IL BANANA COGLIONE – BISIGNANI: A ROMPERE IL PATTO DEL NAZARENO FU BERLUSCONI, 10 GIORNI PRIMA DEL VOTO PER IL COLLE, INCONTRANDO ALFANO A MILANO – RENZI SI SENTÌ TRADITO E TIRÒ DRITTO SU MATTARELLA

Luigi Bisignani Paolo Madron: I potenti al tempo di Renzi Luigi Bisignani Paolo Madron: I potenti al tempo di Renzi

Anticipazione del libro di Luigi Bisignani e Paolo Madron “I potenti al tempo di Renzi” pubblicata da il “Corriere della Sera

 

Il patto del Nazareno, pur tra alti e bassi, ha resistito più di un anno. Poi è diventato carta straccia.

Ma Renzi non ha stracciato nulla. Ti potrei dire anche il giorno e l’ora in cui, anzi, è successo esattamente il contrario. Mancavano dieci giorni alla battaglia per il Quirinale. Erano le 20.20 del 19 gennaio 2015 quando Renzi apprese la notizia di un vertice che poche ore prima si era svolto a sorpresa in una saletta riservata della Prefettura di Milano. E si sentì tradito.

 

Lasciami indovinare: quello tra Alfano e Berlusconi.

Sì. Presenti anche Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello. E soprattutto Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc. Berlusconi era accompagnato da Giovanni Toti e Niccolò Ghedini, che l’avevano segretamente organizzato.

 

Fu allora che il premier capì che per lui, in calo nei sondaggi, con il governo in difficoltà sull’azione complessiva e sulle riforme istituzionali, c’era il rischio di finire in una trappola.

Il pericolo da scongiurare era che si ricompattasse il centrodestra. Come se non bastasse, in Forza Italia iniziava a far breccia la linea anti Nazareno portata avanti dal cerchio magico di Berlusconi.

luigi bisignaniluigi bisignani

 

Renzi considerava il riavvicinamento con Alfano, e gli abboccamenti tra Berlusconi e Salvini, una vera mina per la sua leadership e per il suo governo. Ma come andò l’incontro in prefettura?

Berlusconi, dopo tutto quello che aveva ingoiato dal suo ex delfino, fece davvero finta di nulla, come nel suo stile. Con Alfano sembrava che si fossero lasciati solo da poche ore. Mise subito a suo agio un Angelino molto imbarazzato, che non vedeva da più di un anno dopo il famoso tradimento (...).

 

Renzi quindi aveva ragione a preoccuparsi.

Altroché. E come se quella riunione l’avesse ascoltata, battuta per battuta. Capì subito che si stava creando un asse forte tra i ritrovati amici, o fintamente tali, per portare Pier Ferdinando Casini al Quirinale (...).

 

Con Renzi che gli indicava Mattarella, Berlusconi che fece?

alfano berlusconi adn x alfano berlusconi adn x

Era titubante se votarlo o meno. Ma Giovanni Toti, in contatto con Alfano, di cui è amico personale, gli prospettò che, facendo fronte comune con il Nuovo centrodestra, Mattarella non sarebbe mai passato, perché la minoranza dem, secondo informazioni che aveva avuto Casini, si sarebbe spaccata, così come era avvenuto due anni prima con i 101 franchi tiratori che impallinarono Prodi.

 

Immagino che Berlusconi fosse molto indeciso.

Come spesso gli capita in occasioni simili. Seguendo il suo istinto avrebbe votato Mattarella, ma poi si fece dissuadere (...).

 

Nella notte dei lunghi coltelli, quella del 27 gennaio 2015, che cosa successe?

Fu una notte infernale. Silvio era andato a dormire con l’incubo di Lorenzo Guerini che annunciava: «Si parte con Mattarella e si arriva a Mattarella» (...).

 

Come si è svegliato?

BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSEBERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE

Frastornato e mortificato perché, nelle ore decisive della battaglia, lui doveva rientrare a Milano, secondo quanto gli imponevano le disposizioni della magistratura.

 

E con Renzi nessun contatto?

Certamente. Prima di mezzogiorno di quel giovedì 29 gennaio il premier richiamò al telefono Berlusconi e gli chiese, senza giri di parole, di convergere su Mattarella, perché così si sarebbe salvato il patto del Nazareno. E comunque, quello era il nome che di lì a poco avrebbe comunicato all’assemblea dei grandi elettori del Pd, che avrebbe approvato all’unanimità.

 

E Berlusconi cosa gli rispose?

«Dammi ancora due ore e ti dico.»

 

Una risposta molto possibilista.

renzi berlusconirenzi berlusconi

Assolutamente. Successe però un episodio comico che spiega bene l’autogol di Berlusconi.

 

E cioè?

Per non farsi scoprire dai giornalisti che assediavano Palazzo Grazioli, si nascose nel furgoncino nero che di solito fa da scorta alla sua Audi corazzata.

 

Questa è da agente 007, che tra l’altro in quelle ore stava girando proprio a Roma, sul Lungotevere, il nuovo film. Ma per andare dove, a incontrare la Spectre?

Più che la Spectre, uno spectrino, ovvero Alfano che lo aspettava con Casini, Lorenzo Cesa, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi e Fabrizio Cicchitto (...).

 

E mentre loro discutevano, Berlusconi se ne stava accucciato nel furgone.

Con i suoi dubbi Silvio arrivava al Viminale mentre Sky Tg24 , che seguiva l’Audi vuota, dava notizia che si stava recando all’ultimo faccia a faccia con Renzi, in seguito al quale forse avrebbe dato il via libera a Mattarella.

 

E invece stava da tutt’altra parte.

Mentre Renzi faceva il suo ingresso nella sede del Pd per annunciare al mondo il nome di Mattarella, Berlusconi si accomodava nell’ufficio del Viminale assieme a Verdini, Letta e Ghedini.

pierferdinando casinipierferdinando casini

 

E come lo accolsero?

Dopo veloci ma calorosi convenevoli venne travolto, soprattutto da Casini che, speranzoso di poter essere il candidato, si alzò dalla sedia a dissertare teatralmente, il dito indice sollevato: «Amici miei, e non parlo per il mio interesse ma per voi. Tu Silvio, e noi tutti, Mattarella non lo possiamo proprio votare». Alfano, più persuaso che convinto, gli andò appresso e Berlusconi cedette e diede il via libera alla famigerata decisione delle schede bianche (...).

 

ghedini consiglio nazionale forza italia foto lapresse ghedini consiglio nazionale forza italia foto lapresse

Casini e Alfano lo avevano stregato.

Sì, lui, che era entrato così titubante, uscì convinto di poter far fuori Mattarella assieme alla minoranza del Pd, come era avvenuto due anni prima per Prodi. Verdini, che era stato appositamente invitato alla riunione perché avallasse assieme a Gianni Letta la linea, mentre uscivano disse con la sua consueta crudezza: «Questi fra tre ore si rimangiano tutto».

 

 

GIANNI LETTA ACCANTO A EDVIGE FENECH ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BISIGNANI NELL OTTANTOTTO GIANNI LETTA ACCANTO A EDVIGE FENECH ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI BISIGNANI NELL OTTANTOTTO

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"