BERSANI LANCIA L’AMO - 8 PROPOSTE, DAI TAGLI ALLA POLITICA AI CONFLITTI DI INTERESSE, DA PORTARE IN PARLAMENTO - “GRILLO DICA COSA VUOLE FARE, NOI NON FAREMO IL BERSAGLIO” - DICE “NO” ALL’ACCORDO CON IL BANANA, MA NON FA NESSUN ACCENNO AL RITORNO AL VOTO IN TEMPI BREVI - TRA I LEADER DEL PD, INCAZZATI PER L’INCONTRO RENZI-MONTI, NESSUNO HA IL CORAGGIO DI FARE UNA FRONDA ESPLICITA CONTRO IL SEGRETARIO. SI ANDRÀ ALLE CAMERE, POI SI VEDRÀ…

1. BERSANI: ESCLUDE ACCORDO CON BERLUSCONI MA TACE SU NUOVO VOTO
(AGI) - Una lunga relazione con grandi aperture, la rivendicazione del diritto a tentare di formare un governo, la ripetuta volonta' di trovare un'intesa in parlamento con il Movimento 5 Stelle sul programma, la disponibilita' a una corresponsabilita' sulle presidenze di Camera e Senato. Pier Luigi Bersani ha presentato ufficialmente alla direzione del partito la sua proposta per uscire dall'impasse. Gli otto i punti programmatici da domani saranno su internet aperti al contributo di tutti.

Ma il segretario ha chiarito che non intende consentire a Beppe Grillo di giocare al tiro a bersaglio su di lui aspettando che il Pd faccia "un accordo di palazzo" magari con il Pdl. E proprio questa e' stata la pregiudiziale piu' forte: "Non pensiamo praticabili e credibili accordi di governo tra noi e la destra berlusconiana". Questo e' stato l'unico riferimento di Bersani a eventuali subordinate se il suo tentativo non dovesse andare in porto. Nessun accenno, invece, alla possibilita' che torni presto al voto.


2. BERSANI: NON CORTEGGIAMO GRILLO, CAPIRE LA SOCIETA'
Da Ansa.it - 'Gli altri partiti non possono offrire qualcosa di meglio per la governabilità, non hanno le intenzioni né i numeri. Oltre a qualche idea per sbarrarci la strada, non hanno qualcosa da dire al paese. Tocca a noi fare la proposta al paese e ribaltare lo schema: no accordi politici fuori dal parlamento. La governabilità non è solo avere i seggi sufficienti ma è un rapporto tra istituzioni e società, tra governati e governanti come si diceva una volta. Non vorrei che un'interpretazione formale della governabilità sia un coperchio malposto su una pentola a pressione".

Così Pier Luigi Bersani nel suo intervento in direzione mette in guardia dai rischi di certe soluzioni di governo in cui ribadisce: 'Siamo pronti a corresponsabilità istituzionali" ma sul governo non sono "praticabili" accordi politici con il centrodestra'

"Ai commentatori, che da 20 anni ci spiegano il verbo senza prendersi un anno sabbatico, dico: non banalizziamo. Qui non si sta corteggiando Grillo ma si sta interpretando quel che si muove nel profondo per bucare il muro di autoreferenzialità del sistema che comincia ad essere in gioco. La rimonta della destra non è recupero consenso ma è il frutto del mancato risultato nostro. Abbiamo cercato scelte in controtendenza, rispetto all'incapacità di riforme della politica, parlando in campagna elettorale con le parole del "cambiamento" e con iniziative come le primarie, ma questo non é stato percepito, se non fosse stato così "l'onda d'urto ci avrebbe colpito ancora di più"

"Apriamo questa direzione nel pieno rispetto dei percorsi istituzionali e delle prerogative del Capo dello Stato ma abbiamo il diritto-dovere di pronunciarci con semplicità davanti all'opinione pubblica". C'e' un grande pienone alla direzione del Pd, convocata per votare la proposta del segretario Pier Luigi Bersani su un governo di minoranza che si presenti alle Camere per chiedere la fiducia, in primis al M5S, su un programma di 8 punti.

"Davanti al Paese ognuno si prenderà le sue responsabilità" e "anche chi ha avuto un consenso di 8 milioni elettori e ha scelto la via parlamentare deve dire cosa vuole fare". Lo ha detto Pier Luigi Bersani evidenziando che il Pd non accetta un "accordo spurio" e non farà il bersaglio facendosi "sparare a palle incatenate".

