joe biden

"HO DECISO COME RISPONDERE ALL'ATTACCO IN GIORDANIA" - DOPO LA MORTE DI TRE SOLDATI AMERICANI, CAUSATA DA UN ATTACCO CON UN DRONE, JOE BIDEN MINACCIA LA RESISTENZA ISLAMICA DELL’IRAQ, IL GRUPPO SCIITA SOSTENUTO DALL’IRAN AUTORE DELL'OFFENSIVA - IL MEDIORIENTE RISCHIA DI ESPLODERE, IL PORTAVOCE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELLA CASA BIANCA, JOHN KIRBY: "NON VOGLIAMO UN'ALTRA GUERRA" - LE POSSIBILI RAPPRESAGLIE DI BIDEN

LA BASE AMERICANA TOWER 22 AL TANF, AL CONFINE TRA GIORDANIA E SIRIA, COLPITA DA UN ATTENTATO

MO: BIDEN, 'HO DECISO COME RISPONDERE AD ATTACCO GIORDANIA'

(Adnkronos) - Parlando con i giornalisti prima di lasciare la Casa Bianca, Joe Biden afferma di aver deciso come rispondere all'attacco con un drone nella base in Giordania in cui sono rimasti uccisi tre militari americani ed altre decine sono rimasti feriti. Il presidente non ha fornito ulteriori specificazioni, sottolineando però che gli Stati Uniti non hanno bisogno di un allargamento del conflitto in Medio Oriente.

 

MO: BIDEN E LA DIFFICILE SCELTA POLITICA PER LA RISPOSTA ALL'UCCISIONE MILITARI

(Adnkronos) - L'uccisione di tre militari americani nell'attacco di domenica alla base Usa in Giordania da parte di gruppi filoiraniani, mette Joe Biden, che oggi ha di nuovo promesso una risposta, in una pericolosa posizione politica, dovendo trovare un equilibrio tra il rischio, contro il quale gli Usa sono impegnati dal 7 ottobre scorso, di un ulteriore allargamento del conflitto Israele-Hamas. E quello di mostrare la "debolezza" nei confronti di Iran, di cui l'accusano repubblicani e, soprattutto, Donald Trump in vista del loro nuovo, sempre più probabile, duello elettorale a novembre.

LA BASE AMERICANA COLPITA DA UN DRONE IN GIORDANIA

 

"Non non vogliamo un'altra guerra, non vogliamo l'escalation, ma faremo assolutamente quello che è necessario per proteggerci, continuare la missione e rispondere in modo appropriato a questi attacchi", così, riferendosi anche ai 160 attacchi contro strutture Usa in Siria registrati dallo scorso ottobre, il portavoce del consiglio di Sicurezza della Casa Bianca, John Kirby, ha sintetizzato la difficile posizione in cui si trova Biden. E lo stesso presidente nelle ultime ore ha ribadito che gli Stati Uniti non hanno bisogno di questo allargamento.

 

Con l'uccisione dei tre militari "è stata sicuramente superata la linea rossa delineata dal presidente", sottolinea alla Cnn il generale a riposo Mark Hertling, spiegando che ci si attende quindi una risposta più robusta da parte di Washington, che potrebbe non limitarsi ad un solo Paese o ad un solo attacco. Anche se, riferisce ancora l'emittente Usa, alcune fonti ritengono che sia improbabile che Biden ordini di attaccare all'interno del territorio iraniano.

 

SOLDATI AMERICANI IN GIORDANIA

L'amministrazione Biden potrebbe decidere di nuovo attaccare i gruppi militari in Iraq e Siria, o in entrambi i Paese, prendendo le milizie regionali. Con fonti che spiegano alla Cnn che Washington è molto attenta a non indicare con precisione da dove e quale milizia abbia lanciato il drone di domenica per mantenere l'effetto sorpresa della risposta, limitandosi a dire che si tratta di un gruppo che ha il sostegno dei filoiraniani Kata'ib Hezbollah. "Non escludiamo nulla dal tavolo", affermano dal Pentagono.

