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BOSCHI IN GIAPPONE CON IVANKA: SE NON È UN SUICIDIO POCO CE MANCA! - NON BASTAVA RENZI A CHICAGO E IL BLITZ IN CANADA PER FARSI UN SELFIE CON TRUDEAU. LA SOTTOSEGRETARIA INVECE DI ANDARE IN SICILIA PER LA CAMPAGNA ELETTORALE VOLA A TOKYO. A PARLARE DI PARI OPPORTUNITÀ CON LA FIGLIA DI TRUMP! - MICARI TIRA UN SOSPIRO DI SOLLIEVO: QUELLO DI MARIA ETRURIA SAREBBE STATO IL VERO BACIO DELLA MORTE (SEMMAI CE NE FOSSE BISOGNO)

Andrea Picardi per www.formiche.net

 

MARIA ELENA BOSCHI IVANKA TRUMP

Niente Sicilia, Maria Elena Boschi se ne va in Giappone a parlare di donne e di pari opportunità. Mentre tutta la politica guarda più che interessata all’appuntamento elettorale di domenica prossima – che per il Pd si preannuncia peraltro piuttosto complicato – la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio del governo guidato da Paolo Gentiloni si prepara a sbarcare nel Sol Levante: dove domani – come da programma pubblicato sul sito del ministero degli Esteri giapponese – interverrà alla Word Assembly for Women in programma a Tokyo fino al tre novembre.

 

L’APPUNTAMENTO

 

A Boschi è stato riservato uno dei tre keynote speech della giornata (gli altri due saranno appannaggio del ceo della Banca mondiale Kristalina Georgieva e di Lakshmi Puri delle Nazioni Unite). Un appuntamento al quale interverrà pure la figlia del presidente degli Stati Uniti – e suo consigliere – Ivanka Trump, che prenderà la parola l’ultimo giorno. E chissà che le due – Boschi e Ivanka – non ne approfittino per un nuovo incontro, come accaduto lo scorso maggio quando, in occasione della visita romana di The Donald, si videro a Villa Taverna per parlare di parità di genere, tratta degli esseri umani e violenza sulle donne.

 

MARIA ELENA BOSCHI IVANKA TRUMP

LA SICILIA EPICENTRO D’ITALIA

 

Boschi, quindi, non sarà in Sicilia per sostenere il candidato del Pd e di Alternativa popolare Fabrizio Micari negli ultimi giorni di campagna elettorale prima del voto di domenica. E, oltre a lei, potrebbero mancare anche molti altri esponenti di spicco del Partito Democratico, a partire dal segretario Matteo Renzi. Che ha sospeso il viaggio in treno lungo l’Italia per raggiungere Chicago e rispondere presente all’invito dell’ex presidente Usa Barack Obama, che, con la sua fondazione, ha organizzato una due giorni sulla leadership e sull’innovazione sociale.

 

A questo punto non è chiaro se l’ex presidente del Consiglio riuscirà ad essere in tempo in Sicilia per chiudere la campagna elettorale con Micari il tre novembre. Forse ci sarà, ma l’impressione è che alla luce dei sondaggi e dell’aria che si respira sull’Isola ne farebbe volentieri a meno.

 

OBAMA E RENZI

Non è un caso, d’altronde, che in queste settimane abbia solo sfiorato la Sicilia a differenza dei leader dei partiti più accreditati di vittoria, il centrodestra e il MoVimento 5 Stelle. Che invece hanno abbondantemente presidiato il campo. “Non è un test nazionale“, ha ribadito in più occasioni Renzi, a voler smorzare l’importanza di un voto che potrebbe non premiare il suo partito ma che è comunque destinato a incidere non poco sugli assetti politici nazionali. E, in fondo, l’assenza di Boschi – che pure in Sicilia ci è andata ma a inizio ottobre – sembra confermarlo.

BOSCHI CON FABRIZIO MICARI

 

WORK IN PROGRESS ALLA LEOPOLDA

 

Nel frattempo il sottosegretario sta invece dando una mano, come da tradizione, all’organizzazione della prossima edizione della Leopolda, la più renziana delle kermesse, arrivata ormai alla ottava edizione. I dettagli devono ancora essere svelati ma intanto è stata ufficializzata la data: tre giorni, dalla sera del 24 novembre fino a domenica 26 all’ora di pranzo quando si terrà, com’è sempre avvenuto, il discorso conclusivo di Renzi. Facile immaginare che si tratterà di una Leopolda d’attacco, con cui il Pd lancerà la sua corsa verso le elezioni politiche. Nella speranza, dalle parti del Nazareno, che in Sicilia si riescano a contenere le perdite.

renzi micarifabrizio micariOBAMA RENZI

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