che agli ucraini servono armi per difendersi, ma è allarmato dal rischio di un’escalation militare.

 

ucraini in piazza san pietro per volodymyr zelensky

Vorrebbe il prima possibile un cessate- il-fuoco che salverebbe vite umane ma sarebbe considerato da Zelensky una resa. Ha più volte offerto la disponibilità della sua diplomazia a mediare per imboccare una strada di pace. Ma Vladimir Putin non gli risponde neppure al telefono, ora Zelensky gli ha detto di no.

 

«Con tutto il rispetto per Sua Santità», scandisce il presidente ucraino ospite di “Porta a Porta”, «non abbiamo bisogno di mediatori tra l’Ucraina e l’aggressore. Noi dobbiamo fare e scrivere un piano di azione per una pace giusta in Ucraina. Non è questione di Vaticano, Usa, America latina o Cina o altri paesi del mondo: Putin uccide solo, non possiamo fare una mediazione con lui».

 

I diplomatici vaticani non si facevano illusioni, ma coltivavano comunque una remota speranza. Al Palazzo apostolico sono sempre stati consapevoli che una mediazione si realizza se le due parti sono interessate allo stesso obiettivo, in questo caso la pace, ma non possono raggiungerlo senza il contributo di un attore terzo.

papa francesco con volodymyr zelensky e la delegazione ucraina in vaticano

 

La Santa Sede, ha ripetuto ancora ieri il Papa, esercita una «neutralità positiva » e coltiva la «speranza che non sia mai detta l’ultima parola per evitare un conflitto o risolverlo pacificamente ». Un obiettivo che, almeno per ora, è di la da venire. Francesco e Zelensky, però, hanno pragmaticamente trovato un terreno comune. Il presidente ucraino ha parlato al Papa dei 19.393 bambini deportati dai russi: «Dobbiamo fare ogni sforzo per riportarli a casa», gli ha detto.

 

scambio dei doni tra zelensky e papa francesco

È uno dei dieci punti del “piano di pace” che ha chiesto a Francesco di abbracciare come l’unico accettabile. Il Papa ha un’altra idea di come raggiungere la pace, è convinto che una trattativa, alla fine, sarà inevitabile, e ritiene che Mosca, in qualche modo, vada coinvolta. Ha in serbo una “missione”, di cui non svela le carte, forse l’invio di due cardinali a Mosca e Kiev come fece Giovanni Paolo II al momento della guerra in Iraq. Ma intanto ha accettato la richiesta del presidente ucraino.

 

[…]  Francesco si impegnerà a far tornare i bambini ucraini a casa. Grazie ai canali con la Russia che gli hanno attirato tante critiche. E sperando che l’intervento umanitario sia solo il primo passo per una pace che, al momento, sembra quanto mai un “fiore fragile”.

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…