hunter biden joe biden

JOE BIDEN HA IL NEMICO IN CASA – I GUAI DEL FIGLIO, HUNTER BIDEN, TRA TOSSICODIPENDENZA, TASSE EVASE E INTRALLAZZI VARI, RISCHIANO DI AZZOPPARE LA CORSA PER LA RIELEZIONE DI “SLEEPY JOE” – ORA I REPUBBLICANI TENTANO LA CARTA DELL'IMPEACHMENT, ACCUSANDO IL “RAMPOLLO” DI AVER UTILIZZATO LE RELAZIONI POLITICHE DEL PADRE PER I SUOI AFFARI IN UCRAINA E CINA – IL CASO DELLA COCAINA TROVATA ALLA CASA BIANCA PROPRIO NEI GIORNI IN CUI HUNTER ERA OSPITE CON MOGLIE E FIGLIO…

1 – HUNTER BIDEN E LA CASA BIANCA LA SPINA NEL FIANCO DI PAPÀ JOE È IL FIGLIO “CACCIATORE DI GUAI”

Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”

 

hunter e joe biden

I figli “sono pezzi di cuore”: pure quando sei il Presidente degli Stati Uniti. Lo sa bene Joe Biden, che per amore del 53enne secondogenito Hunter – sì, cacciatore: ma di guai – rischia di rimetterci la Casa Bianca.

 

L’unico figlio maschio sopravvissuto (Beau, il maggiore, è morto nel 2015 per un tumore al cervello) ha alle spalle una lunga storia di dipendenza da alcol, crack e cocaina. Espulso pure dalla Marina, perché trovato positivo al test anti-droga il primo giorno d’ingaggio, come ha raccontato lui stesso nell’autobiografia Beautiful Things. Dove descrive pure la tragica scena del genitore che lo abbraccia in lacrime dicendogli: «Ho fatto di tutto. Come posso aiutarti ancora?».

 

Sostenendo che causa di tanta fragilità è l’incidente d’auto del Natale 1972, dove morirono mamma Neilia e la sorellina Noemi, mentre lui e Beau, 2 e 3 anni, rimasero feriti. Hunter, nomen omen, ha pure un debole per le donne: tanto da aver generato 5 figli da madri diverse […] finendo a letto pure con Hollie, vedova del fratello: «Ci unì il dolore della perdita».

 

hunter biden

Ad allungare un’ombra sulla presidenza del padre, sono però i suoi affari spregiudicati del passato. Consulenze ed attività di lobbista per potenze straniere: comprese società cinesi e il gruppo energetico ucraino Burisma.

 

Proprio la sua presenza nel cda di quest’ultimo, spinse l’allora presidente Trump, oggi in cerca di nuovo mandato, a pressare l’ucraino Zelensky. Minacciando di vincolare certi aiuti al paese all’apertura di un’inchiesta su quel Joe che si profilava già come maggior avversario alle elezioni 2020.

 

[…]  Proprio quella telefonata con Zelensky portò al primo impeachment di The Donald. Riconquistata la maggioranza alla Camera e alla vigilia di nuove elezioni, oggi i repubblicani vogliano fare altrettanto. Depositare una richiesta di impeachment contro Biden, cercando di dimostrare che padre e figlio sono corrotti. E pazienza se non hanno la maggioranza per avallarlo al Congresso (in futuro chissà): l’occasione di screditare Joe è ghiotta. E il passato di quel “ragazzo difficile”, aiuta.

 

HUNTER BIDEN CON UNA PISTOLA

Hunter, su cui s’indaga da anni, si è di recente dichiarato colpevole di reati “minori”: mancato pagamento delle tasse 2017 e possesso illegale di una pistola, mirando ad un patteggiamento saltato all’ultimo, perché il giudice ne ha ritenuto i termini troppo generosi.

 

Una conclusione subito cavalcata dalla destra: sostenendo che il rampollo aveva avuto trattamenti privilegiati, tanto da spingere il ministro della Giustizia, Merrick Garland, a dare poteri speciali al magistrato David Weiss, già incaricato di indagare su Biden Jr.

 

[…] Per compromettere President Biden serve però ben altro: sostanziare le accuse di corruzione mai approdate a nulla in 5 anni d’indagini. Deludente pure la testimonianza di Devon Archer, ex socio di Hunter, su cui tanto contavano i repubblicani: «Vendeva solo l’illusione di accedere al vicepresidente» ha detto, sostenendo sotto giuramento di non aver mai sentito l’amico parlare al padre di affari. […]

 

2 – BIDEN JR OSPITE “SEGRETO” ALLA CASA BIANCA

Estratto dell’articolo di Ant. Cia. per “il Fatto quotidiano”

 

hunter biden

Le vicissitudini di Hunter Biden tornano a complicare la campagna elettorale del padre. La rivelazione di un periodo di due settimane trascorse alla Casa Bianca, con moglie e figlio, riporta all’attenzione pubblica il rapporto complesso tra il presidente e il figlio problematico.

 

Secondo il Washington Post, Hunter Biden è stato ospite alla Casa Bianca in un momento apparentemente sereno. Il 20 giugno era stato reso noto un accordo con il Dipartimento di Giustizia che avrebbe consentito a Biden junior di evitare il carcere per reati fiscali e possesso illegale d’arma da fuoco.

 

Il giorno dopo, Hunter e famiglia si trasferiscono alla Casa Bianca. Pochi giorni dopo, Hunter partecipa alla cena di Stato per il primo ministro indiano, a due soggiorni a Camp David e alle celebrazioni del 4 luglio. A pochi passi dalla Situation Room è stato scoperto un sacchetto contenente cocaina.

 

Hunter Biden, che ha raccontato senza veli il suo passato da tossicodipendente in un’autobiografia, è da anni bersaglio dei Repubblicani che lo accusano di aver utilizzato le relazioni politiche del padre, già senatore e vice presidente di Obama, per i suoi affari in Ucraina e Cina. Nulla che comprometta Joe Biden è emerso finora in un’inchiesta del procuratore del Delaware, David Weiss. Non solo.

 

HUNTER BIDEN CON UNA PIPA DI CRACK

Di nomina trumpiana, Weiss è rimasto al suo posto per volere di Joe Biden, che ha così provato di non voler influenzare l’indagine. Questa professata trasparenza rischia di ritorcersi contro il presidente degli Stati Uniti, se non altro per ragioni di opportunità politica. […]

 

Famiglia e politica sono legami indissolubili per il presidente Biden. Nel 1972, giurò da Senatore accanto al letto d’ospedale dove il figlio Hunter, che aveva solo due anni, era ricoverato con il fratello Beau. Erano sopravvissuti al tragico incidente d’auto costato la vita alla moglie di Joe, Neilia, e alla loro figlioletta Naomi.

 

La situazione di Hunter è presto peggiorata e il lobbista 53enne rischia di finire a processo. Dopo il fallimento dell’intesa con la procura, Weiss è stato nominato procuratore speciale dall’Attorney General, Merrick Garland, con superiori poteri di indagine. […]

JOE HUNTER BIDENle feste di hunter biden 9le feste di hunter biden 14le feste di hunter biden 12le feste di hunter biden 11le feste di hunter biden 7le feste di hunter biden 3le feste di hunter biden 5hunter biden alla mostra

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…