silvio berlusconi rino formica

“BERLUSCONI CI HA LASCIATO UN’ITALIA PIÙ POVERA E MENO LIBERA” – RINO FORMICA FUORI DAL CORO DEGLI ELOGI PER IL CAV: “SIAMO NEL PIENO DI UN NECROLOGIO COLLETTIVO. E NON C’È NIENTE DI PIÙ FALSO DEI NECROLOGI. ANCHE IN POLITICA BERLUSCONI È STATO UN IMPRENDITORE CHE ACQUISTA TUTTO A BASSO PREZZO E PENSA SOLO AL PROFITTO” – “I RAPPORTI TRA CRAXI E IL CAV NON ERANO COSI’ IDILLIACI” – “IL CENTRODESTRA COSÌ COM’È STATO IN QUESTI DECENNI NON HA UN FUTURO. PER IL GOVERNO MELONI SI APRE UNA FASE CON POCA TRANQUILLITA’”

Estratto dell’articolo di Giuseppe De Tomaso per “la Repubblica”

 

rino formica

Rino Formica, 96 anni, socialista, più volte ministro, ha vissuto da protagonista la Prima Repubblica e da spettatore impegnato la Seconda Repubblica, il cui debutto (1994) è legato all’avvento di Silvio Berlusconi sul palcoscenico politico. Le sue analisi vanno quasi sempre controcorrente.

 

La morte di Berlusconi ha scatenato un fiume di ricordi, ricostruzioni e previsioni.

«Siamo nel pieno di un necrologio collettivo. Un tempo si diceva che, nella vita, non ci fosse nulla di più falso dei necrologi, che costituiscono una rappresentazione edulcorata della verità. Quando, tra una decina di giorni, cesserà quest’orgia di dichiarazioni di fede e fedeltà, s’imporrà una riflessione pacata».

 

Per giungere a quale conclusione?

silvio berlusconi e bettino craxi

«Quella berlusconiana viene definita da tutti, detrattori e sostenitori, come un’esperienza trentennale. Il che significa che ha avuto una funzione».

 

Come è stata assolta questa funzione da Berlusconi?

«Vado subito alla sintesi. L’Italia è più povera e meno libera di come Berlusconi l’ha trovata. Berlusconi è più ricco e più potente di quando è entrato in politica».

 

Ma Berlusconi era anche un po’ figlio della Prima Repubblica.

«Certo. Berlusconi nasce e cresce nella Prima Repubblica, ma riesce ad approfittare della crisi di quella fase storica senza possedere né indicare un orientamento di carattere politico. Qual era la sua bussola politica? Dov’era? Bah.

 

RINO FORMICA CRAXI

È andata in scena un’anomalìa figlia di questo paradosso: quello di un imprenditore che si appropria dell’esperienza politica altrui e di un uomo politico che si trova a dover operare il cambiamento in un sistema in crisi. Berlusconi non è in grado di svolgere questo secondo compito. Lui resta un imprenditore che acquista tutto a basso prezzo e non si discosta dal principio tipico dell’imprenditore: il profitto. C’è una bella differenza tra l’uomo politico che ritiene non negoziabile il suo principio identitario e l’imprenditore che ritiene non negoziabile il principio fondamentale del profitto, che è la ragione di vita di un’impresa».

 

[…]

 

silvio berlusconi 2

Perché, allora, seguendo il suo ragionamento, i partiti sconfitti nel ’94 non hanno reagito?

«Hanno commesso un errore di valutazione. Pensarono che il ritorno ai princìpi classici della politica sarebbe avvenuto in autonomia, col tempo e che la fase della sostituzione dei princìpi da parte del profitto sarebbe stata provvisoria e transitoria. Invece si trattava di un elemento degenerativo che intaccava il midollo spinale dei sistemi istituzionali democratici».

 

[…]

 

Berlusconi scende in campo all’insegna del cambiamento.

silvio berlusconi nel 1997

«La sua figura, invece, si rivela subito ritardatrice del processo di rinnovamento del trentennio riformistico che non aveva potuto concludere la sua opera di cambiamento sia per ragioni internazionali che nazionali, entrambe frenanti».

 

Qual è il ruolo della magistratura?

«Un ruolo corporativo. La magistratura avverte la debolezza di un potere generale e politico e mira ad essere un potere autonomo, non indipendente. Quindi, un potere politico, a sé stante. La magistratura diventa prigioniera di questa grande illusione, dimentica del fatto che l’amministrazione della giustizia resta la più alta missione nella società. Giudicare gli altri esseri umani significa infatti esercitare una funzione paradivina. Invece si è preferito acquisire potere politico».

 

silvio berlusconi

Ha ragione D’Alema quando dice che Berlusconi è stato un po’ perseguitato dalla magistratura?

«Non vedo il fenomeno della persecuzione ai danni di Berlusconi.

Tutto rientra nel quadro di una degenerazione sistemica, di un’interferenza di ruoli da parte della magistratura. I magistrati lo hanno fatto con Berlusconi, ma lo avrebbero fatto con chiunque altro. Berlusconi è arrivato a 58 anni, quando è salito a Palazzo Chigi, senza essere mai stato inquisito.

 

Successivamente viene indagato per mafia. Allora: o era mafioso prima, e non si comprende perché non sia stato indagato; oppure è falso ciò che avviene dopo. La questione è che quando una forza indipendente agisce come forza giudicante, non può trasformarsi in parte politica. Tanto è vero che quando è iniziata a calare l’influenza politica di Berlusconi, si è andati alla ricerca di nuovi esponenti politici da colpire anche sul piano giudiziario».

 

A chi o a cosa si riferisce?

«Parliamoci chiaro. D’Alema non sarebbe stato indagato o messo sotto controllo se fosse stato esponente di una forza politica che contava».

 

silvio berlusconi

Non rischia di essere un po’ complottistico questo ragionamento? C’è davvero un disegno della magistratura teso a far fuori alcuni leader politici?

«Non è un disegno. Sono dinamiche della società. Quando si crea un vuoto, qualcuno lo riempie. E naturalmente chi lo riempie parte dai propri punti di forza all’interno della società. L’illusione di Berlusconi, alimentata dalla sua incultura politica e dalla sua sprovvedutezza, era che fosse sufficiente essere solo imprenditori per governare un Paese come l’Italia».

 

Com’erano i rapporti diretti tra Berlusconi e Craxi?

«Non corrispondevano alla visione idilliaca riproposta da Stefania Craxi. Erano assai più complessi. I giudizi di Bobo Craxi sono quelli più aderenti alla verità».

 

silvio berlusconi

Che futuro vede per il centrodestra fondato da Berlusconi?

«Non può durare, in democrazia, un’organizzazione politica priva di un giusto equilibrio tra il carisma della guida e la forza dell’istituzione. In questo caso c’era un’identificazione, non una differenziazione equilibrata, tra carisma e istituzione. È nella natura delle cose che la cessazione, per via naturale, del carisma porti alla cessazione dell’istituzione. Penso che la morte di Berlusconi, ad un anno dalle prossime europee, non favorisca, sin dalle prossime settimane, una fase di tranquillità per il governo Meloni». […]

silvio berlusconi forza italia RINO FORMICA 2silvio berlusconi alla trasmissione telecamere nel 2001 silvio berlusconi con la bandanasilvio berlusconi. RINO FORMICA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)