 

Un'azione del genere, però, forse non sarebbe sufficiente per i repubblicani del Congresso che chiedono, a gran voce, che venga colpito per rappresaglia direttamente l'Iran e non i gruppi filoiraniani. E ricordano, in opposizione alla debolezza del presidente democratico, come Trump ordinò il raid a Baghdad con cui fu assassinato il generale iraniano Qasem Soleimani, comandante della Forza Quds.

ATTACCO AI SOLDATI AMERICANI IN GIORDANIA

 

"Posso dirvi che all'Iran non importa se facciamo un occhio nero ai gruppi filoiraniani, ma importa se facciamo un occhio nero a loro", ha dichiarato Don Bacon, membro repubblicano della commissione Difesa della Camera, generale a riposo che ha servito in Iraq, che ha liquidato come "stupidaggini, le parole di Kirby e altri riguardo a non volere l'escalation, ci preoccupano sempre dell'escalation, che è già avvenuta".

 

Bacon, comunque, come la maggioranza dei repubblicani, non si spinge fino a chiedere di colpire obiettivi all'interno dell'Iran, ma suggerisce l'idea di colpire sue infrastrutture petrolifere nella regione o la sua marina: "E' un modo per attirare la sua attenzione senza esporre le nostre forze a rischi non necessari", ha aggiunto il deputato.

 

Anche Michael McCaul, presidente della commissione Esteri della Camera, afferma che gli Usa possono facilmente colpire obiettivi dei Guardiani della Rivoluzione islamica, e non dei suoi proxies, in Iraq, Siria e Yemen. "Colpire l'Iran ora, colpire duramente", è il lapidario commento del senatore Lindsey Graham, grande alleato di Trump.

 

JOE BIDEN

Dal fronte interno, quello democratico, Biden però si trova a subire pressioni in senso opposto, con appelli alla cautela ed alla prudenza, anche da un ex Marine, che ha servito in Iraq, come il deputato Seth Moulton: "ai polli-falchi che invocano la guerra con l'Iran, dico che state facendo il gioco del nemico - ha detto il dem rivolto ai repubblicani - vorrei vedervi mandare i vostri figli e figlie a combattere. Dobbiamo avere una risposta strategica ed effettiva, nei nostri termini e tempi. La deterrenza è difficile, la guerra è peggio".

 

Il fatto è che dall'inizio della guerra a Gaza, Biden deve fare i conti con la sinistra democratica sempre più insofferente del sostegno incondizionato di Washington ad Israele, con una pressante richiesta di cessate il fuoco e l'opposizione ad un allargamento del conflitto. Posizioni condivise da gruppi di elettori - gli esponenti della comunità araba americana, e, soprattutto, i giovani - che saranno cruciali per la rielezione a novembre.

 

JOE BIDEN

Fino all'attacco di domenica, si era sottolineato infatti come l'attivismo dell'amministrazione Biden nella regione per evitare l'allargamento del conflitto fosse uno dei suoi principali successi nella risposta alla guerra a Gaza scatenata dopo gli attacchi del 7 ottobre. Ma ora, dopo l'intensificarsi degli attacchi contro obiettivi militari Usa nella regione e i morti ed i feriti di domenica scorsa, la posta in gioco è diventata molto più alta per Biden, con l'escalation che effettivamente sta diventando una realtà.

 

"E' veramente un difficile equilibrio da cercare, perché se non rispondi o non rispondi in maniera sufficientemente dure, si vede solo la continuazione di quello che è stato - commenta con il Washington Post la posizione in cui trova Biden, Brian Katulis, vice presidente del Middle East Institute, notando che "ci sono stati così tanti attacchi contro le truppe Usa che mi sorprende che non ci siano stati più morti".

joe biden

 

Infine c'e' la questione, non irrilevante, dell'autorizzazione che secondo alcuni Biden dovrebbe chiedere al Congresso per i raid, in particolare quelli che continua a condurre nel Mar Rosso contro i ribelli Houthi. Un gruppo di deputati bipartisan hanno inviato una lettera in questo senso al presidente, ed un'altra, firmata da quattro senatori, due per ogni partito, chiede alla Casa Bianca di illustrare le ragioni strategiche e legali dei raid. Secondo Kirby, il presidente ha però la necessaria autorità, sulla base dell'articolo II della Costituzione per la difesa delle truppe, di rispondere all'attacco di domenica senza chiedere l'approvazione del Congresso.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…