BERSANI: DOMANI PROGRAMMA IN RETE E APRIAMO CONFRONTO - "Per noi questi punti sono irrinunciabili per qualsiasi prospettiva di governo, e siamo pronti da domani ad aprire un confronto pubblicando in rete i punti. La nostra proposta è anche aperta a contributi". Così Pier Luigi Bersani presentando gli 8 punti del programma per la proposta di governo del Pd.

Alla riunione, a largo del Nazareno, sono arrivati anche i neoeletti, come Corradino Mineo e Iosefa Idem, e partecipa anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che, per la prima volta, prenderà la parola. "Bersani ha il diritto di fare la prima mossa", ha detto ieri Renzi. Il 'rottamatore' ha smentito di puntare a fare il premier adesso: "Farò qualcosa quando vincerò le primarie".


3. BERSANI: GLI 8 PUNTI PROGRAMMATICI DEL GOVERNO DI CAMBIAMENTO

(AGI) - Un 'governo di cambiamento' con un programma essenziale che si sviluppa a cominciare da 8 punti programmatici. E' la proposta che il Segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha presentato alla Direzione del Partito Democratico per lo sviluppo, la crescita e il cambiamento. Ecco le otto linee guida elencate da Bersani:

1. Fuori dalla gabbia dell'austerita'. Il Governo italiano si fa protagonista attivo di una correzione delle politiche europee di stabilita'. Una correzione irrinunciabile dato che dopo 5 anni di austerita' e di svalutazione del lavoro i debiti pubblici aumentano ovunque nell'eurozona. Si tratta di conciliare la disciplina di bilancio con investimenti pubblici produttivi e di ottenere maggiore elasticita' negli obiettivi di medio termine della finanza pubblica. L'avvitamento fra austerita' e recessione mette a rischio la democrazia rappresentativa e le leve della governabilita'. L'aggiustamento di debito e deficit sono obiettivi di medio termine. L'immediata emergenza sta nell'economia reale e nell'occupazione.

2. Misure urgenti sul fronte sociale e del lavoro - Pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese con emissione di titoli del tesoro dedicati e potenziamento a trecentosessanta gradi degli strumenti di Cassa Depositi e Prestiti per la finanza d'impresa. - Allentamento del Patto di stabilita' degli Enti locali per rafforzare gli sportelli sociali e per un piano di piccole opere a cominciare da scuole e strutture sanitarie. - Programma per la banda larga e lo sviluppi dell'ICT. - Riduzione del costo del lavoro stabile per eliminare i vantaggi di costo del lavoro precario e superamento degli automatismi della legge Fornero.

- Salario o compenso minimo per chi non ha copertura contrattuale. - Avvio della universalizzazione delle indennita' di disoccupazione e introduzione di un reddito minimo d'inserimento. - Salvaguardia esodati. - Avvio della spending review con il sistema delle autonomie e definizione di piani di riorganizzazione di ogni Pubblica Amministrazione. - Riduzione e redistribuzione dell'IMU secondo le proposte gia' avanzate dal PD. - Misure per la tracciabilita' e la fedelta' fiscale, blocco dei condoni e rivisitazione delle procedure di Equitalia. Ciascun intervento sugli investimenti e il lavoro sara' rafforzato al Sud, anche in coordinamento con i fondi comunitari.

3. Riforma della politica e della vita pubblica - Norme costituzionali per il dimezzamento dei Parlamentari e per la cancellazione in Costituzione delle Province. - Revisione degli emolumenti di Parlamentari e Consiglieri Regionali con riferimento al trattamento economico dei Sindaci. - Norme per il disboscamento di societa' pubbliche e miste pubblico-private. - Riduzione costi della burocrazia con revisione dei compensi per doppie funzioni e incarichi professionali. - Legge sui Partiti con riferimento alla democrazia interna, ai codici etici, all'accesso alle candidature e al finanziamento. - Legge elettorale con riproposizione della proposta PD sul doppio turno di collegio.

4. Voltare pagina sulla giustizia e sull'equita' - Legge sulla corruzione, sulla revisione della prescrizione, sul reato di autoriciclaggio. - Norme efficaci sul falso in bilancio, sul voto di scambio e sul voto di scambio mafioso. - Nuove norme sulle frodi fiscali.

5. Legge sui conflitti di interesse, sull'incandidabilita', l'ineleggibilita' e sui doppi incarichi. Le norme sui conflitti di interesse si propongono sulla falsariga del progetto approvato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera nella XV Legislatura che fa largamente riferimento alla proposta Elia-Onida-Cheli-Bassanini.

