erdogan merkel

TOH, LA GERMANIA HA SCOPERTO ERDOGAN! - BERLINO SCONSIGLIA ALLE IMPRESE DI FARE INVESTIMENTI TURCHIA DOPO L’ARRESTO DI SEI ATTIVISTI DI “AMNESTY” - LA MERKEL HA FORAGGIATO IL REGIME DI ANKARA CON 6 MILIARDI PER TENERE CHIUSE LE FRONTIERE CON LA SIRIA E SOLO ORA MOSTRA I MUSCOLI...

Tonia Mastrobuoni per www.repubblica.it

MERKEL ERDOGANMERKEL ERDOGAN

 

La Germania  abbandona la cautela mostrata sinora nei rapporti con Erdogan e risponde con durezza all'ennesimo arresto ingiustificato di un cittadino tedesco in Turchia. Il ministro degli Esteri, Sigmar Gabriel, ha annunciato un 'nuovo orientamento' delle relazioni con Ankara che comincerà, intanto, con un allarme ufficiale per chi viaggia nel Paese. La Germania è il Paese con la più grande comunità turca al mondo. E per i tedeschi la Turchia è meta prediletta per le vacanze.

 

Ma il vicecancelliere socialdemocratico minaccia anche un esame approfondito dei rapporti commerciali con Ankara e persino una discussione con i partner europei sui fondi promessi dall'Unione europea nell'attuale fase di pre-adesione della Turchia. Si tratta di quasi 4,5 miliardi che Ankara dovrebbe ricevere entro il 2020. Gabriel ha detto che la Germania "si aspetta un ripristino dei valori europei" in Turchia.

erdogan merkel  erdogan merkel

 

Ieri il ministro era precipitosamente tornato dalle ferie nel Mar Baltico e aveva convocato l'ambasciatore turco dopo l'ennesimo strappo. Nei giorni scorsi sei attivisti di Amnesty International, tra cui Peter Steudtner, sono stati arrestati con la ridicola accusa di essere dei terroristi. La reazione di Angela Merkel - di solito prudente con il Paese con cui la Ue ha sottoscritto un accordo sui profughi che vale sei miliardi di euro - è stata immediata, stavolta. L'arresto sarebbe stato "del tutto ingiustificato" e ieri Gabriel ha chiesto all'ambasciatore l'immediato rilascio dei sei attivisti.

 

merkel erdoganmerkel erdogan

La Turchia sta anche sommergendo Berlino di liste di presunti terroristi, che nel linguaggio del Sultano corrisponde a una fantomatica vicinanza col predicatore dissidente Fathullah Guelen. E chiede di consegnarli ad Ankara. Ma nel crescendo grottesco con la Germania, Ankara ha trasmesso una lista di aziende sovversive nella quale figurerebbero persino due colossi come Daimler e Basf, oltre a kebabari del Nordreno-Westfalia e proprietari di minimarket berlinesi.

 

Secondo alcuni media tedeschi, Erdogan starebbe aumentando le pressioni su Berlino attraverso una vera a propria strategia degli ostaggi. Sono 22 i tedeschi arrestati dal putsch di un anno fa, nove si trovano ancora in prigione, quasi tutti con accuse deliranti. La Turchia punterebbe alla consegna degli oppositori che hanno chiesto asilo in Germania. Una pia illusione, com'è ovvio.

supporter turchi di erdogan a berlino supporter turchi di erdogan a berlino

 

Ma nella forsennata produzione di liste nere, i turchi ne hanno fornito una ai servizi segreti, secondo alcuni giornali tedeschi, che rivelerebbe dei finti poliziotti che avrebbero dovuto organizzare un attentato contro Erodgan al G20 di inizio luglio ad Amburgo. Torna alla mente uno stranissimo e scandaloso fatto di quei giorni.

 

A 32 giornalisti è stato ritirato dalle autorità tedesche l'accredito per il vertice, senza una motivazione ufficiale, per 'motivi di sicurezza'. Alcuni giornalisti finiti su quella lista avevano semplicemente lavorato nei territori curdi della Turchia, qualcuno era stato anche

 

PROTESTE ANTI ERDOGAN A BERLINO PROTESTE ANTI ERDOGAN A BERLINO

arrestato. E a molti è venuto il sospetto che la lista dei 32 giornalisti fosse stata suggerita dai servizi segreti turchi. Un sospetto che, se confermato, getterebbe una brutta luce anche sui servizi tedeschi, proni ai deliri erdoganiani. Ma forse la musica cambia, ora.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…