viktor vladimirovich gulevich putin lukashenko

LA BIELORUSSIA ERA PRONTA A UNIRSI AI RUSSI NELL’INVASIONE DELL’UCRAINA MA UNA RIVOLTA INTERNA DEI MILITARI L'AVREBBE IMPEDITO - LO RIVELANO “FONTI D’INTELLIGENCE OCCIDENTALI” - ALCUNI UFFICIALI SI SAREBBERO DIMESSI, I COSCRITTI SOTTRATTI AGLI OBBLIGHI E ALCUNI GENERALI AVREBBERO MANIFESTATO IL LORO DISACCORDO - SAREBBE ARRIVATO ALLE DIMISSIONI ANCHE IL CAPO DI STATO MAGGIORE, VIKTOR VLADIMIROVICH GULEVICH - PER LA RUSSIA E’ UN PROBLEMA: MOSCA NON HA LA FORZA FINANZIARIA PER ADDESTRARE I SUOI 261 MILA COSCRITTI E 80-100 MILA RISERVISTI - AVEVA BISOGNO DELLE FORZE DI MINSK…

Marco Ventura per “il Messaggero”

 

alexander lukashenko vladimir putin

La guerra sulla carta è diversa da quella sul terreno e la guerra pianificata da Putin è diversa da quella che si sta svolgendo in queste ore. Non solo non è stata la guerra lampo che Putin si aspettava. Non solo i generali non sono riusciti a portare Zelensky a Mosca, in catene. Ci sarebbe anche un'altra cocente delusione per il leader russo. Fonti d'intelligence occidentali rivelano che la Bielorussia era pronta a unirsi all'Armata russa, ma una rivolta interna dei militari l'avrebbe impedito.

 

«Il piano originario di Putin avrebbe previsto l'entrata in guerra, al fianco della Russia e contro l'Ucraina, delle forze armate bielorusse circa una settimana fa», trapela. Invece, si sarebbero verificate «situazioni non previste che avrebbero modificato, per il momento, i piani originari, come ufficiali che si sarebbero dimessi, coscritti che si sarebbero sottratti agli obblighi militari e alcuni generali che avrebbero manifestato il loro disaccordo alla partecipazione della Bielorussia alla guerra».

Viktor Vladimirovich Gulevich

 

DIMISSIONI

Nei giorni scorsi sarebbe arrivato a rassegnare le dimissioni il capo di Stato maggiore delle Forze armate bielorusse, Viktor Vladimirovich Gulevich. E alcuni «alti ufficiali dell'esercito bielorusso ne avrebbero seguito l'esempio». Dimissioni, stando a voci non confermate, dovute alla «impossibilità di adempiere alle istruzioni della leadership».

 

Ossia agli ordini del generale Lukashenko, stretto alleato di Putin, che ha messo a disposizione il territorio bielorusso per il passaggio delle colonne di Mosca e a quanto pare anche le basi per i raid aerei. Lukashenko non ha però potuto dichiarare guerra all'Ucraina e ordinare alle truppe di superare i confini. Politicamente non cambia molto. Minsk ospita l'ex presidente filo-russo dell'Ucraina, Yanukovich, che Putin vorrebbe riportare a Kiev per sostituire Zelensky e instaurare un governo fantoccio.

putin e lukashenko

 

La Bielorussa è anche uno dei quattro Paesi (compresa la Russia) che hanno votato contro la risoluzione dell'Onu che condanna la guerra. È sul terreno che cambia invece la situazione. Gli ucraini contano già oltre 11.000 morti tra i soldati russi. Inoltre, la guerra si prolunga al di là delle previsioni. Le truppe sono esauste, sempre più demotivate, vanno rimpiazzate da forza fresche, che non possono arrivare perché a dispetto dei numeri giganteschi di soldati e riservisti, i russi realmente in grado di andare al fronte non sono molti.

 

GLI AGGUATI

putin e lukashenko guardano le esercitazioni militari

La defezione dei coscritti (oltre che degli ufficiali) bielorussi, se confermata renderebbe ancora più grave lo stallo dell'avanzata sul fronte nord. Qui i russi non sono riusciti neppure ad avere il controllo totale dei cieli, di basi aeree ed eliporti. E la colonna di mezzi militari lunga decine di chilometri lungo la direttrice che da nord-ovest porta a Kiev è decimata da agguati di unità mobili ucraine armate coi nuovi lanciarazzi anti-tank spalleggiabili e i fucili di precisione usati dai cecchini americani in Afghanistan.

 

La Russia non ha la forza amministrativa e finanziaria per addestrare i suoi 261.000 coscritti e 80-100.000 riservisti teoricamente sul piede di guerra. Di fatto, secondo uno studio dell'americana Rand del 2019, le unità di riserva che si possono considerare attive secondo gli standard Nato sarebbero non più di 5.000. E la legge prevede che al fronte non possano andare coscritti che non abbiano ricevuto almeno 4 mesi di addestramento. I russi speravano nell'apporto di forze fresche dalla Bielorussia. Che non sono arrivate.

 

ALEKSANDR LUKASHENKO VLADIMIR PUTIN 1

E la defezione dei generali spiegherebbe perché. Le stesse fonti d'intelligence riferiscono che, durante l'attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, «i dati raccolti mostrano un'interruzione della connettività di rete» nella città più vicina all'impianto, Enerhodar. «Gli utenti riportano la disruption dei servizi di telefonia mobile, mentre le truppe russe continuano a combattere per il controllo della centrale». Un tentativo di completare l'occupazione delle strutture senza far partire allarmi? Magari di arginare quel tam-tam di terrore nucleare che per ore ha tenuto il mondo col fiato sospeso?

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…