6. Economia verde e sviluppo sostenibile - Estensione del 55% per le ristrutturazioni edilizie a fini di efficienza energetica. - Programma pubblico-privato per la riqualificazione del costruito e norme a favore del recupero delle aree dismesse e degradate e contro il consumo del suolo. - Piano bonifiche. - Piano per lo sviluppo delle smart grid. - Rivisitazione e ottimizzazione del ciclo rifiuti (da costo a risorsa economica). Conferenza nazionale in autunno.

7. Prime norme sui diritti - Norme sull'acquisto della cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori stranieri e per minori nati in Italia. - Norme sulle unioni civili di coppie omosessuali secondo i principi della legge tedesca che fa discendere effetti analoghi a quelli discendenti dal matrimonio e regola in modo specifico le responsabilita' genitoriali.

8. Istruzione e ricerca - Contrasto all'abbandono scolastico e potenziamento del diritto allo studio con risorse nazionali e comunitarie. - Adeguamento e messa in sicurezza delle strutture scolastiche nel programma per le piccole opere. - Organico funzionale stabile, piano per esaurimento graduatorie dei precari della scuola e reclutamento dei ricercatori. "Queste proposte, che non sono ovviamente esaustive di un programma di governo e di legislatura, ma che segnano un primo passo concreto di cambiamento, - ha spiegato Bersani - vengono sottoposte a una consultazione sia riferita alle priorita' sia ai singoli contenuti. A questo fine verranno messi in rete l'elenco delle proposte e, via via per ogni singolo punto, i relativi progetti di legge o le specificazioni di dettaglio in modo da consentire una partecipazione attiva alla elaborazione e all'arricchimento dei contenuti".


4. NESSUNO DEI COLONNELLI DEL PD VUOLE FARE LA FRONDA CONTRO BERSANI
Dall'articolo di Carlo Bertini per "La Stampa"

(...)
Ecco, se il perimetro rimarrà questo, le cose dovrebbero filare via lisce, anche perché nessuno dei maggiorenti ha intenzione di aprire oggi una fronda contro il segretario, da cui tutti almeno si aspettano un'analisi del voto realistica, «come di una sconfitta e non certo una vittoria», fa notare un ex Dc. Ma dietro questo proscenio, tutto è in movimento: incontri e contatti ad ogni livello, pranzi tra bersaniani e renziani per sondarsi sul dopo e diplomazie di ogni sorta all'opera per evitare strappi.

Non è piaciuto affatto nel quartier generale di Bersani il colloquio di due ore tra il sindaco di Firenze e il premier Monti, vissuto come indebita ingerenza nelle questioni interne ad un altro partito. E sullo sfondo si muovono due diverse visioni nel caso, dato da molti per scontato, che il tentativo di fare un governo a guida Pd con i voti di Grillo non vada a buon fine: c'è chi come i giovani turchi e molti bersaniani immagina di andare a votare a giugno o luglio, magari addirittura con Bersani ancora al timone della coalizione; e chi pensa sia meglio tornare a votare non prima di un anno, dopo una parentesi di un governo del presidente che faccia poche essenziali riforme.

E a questa categoria possono essere iscritti big come Veltroni, Gentiloni o Fioroni, ma anche Franceschini o Letta, che vogliono esser leali fino in fondo con Bersani ma sono convinti che prima di votare bisognerebbe comunque cambiare il porcellum che riporterebbe a una situazione di ingovernabilità con doppie maggioranze nelle due Camere.

«Mi auguro che la Direzione ribadisca l'importanza di dare un governo al paese e di porre Grillo di fronte alle sue responsabilità», la mette così Fioroni. «L'incarico a Bersani non posto come un aut aut al Colle», fa notare Gentiloni.

Magari tra il leader e la pancia più dura dei 340 deputati, «di cui 290 non voterebbero niente con Razzi e Scilipoti», per dirla con un bersaniano, ci potrà essere un gioco delle parti: con i pasdaran alla Orfini o Fassina che potrebbero ripetere quanto vanno dicendo in queste ore: «Non rientra tra le prerogative del Colle definire la linea politica del Pd», avverte Orfini. «O governo di scopo o si vota», taglia corto Fassina. «Il Pd sarà unito su una proposta chiara: noi diciamo no a ipotesi di governissimi con Berlusconi», è la linea della Finocchiaro concordata con Bersani.

 

 

BERSANI E GRILLO GOVERNO DI SCOPO E SCOPONE BERSANI GRILLO BERLUSCONI NAPOLITANO RENZI E BERSANI BERSANI-RENZIberlusconi bersani Bersani Monti MONTI E BERSANI A CERNOBBIOWalter VeltroniGiuseppe Fioroni ANNA FINOCCHIARO Lodo pd

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…