boldrini lobbisti

LA VISPA BOLDRINI SBATTI I LOBBISTI IN UNA STANZETTA DELLA CAMERA LONTANA DAL TRANSATLANTICO. NON POTRANNO INCROCIARE I DEPUTATI NEMMENO ALLA BUVETTE - SERVIRA' A POCO: I LOBBISTI SENZA PATENTINO CIRCOLANO LIBERAMENTE: EX ASSISTENTI ED EX PARLAMENTARI, CON LIBERO ACCESSO. COME ITALO BOCCHINO, CHE LAVORA PER ALFREDO ROMEO

1. MA LA STANZA RESTA VUOTA

D.Pir. per il Messaggero

 

Avranno una stanza tutta per loro, nel cuore di Montecitorio, ma non potranno più girare per la Camera. Tanto che sarà vietato loro abbandonarla, persino per offrire un caffé ad un deputato amico alla mitica bouvette che dista meno di 40 passi.

 

SALA LOBBISTI MONTECITORIO

E' questo, da ieri, il destino riservato dalla presidenza della Camera ai lobbisti italiani, anzi, ai portatori di interessi come recita il cartello sistemato con cura ieri mattina davanti alla loro nuova base. In realtà più che di una stanza la camera ha messo loro a disposizione un sobrio salottone con una lampada, due divanucci, tre poltrone in pelle marrone e un tavolo da riunione con otto sedie. Fine.

 

Niente telefoni, niente televisione, niente computer o altri misteriosi marchingegni elettronici da 007 che molte leggende metropolitane legherebbero alla categoria. In tutto c'è spazio per una quindicina di persone che accederanno alla loro riserva da un ingresso laterale di Montecitorio e saranno dotati di un cartellino di riconoscimento arancione, tale da essere identificabile all'istante dalla garbata ma occhiuta vigilanza dei commessi e delle commesse. 

 

LOBBISTI MONTECITORIO

Lo stanzone è stato scelto fra quelli che danno sul corridoio parallelo al Transatlantico, detto la Corea forse perché accessibile al personale autorizzato in base - stando alle voci di corridoio (appunto) - sulla base di un parallelo invisibile come il famoso trentottesimo che separa la Corea del Sud da quella del Nord. Lungo il corridoio sono appesi i ritratti dei presidenti della Camera. Di fronte alla porta dei lobbisti, l'ultima venendo dal Transatlantico, il caso ha voluto che campeggiasse la foto in bianco e nero di Gianfranco Fini.

 

La giornata di inaugurazione della stanza (di cui si parlava, invano, da decenni) non ha offerto brividi particolari. Lo spazio è stato vigilato anche se vuoto. Il piccolo esercito dei lobbisti era tutto al Senato a vigilare sugli ultimi fremiti della manovra per il 2018. Terrà la Corea al rigido apartheid dei portatori d'interesse? Fra 7 giorni la risposta con l'approdo a Montecitorio della Finanziaria.

 

 

2 – I BIG SCORAZZANO PER IL TRANSATLANTICO 

Alessandro Trocino per il Corriere della Sera

 

Pino Pisicchio la chiama, con humour e disincanto, «dark room». È stato lui a volerla, insieme alla vicepresidente della Camera Marina Sereni. Che sospira: «Vien da ridere a dirlo, ma è stata una rivoluzione. Non è niente di che, ma per farla c' è voluta una congiuntura astrale favorevole». Al Senato gli astri, evidentemente, hanno remato contro.

 

LOBBISTI 1

A Montecitorio da ieri la stanza dei lobbisti è operativa, controllata a vista da un nugolo di commessi: una gabbia dorata, con divanetti, pc e password «lobb2017», che dovrà contenere l' esuberanza del piccolo esercito di «portatori di interessi», solito pattugliare la Sala Mappamondo o il fumoir del quarto piano della commissione Bilancio. L' obiettivo è normalizzare e sterilizzare quello che altrove è considerato fisiologico. E che in Italia ha da sempre un fumus acre di sospetta contiguità con pratiche illegali.

 

Alle 11, nella saletta sterile ci sono solo Anna Maria Carloni, che prende lezioni di inglese («What?»), e l' ignaro Walter Verini che legge il giornale: «Stanza dei lobbisti? Dove?». I primi, sperduti e sparuti, arrivano nel pomeriggio. Angelo Sena, della Leonardo (ex Finmeccanica), ha l' aria perplessa: «Mah, sono venuto a vedere. Ma non credo che questa sala sarà frequentatissima. Chi fa lobbying ad alto livello non ha bisogno di venire qui».

 

LOBBISTI 2

In Transatlantico è proibito l' ingresso ai 198 che si sono registrati finora e hanno ottenuto il pass arancione. L' elenco comprende multinazionali del tabacco tipo la British American Tobacco Italia e Philip Morris, sindacati (ma finora non Cgil Cisl e Uil), aziende note come Eni e Rai, ma anche onlus sconosciute come «La Caramella buona» e singoli cittadini. Tutti confinati nella stanzetta con video in bassa frequenza delle sedute della commissione Bilancio, in Galleria dei Presidenti.

 

Chiamata «Corea» perché i cronisti vi furono confinati nel Dopoguerra. Oppure, altra versione, perché vi trovarono un' intesa il dc Franco Evangelisti e Franco Tatò (Pci) in un immaginario 38esimo parallelo (quello che separa Corea del Nord e Corea del Sud). Pisicchio è soddisfatto: «Ci provavo dal 2001. Negli Usa è in Costituzione il diritto alla lobby, trasparente». I 5 Stelle son stati tra i primi a sollevare la questione: Vincenzo Caso che «smascherò» un consigliere parlamentare in pensione che esultava per «aver fatto azzerare» il tetto massimo al cumulo tra pensioni e incarichi pubblici.

 

 

Ma sicuri che in Transatlantico non ci siano lobbisti? Non proprio. Laura Castelli (M5S): «Diversi parlamentari sono stati eletti con i soldi dei lobbisti, per esempio di quelli delle sigarette elettroniche». Eccoli i lobbisti senza patentino, circolano liberamente, ridono e danno pacche sulle spalle ai deputati: ex assistenti e soprattutto ex parlamentari, con libero accesso. Come Italo Bocchino, che lavora per la società di Alfredo Romeo.

italo bocchino al telefono

 

Nella «Corea» spunta Alessia Morani (Pd): «Vado a incontrare ora uno di Wind. Dicono che il termine di 30 giorni, messo per porre fine alla truffa delle bollette da 28 giorni, non è chiaro. Lo ascolterò ma gli dirò che, 30 o 31 giorni, si devono pagare 12 mensilità». Il 5 Stelle Davide Tripiedi è schifato: «Una volta si è avvicinato uno dei farmaci: l' ho cacciato». Michele Anzaldi (Pd) racconta: «Ne ho sfiorato uno una volta, di lobbista. Dopo 5 minuti ecco un messaggio su WhatsApp con l' emendamento riscritto».

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?