1- BERLUSKAZZI & BERSANI: COME INFILARE LA SUPPOSTA A TRE PUNTE DI RIGOR MONTIS 2- TRE MODIFICHE, FIDUCIA E VIA. IL CETRIOLO DEI TECNICI È PRONTO PER ESSERE SERVITA 3- MENTRE FRANCESCHINI VEDE CICCHITTO E I DEMOCRAT SI CONVINCONO AD ACCETTARE LA PROPOSTA DI PIERFURBY DI DAR VITA A UN INCIUCIONE PARLAMENTARE CON PDL E UDC, SCOPPIA LA RIVOLTA DEI PEONES: "MONTI È UNA SCHIFEZZA PERCHÉ È L'ESPRESSIONE DELLE MASSONERIE INTERNAZIONALI CHE OGGI COMANDANO QUESTO PAESE IN NOME DI GOLDMAN SACHS, TRILATERAL E BILDERBERG. MONTI NE FA PARTE ED ERA IL PRESIDENTE DELLA GOLDMAN SACHS PER L' EUROPA, QUELLA CHE HA TRUCCATO I CONTI DELLA GRECIA, QUELLA CHE GESTISCE OGNI GIORNO 13.000 MILIARDI. PREFERISCO GENTE ELETTA DAL POPOLO, CHIUNQUE, CHE GENTE CHE RAPPRESENTA LE MASSONERIE INTERNAZIONALI" 4- UN COLPO A BANANA, UNO A BERSANI, CHE TEME DI PERDERE CONSENSI A SINISTRA E HA PAURA DELLE MOSSE DELLA CGIL. MA IL TIMORE CHE LA MANOVRA VENGA SMONTATA DA LEGA E DI PIETRO VINCE SU TUTTO. "NON POSSIAMO ARRIVARE IN AULA SENZA UNA REGIA POLITICA"

1- ROBERTO ROSSO, PDL, ALLA ZANZARA SU RADIO 24. "MONTI E' UNA SCHIFEZZA, ESPRESSIONE DI MASSONERIE INTERNAZIONALI. CHIUNQUE MEGLIO DI LUI"
"Monti è una schifezza perché è l'espressione delle massonerie internazionali che oggi comandano questo paese in nome della Goldman Sachs, la Trilateral e Bilderberg che sono delle schifezze. Monti ne fa parte ed era il Presidente della Goldman Sachs per l' Europa, quella che ha truccato i conti della Grecia, quella che gestisce ogni giorno 13.000 miliardi. Preferisco gente eletta dal popolo, chiunque, che gente che rappresenta le massonerie internazionali." Lo ha detto alla Zanzara su Radio 24 Roberto Rossi, onorevole del Pdl, ex Fli, eletto con il Pdl e ex sottosegretario di Stato al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. "Meglio un regime democratico di quello che abbiamo oggi. Le massonerie internazionali sono così dominanti da far si che le democrazie debbano inchinare la testa". Sulle lacrime della Fornero, l'onorevole Rossi del Pdl così commenta a Radio 24: "La Fornero mi sembrava un po' esagerata, e forse in malafede, il ritocco che ha fatto non meritava una lacrima" conclude alla Zanzara.

2- TRE MODIFICHE, FIDUCIA E VIA. LA CROSTATA DEI TECNICI E' PRONTA PER ESSERE SERVITA
Tommaso Labate per il Riformista

La svolta arriva dopo un colloquio riservato tra Dario Franceschini e Fabrizio Cicchitto. Quando il capogruppo pd dice: «Dobbiamo accettare il coordinamento con Pdl e Udc».
Montecitorio, interno giorno. Dentro il Pd si moltiplicano i mugugni per il testo definitivo della manovra presentata domenica sera da Mario Monti e da alcuni dei suoi ministri. Il deputato torinese Stefano Esposito, esponente della sinistra interna e fedelissimo del segretario, annuncia sulla sua pagina Facebook che «a caldo, così com'è la manovra non la voto».

Il franceschiniano Antonello Giacomelli, uomo-macchina della corrente di Area democratica, è un po' più cauto. Ma ugualmente perplesso: «Era difficile chiedere a Monti di fare in pochi giorni qualcosa di più approfondito. Però è netta la sensazione di una timidezza su alcune misure che si trasforma in forte determinazione su altre». Traduzione: il governo è stato timido con chi "ha di più" e determinato sulle pensioni. Idea che Bersani sottoscrive in pieno.

Nel tragitto che lo separa da un corridoio laterale all'aula di Montecitorio, quando mancano pochi minuti all'intervento del presidente del Consiglio, il leader del Pd fa a tempo a dire tre cose. Senza girarci troppo intorno. «Questo decreto si poteva fare molto meglio». E uno. «Sono necessarie delle modifiche». E due. «In linea di principio, noi siamo contrari al ricorso alla fiducia. Però vediamo che succede...». E tre.

Ma per comprendere il senso della svolta che potrebbe maturare a stretto giro, bisogna andare oltre i puntini di sospensione del ragionamento bersaniano. E, di conseguenza, alla riunione di Montecitorio tra i vertici del partito e i componenti degli uffici di presidenza dei gruppi di Camera e Senato.

Franceschini, che ha parlato col capogruppo dei Pdl, Cicchitto, apre alla proposta di Casini di dar vita a un coordinamento parlamentare a tre (Pd-Pdl-Terzo Polo). La sua proposta, sponsorizzata anche dalla pattuglia di Walter Veltroni e da quella di Enrico Letta, è semplice: «Questo decreto va prima modificato e poi messo in sicurezza. Non possiamo arrivare in Aula senza una regia politica, col rischio che gli emendamenti di Lega e Italia dei valori comportino qualche stravolgimento. Dobbiamo trovare un accordo con Pdl e Terzo Polo, fare un maxi-emendamento e poi approvarlo con la fiducia».

Ovviamente si tratta di un percorso a ostacoli. Primo perché Bersani, che teme di rimanere scoperto a sinistra a causa delle mosse della Cgil, vuol far di tutto per evitare «la foto di gruppo» con Berlusconi e Casini. Secondo perché anche Berlusconi avrebbe difficoltà ad accettare un «coordinamento politico». La soluzione, individuata nel corso dei colloqui con Casini, su gli ambasciatori di Pd (Franceschini) e Pdl (Cicchitto) si sono trovati d'accordo, è dar vita a un «tavolone tecnico». Una specie di raccordo parlamentare tra le tre forze principali che sostengono il governo Monti.

Sembra un paradosso. Ma l'aspetto più semplice di tutta la partita riguarda le modifiche al decreto varato domenica dal consiglio dei ministri. Visto che i tempi sono strettissimi, ciascuna delle parti ha proposto all'altra le sue modifiche. Stando a quanto risulta al Riformista, una bozza d'intesa c'è già. Il Pd vuole un intervento sulla previdenza e chiederà il blocco dell'indicizzazione a partire dalle pensioni superiori ai 1400 euro (e non solo fino a quelle di 960 euro, come previsto dal decreto Salva-Italia).

Il Pdl, invece, chiede che venga stravolta la parte relativa al ripristino dell'Ici. Alfano l'aveva già detto durante il colloquio di sabato con Monti: «Per l'Ici sulla prima casa, duecento euro di detrazione sono pochissimi. Dobbiamo e possiamo fare di più». Rimane l'Udc, che pretende «più misure a favore delle famiglie».

Come finanziare questi interventi? Il primo accordo che potrebbe venir fuori dal «tavolone a tre» sarà chiamato a rispondere proprio a questa domanda. E la soluzione più condivisa, al momento, è quella che va nella direzione di un ulteriore aumento della tassazione sui capitali scudati. Magari elevando al 5 per cento l'una tantum sui soldi rientrati con lo scudo fiscale (adesso è all'1,5 per cento). Ci sono altre strade, ovviamente. Come quella suggerita dal deputato-economista del Pd Francesco Boccia «di tassare i prelievi in contanti oltre i mille euro». D'altronde, «chi non ha nulla da nascondere può evitare di pagare cash, giusto?».

La partita, ovviamente, è solo al fischio d'inizio. «Se la Cgil sale sulle barricate, per noi diventerà difficile "reggere"», dice uno dei componenti della segreteria del partito. Che, ovviamente, non condivide l'entusiasmo della minoranza interna. La gioia di chi, come l'esponente di Modem Paolo Gentiloni, stenderebbe un tappeto rosso sotto la camminata di Mario Monti. «Il premier è un fuoriclasse della politica. Domenica ha fatto una telefonata a Berlusconi, una a Bersani et voilà. Il decreto è arrivato, migliore di come ce lo aspettavamo».

 

DARIO FRANCESCHINI FABRIZIO CICCHITTO VELTRONI WALTER ENRICO LETTA I nuovi ministri del Governo Monti berlusconi e casini FRANCESCO Bocciaroberto rosso

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…