IL CAV CON LE SPALLE AL MURO (E LO SGUARDO AL COLLE) - BERLUSCONI ASPETTA UN SEGNALE DA RE GIORGIO MA I FALCHI PREMONO PER FAR SALTARE IL GOVERNO

Amedeo La Mattina per "la Stampa"

Nessuna risposta, nessuna rottura, dicono a Palazzo Grazioli. Non c'era una risposta immediata da dare e non c'era nemmeno alcuna ragione per rompere, osservano al Quirinale. Il presidente Napolitano, spiegano sul Colle, esaminerà con attenzione tutti gli aspetti delle questioni che gli sono state prospettate da Renato Schifani e Renato Brunetta.

I due capigruppo del Pdl hanno posto un problema politico: non si può estromettere Silvio Berlusconi dalla politica, c'è una questione di agibilità di uno dei principali partiti italiani. Sarebbe necessario un atto di clemenza, cioè la grazia o la commutazione della pena da detentiva a pecuniaria. Hanno sottolineato che in queste condizioni garantire la tenuta della maggioranza non sarà un'impresa facile.

Ecco, invece, è proprio questo il punto al quale Napolitano tiene sopra ogni cosa: la stabilità di governo, la prosecuzione del lavoro iniziato dal governo Letta. A Schifani e Brunetta è stato chiarito che il presidente della Repubblica non scioglierebbe il Parlamento fino a quando rimane in vigore questa legge elettorale, con il Porcellum che potrebbe essere dichiarato incostituzionale dalla Consulta da qui a qualche mese.

Detto questo, però, se c'è qualcosa che potrà essere fatto, non sarà certo Napolitano a chiudere la porta. Non si deve tuttavia parlare di grazia e di nessun altro provvedimento che possa anche minimamente rompere gli equilibri istituzionali e ledere il principio della separazione dei poteri. Una fiammella, una piccola apertura che è stata discussa con il Cavaliere.

Bisogna dire che a Palazzo Grazioli il pessimismo è cosmico. Messa da parte la grazia e l'ipotesi della commutazione della pena, Berlusconi non crede che al Quirinale possano trovare una soluzione accettabile. Secondo i falchi la verità è che non la si vuole trovare. Denis Verdini ha alzato la voce dicendo che di Napolitano non ci si può fidare. Per Daniela Santanché non intende fare nulla e «alla fine, caro presidente, finirai in carcere; meglio mettere in crisi il governo e andare a elezioni». Schifani ha cercato di frenare la cavalcata delle Valchirie, ha spiegato che da parte del Capo dello Stato c'è grande disponibilità, ha preso appunti, ascoltato con attenzione le ragioni che gli sono state esposte, insomma non bisogna fasciarsi la testa prima di rompersela.

Berlusconi ha ascoltato scuro in volto, scettico. Si sente con le spalle al muro, sta malissimo, si è sfogato contro l'«ingiustizia» che sta subendo. Si rende conto che lo stesso Napolitano ha margini di manovra strettissimi, che non può fare granché se esclude la grazia o la commutazione della pena.

«Adesso - ha osservato - è caduto un tabù con la condanna in Cassazione. Gli altri processi verranno accelerati e quello Ruby vedrete che arriverà in Cassazione già il prossimo anno. Dipendesse da me - ha aggiunto - andrei alle elezioni ma non ci sono le condizioni, Napolitano non ci manderebbe mai a votare». La sensazione è di essere con le spalle al muro, con quella fiammella accesa sul Colle che per i rapaci del Pdl è solo escamotage per prendere tempo. Dicono: «Metterà l'ufficio legislativo al lavoro, farà passare l'estate, intanto per il nostro leader si aprono le porte del carcere».

Sì, perchè sembra che il Cavaliere abbia detto che non chiederà gli arresti domiciliari né tantomeno l'affidamento ai servizi sociali come se fosse un criminale da rieducare. «Preferisco andare in carcere». È quello che ha ripetuto Santanchè lasciando Palazzo Grazioli e che le colombe contestano. Spiegano un pezzo del Pdl gioca al tanto peggio tanto meglio e vuole il capo in galera per farsi una Forza Italia con il coltello tra i denti ed emarginare i moderati del partito, a cominciare dai ministri.

Un gioco al massacro sulla pelle dello stesso Berlusconi. Invece bisogna fidarsi del Quirinale, attendere una risposta. È chiaro che il Pd non potrà intanto fare sgambetti, Mercoledì, ad esempio, ci sarà un primo Banco di prova quando alle 20 si riunirà la Giunta per le elezioni del Senato: si vedrà come si comporteranno i Democratici sulla decadenza o l'ineleggibilità di Berlusconi da senatore.

 

Palazzo Grazioli Sandro Bondi sul balcone di Palazzo Grazioli fermata soppressa davanti a palazzo grazioli - GMTfermata soppressa davanti a palazzo grazioli - GMTEnrico Letta e Alan Le Roy vignetta letta enricoBRUNETTA MARONI ALFANO SCHIFANI daniela santanche

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…