berlusconi meloni 3

“MELONI CANDIDATA PREMIER POTREBBE FARCI PERDERE LE ELEZIONI” - BERLUSCONI VUOLE AFFOSSARE LA “DUCETTA” E PER FARLO SI AFFIDA AI SUOI SONDAGGI RISERVATI SECONDO CUI LA MELONI SPAVENTEREBBE I FANTOMATICI ELETTORI “MODERATI” (GLI STESSI SCHIFATI DA COME BERLUSCONI HA FATTO CADERE DRAGHI) - SALVINI E BERLUSCONI VOGLIONO STRAPPARE L’IMPEGNO A EVITARE PREMIER TECNICI E, SOPRATTUTTO, MINISTRI NON TROPPO POLITICI: NIENTE FIGURE ALLA GIULIO TREMONTI O ALLA DOMENICO SINISCALCO…

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI

 

Tirerà fuori un sondaggio riservato. E lo farà al momento giusto, con un po' di perfidia.

Recita: Giorgia Meloni candidata premier in pectore potrebbe farci perdere le elezioni. O meglio: ci impedirebbe di vincerle. Troppo di destra, tanto da spaventare gli elettori moderati. «Giorgia - dirà oggi Silvio Berlusconi simulando empatia e affondando la lama - non possiamo permetterci di spaventare il nostro mondo».

 

È di fatto lo spettro nero agitato dalla stampa internazionale, il timore espresso a Bruxelles nei conciliaboli del Ppe, l'allarme che è rimbalzato anche Oltreoceano. Ed è anche il rischio di perdere i fondi del Recovery, come sottolineava ieri il Financial Times ricordando la caduta di Mario Draghi.

 

BERLUSCONI MELONI 3

Il nodo dell'immagine pubblica di Meloni è insomma la prima linea della battaglia. Ne ha parlato Antonio Tajani alla Stampa, sostenendo che agli attacchi che arrivano dall'estero la leader deve rispondere «mostrando serietà e dimostrando di essere diversi da come si viene dipinti».

 

Ieri, poi, ha lambito il concetto anche l'azzurro Maurizio Gasparri: «Il problema della Meloni - ha detto a Metropolis - non è tanto rivendicare il primato della coalizione, ma dimostrare che non è quel mostro nazifascista che Repubblica descrive. Meloni ha 46 anni e credo sia consapevole del problema. Oggi deve chiarire non solo le sue posizioni, che per me non sono nazifasciste, ma dimostrare che la sua è una coalizione equilibrata». Ovviamente c'è molto altro, dietro all'affondo che programma Berlusconi e che rilanciano i suoi big.

 

BERLUSCONI MELONI

C'è innanzitutto un timore concreto: l'estinzione di Forza Italia. In queste ore, nella storica culla azzurra della Lombardia, il partito del Cavaliere perde assessori regionali, ras carichi di voti, tanti piccoli amministratori locali. E smarrisce per strada il sostegno di associazioni di commercianti e imprenditori. Una fuga scatenata dalla scelta di affossare Mario Draghi.

C'è uno scontro di potere furibondo, nella coalizione sovranista.

 

Dopo aver ricevuto in dono da Giuseppe Conte l'occasione della vita, l'ansia di conquista travolge tutti i contendenti. Matteo Salvini è il più felice di tutti. Emarginato per la scelta filo-russa, ha ripreso a frequentare gli interlocutori di Mosca e confida di tornare quantomeno ministro dell'Interno. In realtà sogna di arrivare ancora più in alto, forte di un patto con l'anziano leader di Arcore. Ma servirebbe riuscire a sottrarre la premiership a Meloni.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

È il cuore dello scontro di queste ore. L'obiettivo del segretario del Carroccio è imporre un proprio nome (se non addirittura se stesso) per Palazzo Chigi. Il piano, elaborato con Berlusconi, è banale nella sua semplicità. Chiederà a Meloni di affermare il principio che il prossimo premier dovrà essere indicato non dagli elettori - dunque assicurando al partito che prende di più nelle urne l'onere della scelta - ma dagli eletti nel corso di una solenne assemblea di inizio legislatura. Il calcolo è semplice: sommando i parlamentari leghisti, azzurri e centristi (a cui il Cavaliere garantirà qualche seggio) si potrebbe tentare il sorpasso. In modo da poter dire alla leader di Fratelli d'Italia: dispiace, la maggioranza preferisce un altro nome.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

A Meloni dispiace invece avere a che fare con Salvini. Non ha nessuna intenzione di assecondare questo schema. Sa che non sarà facile accordarsi, visto che i rapporti con l'ex ministro dell'Interno sono complessi. Ma sa anche che il collante di una possibile vittoria può fare miracoli. L'amica dell'ultra destra spagnola di Vox si presenterà quindi al vertice con due proposte. Primo: a Palazzo Chigi andrà chi prende un voto in più nelle urne.

 

Secondo: per decidere la ripartizione dei collegi dovrà valere la media degli ultimi sondaggi. Quelli più recenti assicurano a Fratelli d'Italia un consenso superiore alla somma di Forza Italia, Carroccio e centristi. E infatti, lo schema di partenza che sottoporrà ai partner sarà: 55% degli scranni dell'uninominale a FdI, 28% alla Lega, il restante 17% da dividere tra azzurri e cespugli di centro. Perfettamente in linea con l'ultima rilevazione Swg, che attribuisce il 25% al partito con la fiamma, il 12,4% al Carroccio e il 7,1% a FI. «Le regole ci sono e vanno rispettate», ricorda Ignazio La Russa.

 

berlusconi salvini meloni

Litigano su tutto, nella galassia ormai sovranista a tutto tondo. Salvini e Berlusconi vogliono ad esempio strappare anche un impegno a evitare premier tecnici e, soprattutto, ministri non troppo politici: niente figure alla Giulio Tremonti, per intenderci, o alla Domenico Siniscalco. Ipotesi che sembravano invece intrigare Meloni. E ancora: Berlusconi vuole per sé la presidenza del Senato. E spinge per assicurare ai big che lo circondano a Villa Grande alcuni ministeri chiave, a partire dagli Esteri. Lo stesso chiede Salvini, puntando all'Interno o alla delega ai Servizi per la Lega.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI

Tutto normale, tutto conseguente alla scelta di mettere fuori gioco Draghi, rinnegando le promesse di stabilità degli ultimi mesi. Una volta compiuto questo primo, traumatico passo («il solo passo che conta è il primo», scriverebbe Javier Marìas), la battaglia di Salvini e Berlusconi cresce d'intensità e prende di mira l'antagonista diretta. Che, ovviamente, è pronta a usare ogni mezzo per contrattaccare su ogi terreno possibile.

 

Un primo risultato della leader, soltanto "estetico" ma preteso con forza, è stato quello di sottrarre i summit della coalizione di destra alla cornice berlusconiana di Villa Grande. Oggi i leader si vedranno alla Camera. Così è stato stabilito. Scartando anche la nuova residenza di Salvini, che nel frattempo si è spostato dal centro storico a Roma Nord alla ricerca di una abitazione più grande e con camino gradita alla fidanzata Francesca Verdini.

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)