
BIBI, MA CHE GAZA STAI DICENDO? - NONOSTANTE TUTTE LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI SOSTENGANO IL CONTRARIO, SECONDO NETANYAHU I PALESTINESI NON STANNO MORENDO DI FAME: "SOLO GLI OSTAGGI STANNO SOFFRENDO. ABBIAMO SEMPRE FATTO ENTRARE GLI AIUTI" - L'INCONTRO DEL PREMIER ISRAELIANO CON LA STAMPA INTERNAZIONALE: "BIBI" HA RIBADITO IL SUO PIANO DI INVADERE LA STRISCIA (USANDO SEMPRE LA SCUSA DI "LIBERARE GAZA DA HAMAS") - SECONDO I MEDIA DELLO STATO EBRAICO, SARANNO 430MILA I MILITARI ISRAELIANI COINVOLTI NELL'INVASIONE - LE PROTESTE IN PATRIA CONTRO IL PIANO DI NETANYAHU...
Estratto dell'articolo di Nello Del Gatto per “la Stampa”
NETANYAHU INCONTRA I GIORNALISTI - 2
«Non abbiamo intenzione di occupare Gaza, ma di liberarla da Hamas». Netanyahu ripete ai giornalisti stranieri, in un rarissimo incontro dall'inizio della guerra, il suo mantra, dopo che il governo ha approvato l'operazione su Gaza City. Il premier ha esposto gli obiettivi: disarmare Hamas; liberare tutti gli ostaggi vivi e morti; smilitarizzare la Striscia; porre su di essa un controllo di sicurezza israeliano; favorirne il controllo civile alternativo che non sia né di Hamas né dell'Anp.
Netanyahu ha a ribadito: «Hamas dispone di migliaia di terroristi. Se si rifiuta di deporre le armi noi non abbiamo altra scelta che andare avanti» per evitare che Hamas ripeta massacri come quello del 7 ottobre. Nella notte un movimento di carri armati israelieni verso il cosiddetto corridoio di Morag potrebbe aver dato avvio all'operazione, mentre secondo l'emittente israeliana Channel 13 il numero totale di riservisti mobilitati potrebbe raggiungere i 430.000, un numero enorme sia in assoluto sia in rapporto alla popolazione israeliana.
NETANYAHU INCONTRA I GIORNALISTI - 1
Netanyahu ha poi illustrato su una mappa le due roccaforti di Hamas che vanno smantellate: una è Gaza City e l'altra è nel distretto centrale, spiegando che, come per l'operazione a Rafah a maggio, non intende prolungarla a lungo ma vuole finire la guerra. Proprio il controllo delle roccaforti è stato al centro di un colloquio telefonico tra Netanyahu e il presidente Trump. [...]
«La popolazione civile – ha proseguito Netanyahu – sarà preservata, verranno portati in zone sicure dove avranno cibo, acqua e medicine. Abbiamo sempre fatto entrare aiuti a Gaza. Se avessimo voluto far morire di fame la gente non avremmo fatto entrare aiuti, e in due anni sarebbero morti tutti. Persino molti gazawi ci dicono "basta liberateci da Hamas, liberate Gaza da Hamas"».
benjamin netanyahu su un carro armato israeliano
Per il premier non esiste un problema di aiuti se non legato al fatto che Hamas li rubi e che le Nazioni Unite si sono rifiutate di distribuirli, mostrando le immagini dei camion in attesa di essere prelevati. «Abbiamo cercato di aiutare in ogni modo la popolazione, anche inviando migliaia di sms alla gente chiedendo di lasciare le zone pericolose e spingendoli verso le safe zone. Hamas non vuole questo».
Per ovviare ai problemi alla popolazione civile, con l'inizio della nuova operazione, Netanyahu ha annunciato tre mosse: designare dei corridoi protetti e sicuri per far transitare gli aiuti; aumentare il numero dei punti di distribuzione sicuri, gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation; paracadutare aiuti dal cielo con la collaborazione di molti paesi. Per dimostrare che Israele ha fatto entrare aiuti, il premier ha detto che lo strumento è monitorare il prezzo dei beni nella Striscia, che sono crollati proprio perché ce ne sono a sufficienza, mentre «i soli che sono veramente affamati sono i nostri ostaggi».
mancanza di cibo e acqua a gaza
Per Netanyahu c'è una campagna mediatica di bugie contro Israele, gestita on line anche attraverso boots. Ha mostrato le foto dei bambini che Hamas ha diffuso come malnutriti e che invece sono malati di altro, raccontando di essere pronto a querelare giornali che le hanno usate come campagne contro Israele. Allo stesso modo, rispondendo ad una domanda, ha detto che i leader dei Paesi in privato lo sostengono ma che sono ostaggio della loro opinione pubblica.
Ha paragonato Hamas ai nazisti, come fece il predecessore del cancelliere Merz e ha detto che vorrebbe che i giornalisti entrassero a Gaza ma c'è un enorme problema di sicurezza. Sugli ostaggi dice che all'inizio della guerra non sapevano quanti ne avrebbero salvati e ora lo faranno «utilizzando sia la pressione militare che le vie diplomatiche. Stiamo studiando vari mezzi, anche creativi».
Sul riconoscimento della Palestina, Netanyahu ha spiegato che i palestinesi non vogliono uno Stato ma distruggere quello israeliano, che non riconoscono. «Devono prima avviare un serio processo di riforma anche culturale», spiegando che a Gaza, come in Cisgiordania, i bambini vengono educati all'odio contro gli ebrei. «A Gaza di fatto c'era uno stato, gestito da Hamas, e che hanno fatto? Hanno scatenato la guerra con il massacro del 7 ottobre per distruggerci». [...]
Diversi familiari degli ostaggi, ex soldati e familiari di questi manifestano insieme a decine di migliaia di persone in tutto il Paese, chiedendo di non andare avanti con l'operazione che metterebbe a repentaglio le vite dei loro cari. Hanno chiesto per domenica prossima uno sciopero generale, ma la società israeliana è divisa. Il sindacato Histadrut non intende accettare la proposta, perché lo sciopero non aiuterebbe la situazione.
forno preso d'assalto a gaza
carestia a gaza 2
assalto ai magazzini di cibo a gaza 1
assalto ai magazzini di cibo a gaza 8
carestia a gaza 3