boris johnson

BORIS VUOLE DIMOSTRARE CHE CE L'HA SEMPRE HARD (LA BREXIT) - NEANCHE HANNO APPARECCHIATO IL TAVOLO DEI NEGOZIATI, CHE IL PREMIER METTE IL SOLITO PISTOLONE SUL TAVOLO: GIÀ A GIUGNO POTREMMO ABBANDONARE LA TRATTATIVA - LE LINEE GUIDA AI NEGOZIATORI GUIDATI DA DAVID FROST SONO MOLTO DURE: "NON ACCETTEREMO ALCUN OBBLIGO SULL'ALLINEAMENTO DELLE NOSTRE LEGGI A QUELLE DELL'UE O A ISTITUZIONI COME LA CORTE DI GIUSTIZIA, CHE NON AVRÀ PIÙ NESSUNA GIURISDIZIONE NEL REGNO UNITO"

Alessandro Logroscino per l'ANSA

boris johnson

 

Il tavolo dei negoziati sulle relazioni del dopo Brexit fra Londra e Bruxelles è ormai apparecchiato, ma non sarà un pranzo di gala, piuttosto un braccio di ferro. A certificarlo sono le linee guida del mandato conferito ai negoziatori britannici guidati da David Frost, presentate oggi dal governo conservatore di Boris Johnson in un documento di 30 pagine concepito alla stregua di una raffica di 'no' alle indicazioni di partenza dell'Ue.

 

Con tanto di conferma categorica dell'intenzione di non far durare la fase di transizione nello status quo attuale nemmeno un giorno in più oltre la scadenza del 31 dicembre 2020; e di minaccia - forse tattica, ma ugualmente forte - di abbandonare la trattativa già al momento della verifica prevista per giugno, se nei prossimi tre mesi non si dovessero fare passi in avanti.

 

Toni che fanno riemergere su entrambe le sponde della Manica l'eco esplicita dell'incubo che l'accordo sul divorzio aveva allontanato: quello di un no deal, seppur a scoppio ritardato. Un epilogo a cui l'Unione "è preparata", ha avvertito subito la portavoce della Commissione, Dana Spinant, pur aggiungendo che al momento è prematuro pronosticarlo. Ma in effetti un epilogo che spaventa tutti: il Regno (City in testa), al quale secondo le ultime stime di fonte Onu rischierebbe di costare fino al 14% delle esportazioni, pari a 32 miliardi di dollari; come pure i 27, alle prese con un quadro di affanno economico già alimentato da svariati fattori, emergenza coronavirus compresa. Il via al confronto, o alle ostilità, è fissato per l'inizio della settimana prossima. E le carte smazzate a Londra hanno i colori d'una sfida.

BORIS JOHNSON

 

"Non accetteremo alcun obbligo sull'allineamento delle nostre leggi a quelle dell'Ue o a istituzioni europee come la Corte di Giustizia, che non avrà più nessuna giurisdizione nel Regno Unito" dopo la transizione, ha tagliato corto il ministro Michael Gove, numero due de facto del governo Johnson, illustrando i contenuti del mandato alla Camera dei Comuni in polemica con un fronte d'opposizione (laburisti, liberaldemocratici, indipendentisti scozzesi) tanto allarmato quanto impotente dopo il trionfo Tory alle elezioni di dicembre.

 

michel barnier con il sindaco di londra sadiq khan

Parole tranchant che respingono seccamente l'approccio su alcuni punti chiave della strategia europea rimarcati in questi giorni a più riprese da Michel Barnier, capo negoziatore francese di Bruxelles; incluso su temi cruciali quali la politica fiscale o l'annunciata stretta sull'immigrazione. E a cui si aggiunge il rifiuto non meno netto di legare l'accordo commerciale a "zero dazi" sulle merci, che tutti evocano, a una parallela intesa sulla pesca, fondamentale per Parigi: dossier "inseparabili" fra loro nella retorica di Barnier; "totalmente separati" in quella di Gove, stando al quale il Regno ha tutto il diritto di gestire in futuro le sue acque da "Stato sovrano".

 

Quanto alla base di regole comuni che Bruxelles pretende per evitare i rischi di concorrenza sleale (level playing field), Gove si è limitato ad assicurare standard elevati sull'isola su materie come ambiente e diritti dei lavoratori anche in avvenire, ma ha escluso che a dettarle dal 2021 possa essere qualsiasi forma di adeguamento automatico alle norme comunitarie. Rivendicando del resto come su alcuni temi la legislazione britannica sia già più avanzata di quella europea.

 

DAVID FROST NEGOZIATORE BREXIT

Il botta e risposta (cui Barnier ha reagito provando stavolta a stemperare il clima con un richiamo al rispetto degli "impegni presi", ma anche all'obiettivo "possibile" di "un partenariato ambizioso ed equo") non risparmia il destino della cooperazione su difesa, sicurezza, lotta al terrorismo: a partire dall'addio di BoJo e soci al mandato d'arresto europeo. In uno scenario più ampio nel quale le parti si rinfacciano l'un l'altra di voler forzare i paletti delineati nella Dichiarazione Politica sulle relazioni future firmata congiuntamente mesi fa a mo' di cornice allegata al deal sul recesso britannico dall'Unione.

 

E nel quale Gove insiste sulla necessità di "emulare il tipo di rapporti (commerciali) che l'Ue ha già con altri Stati sovrani", come il Canada, per rendere più spedite le prospettive di un'intesa entro fine anno; rispondendo alla convinzione di Barnier secondo cui il Regno sarebbe "un caso unico", imparagonabile al remoto esempio canadese data la sua prossimità geografica e interdipendenza con i 27, che "la vicinanza non è un fattore decisivo in un Trattato di libero scambio". Poiché "la geografia non è una ragione per minare la democrazia".

micheal gove e boris johnson campagna per la brexit

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA