SCORZA ITALIA - BERLUSCONI RASSICURA RENZI, “RISPETTERÒ IL PATTO DEL NAZARENO”, E “DIMISSIONA” CLAMOROSAMENTE IL SUO CAPOGRUPPO BRUNETTA CHE ANNUNCIAVA SFRACELLI CONTRO RENZI (RITORNA ELIO VITO?)
Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse
1. BERLUSCONI RASSICURA RENZI, “RISPETTERÒ IL PATTO DEL NAZARENO”
Umberto Rosso per la Repubblica
Berlusconi rassicura Renzi, «rispetterò il patto del Nazareno», sconfessa clamorosamente il suo capogruppo Brunetta che annunciava sfracelli, e attraverso l’accordo sulle riforme offre al Pd l’appoggio nella partita per il Quirinale. Però sotto il cielo forzista grande è il caos, come conferma lo scontro fra l’ex Cavaliere e il capo dei suoi deputati, che ribatte «mi sono solo difeso dagli attacchi».
Renzi perciò non si fida: «Non so se Forza Italia regge, se ce la fa davvero a rispettare gli accordi presi al Nazareno». Per la corsa al Quirinale è un tassello decisivo nella strategia del Pd, che comunque tiene le porte aperte a tutti, come dice il vicesegretario Serracchiani.
Ma a sinistra restano diffidenti e chiedono modifiche alla legge elettorale. E Beppe Grillo non intende sedersi al tavolo «del mercato delle vacche presidenziali». Nel centrodestra, Alfano si prepara a incontrare martedì o mercoledì prossimo Berlusconi, e vuol fare pesare i suoi voti per il nuovo inquilino del Colle, insiste «l’elezione per il Quirinale non si risolva in un conclave interno, come fossero le primarie del Pd».
berlusconi alfano brunetta verdini santanch nella nuova sede di forza italia
Berlusconi rassicura Renzi, sulle riforme per rendere governabile il paese «abbiamo preso degli impegni che intendiamo rispettare, come sempre abbiamo rispettato la parola data. E questo vale anche per i tempi e le procedure». Quindi, «stia tranquillo» il premier: nessuno «farà guerra sulle riforme, ma la sinistra non si faccia illusioni sul resto, perché troverà da parte nostra una opposizione rinnovata, forte e intransigente».
LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI SCHIFANI E BRUNETTA
2. BRUNETTA: «IO DIMETTERMI? AH AH AH...»
( c. l.) Repubblica.it
«Io dimettermi? Ah ah ah...» Riattacca il telefono ridendo, il capogruppo forzista Renato Brunetta quando gli viene chiesto se dopo il siluramento di Berlusconi, mai così plateale, così brutale, avesse intenzione di farsi da parte, accontentando così i suoi tanti detrattori nel partito. «Ne riparliamo mercoledì in assemblea, con tutti, alla presenza del presidente», avverte lui col tono per nulla contrito.
Raccontano che il leader, ad Arcore, sia fuori dalla grazia di Dio. «Proprio ora mi fa saltare tutto per aria? Non basta Fitto? » Un avvicendamento alla guida del gruppo ormai lo ha messo nel conto. Ma la pratica è rimandata all’indomani dell’elezione del presidente della Repubblica. Solo allora i sostenitori di Mariastella Gelmini usciranno allo scoperto, prima avrebbe l’effetto del detonatore.
Berlusconi ha meditato ore prima di fustigare con quella nota il pur fedelissimo Renato. Che già era stato richiamato all’ordine tre giorni fa, quando il capogruppo si era scatenato in una guerriglia parlamentare contro la riforma del bicameralismo. «Così non va», lo aveva avvertito Berlusconi al telefono. Poi è seguito lo scontro quasi fisico tra lo stesso capogruppo e Verdini a Palazzo Grazioli. Ieri il big bang.
La goccia che fa traboccare il vaso, solo l’ultima, l’intervista di ieri al Corriere e le dichiarazioni al Gr1. Indomito, Brunetta minaccia il premier Renzi: «Sarà guerra, prima del Quirinale si andrà ai materassi », e ancora, «Renzi fannullone, perché aspetta il 20 febbraio per fare i decreti fiscali che gli italiani aspettano e blocca il Parlamento per due riforme del tutto inutili?» Gli chiedono: «Berlusconi d’accordo con lei?» E lui: «Assolutamente sì».
Insomma, mentre Verdini e Romani tessono la trama degli accordi con Palazzo Chigi per conto del capo, il capogruppo taglia e trancia. «Adesso basta» è sbottato ieri Berlusconi, che a differenza delle altre volte non ha nemmeno chiamato Brunetta, mentre Verdini e altri si sfogavano con lui al telefono («Non possiamo avere due linee, così siamo finiti »).
La dichiarazione del leader è di fuoco. «Leggo un’ultima agenzia con dichiarazioni dell’on. Brunetta che, a suo dire, io condividerei. È esattamente il contrario. Non sono d'accordo sui giudizi espressi da Brunetta e neppure sulla sua abitudine di attaccare personalmente gli avversari politici. Chiedo a Brunetta di cambiare atteggiamento ».
berlusconi alfano brunetta verdini santanch nella nuova sede di forza italia
Se non è un «dimissionamento » del capogruppo, poco ci manca. Anche perché Berlusconi era già intervenuto un paio d’ore prima per rassicurare Renzi: «Abbiamo preso degli impegni che intendiamo rispettare. E questo vale anche per i tempi e le procedure. Stia tranquillo perciò Renzi, nessuna guerra sulle riforme. Nel partito tutti rispettino le decisioni prese».
Un uno-due in grado di affondare chiunque, ma non Brunetta, a quanto pare. Lui replica per iscritto e tiene il punto, provocatorio: «Per antica consuetudine, tutte le mie analisi e tutte le mie dichiarazioni sono sempre state concordate con Berlusconi, anche quando lui cambiava parere». E poi: «Per quanto riguarda gli attacchi personali, è mio dovere rispondere a quelli altrui, cosa che continuo a fare con pieno plauso del presidente ».
SILVIO BERLUSCONI IGNAZIO LA RUSSA E RENATO BRUNETTA
L’affondo del capo non era stato l’unico della giornata, per altro. Nelle stesse ore un documento di fuoco viene preparato dall’altro capogruppo (al Senato) Romani e — raccontano — dall’altro sponsor del Nazareno, Denis Verdini.
Inviato per la sottoscrizione e a tutti i parlamentari: «La differenza di opinioni non può spingersi a danneggiare il nostro movimento ed il presidente Berlusconi avvalorando un presunto sostegno di Fi o l’esistenza di fantomatici e oscuri interessi» si legge tra l’altro. I quaranta fittiani si rifiutano di sottoscriverlo. Scatta l’ora della resa dei conti, dentro quel frullatore impazzito che è ormai Forza Italia, nel momento peggiore.