boschi renzi

MARIA ELENA, LA PASIONARIA DEL DUCETTO CHE NON NE AZZECCA MAI UNA – PIU’ SI CONSOLIDA A PALAZZO PIU’ LA BOSCHI FA CAZZATE E SCARICA LA COLPA SU ALTRI – DAL REFERENDUM COSTITUZIONALE ALLA CIRCOLARE CHE COMMISSARIA I MINISTRI – SECCHIONA A SCUOLA, BOCCIATA AL GOVERNO

 

Luca Telese per “la Verità

 

Sembrava momentaneamente in sonno, intenta al lavoro sottocoperta, trincerata dietro un impenetrabile e serioso muro di discrezione: ma tutti immaginavano che presto sarebbe tornata a far parlare di sé, perché c' è una fatalità che la insegue, dalla prima polemica fino a questa ultima spettacolare contesa sulla circolare «commissaria-ministri».

BOSCHI E GENTILONIBOSCHI E GENTILONI

 

Maria Elena Boschi da Montevarchi, già madonna turchina del presepe vivente di Laterina, già maturanda-secchiona che dimentica il vocabolario a casa il giorno della maturità (ma che prende 100 centesimi e si laurea con 110 e lode), ha una sorta di appuntamento ineludibile con le polemiche, e la notula stizzita ai ministri ha una doppia spiegazione: si inserisce in uno spirito, in una strategia, in un sentimento di rivalsa che è stato riacceso nel gruppo umano che circonda il segretario dal risultato delle primarie (i renziani doc hanno percepito come un risarcimento della sconfitta).

 

Ma che è anche il frutto di una predestinazione, come nell' apologo in cui lo scorpione sa che ha un bisogno vitale della rana per attraversare il fiume, ma sa già anche che prima o poi la paralizzerà con il suo pungiglione proprio mentre si trova in mezzo al guado. In queste ore, ovviamente, la Scorpioncina di Palazzo Chigi ha cercato in ogni modo di correggere la traiettoria del boomerang comunicativo che le è ritornato addosso.

paolo aquilantipaolo aquilanti

 

Il caso era esploso dopo che Repubblica aveva svelato la sua circolare con la richiesta di controllo preventivo sul lavoro dei ministri: «Questo è il classico esempio», ha esclamato lei davanti ai cronisti ostentando un sorriso smagliante, «delle fake news di cui siamo ormai circondati! Non c' è nessun commissariamento, semplicemente il segretario generale di Palazzo Chigi ha inviato una circolare con cui ha invitato i ministeri a rispettare le regole che già esistono, nulla di nuovo>.

 

<Se poi», ha aggiunto la Boschi, «le regole le vogliamo cambiare sono la prima a dare una mano ma le regole che ci sono vanno rispettate». Ed era interessante seguirla mentre scortata dal suo ex predecessore Claudio De Vincenti, si affannava a minimizzare, a spiegare che la circolare dopotutto non era nemmeno del tutto sua.

 

claudio de vincenticlaudio de vincenti

Peccato che prima di oggi nessuno avesse messo nero su bianco, con quel tono, una richiesta così perentoria. E peccato che la Boschi abbia più volte assolto alla funzione di alabardiera della strategia di attacco renziana, quando gli equilibri mutavano e bisognava cambiare passo.

 

Lei, la tesoriera della fondazione Big Bang (ovvero del portafoglio economico che ha finanziato l' ascesa di Matteo), la «giaguara» della Leopolda (detta così per le sue scarpine maculate alla moda), poi la ministra in tailleur blu elettrico parodiata dalla rete e inseguita dalla iena Enrico Lucci, quindi ministra «ben vestita» sotto il controllo e la consulenza della futura collega Valeria Fedeli (che si è guadagnata i gradi anche facendole da precettrice).

 

Maria Elena con l' aureola di santità, nei primi mesi di governo, e poi nell' occhio del ciclone per Banca Etruria nel 2015, impegnata a raccontare in aula l' epopea edificante del padre che si svegliava la mattina per andare a scuola a piedi. Maria Elena tirata dentro il Basilicata-gate dalla ministra Federica Guidi, che in una intercettazione la indicava al compagno Gianluca Gemelli come presentatrice dell' emendamento che aveva più a cuore nella sua attività di lobbing (lei spiegò di averlo fatto, ma senza aver mai parlato con Gemelli).

abbraccio tra maria elena boschi e matteo renzi abbraccio tra maria elena boschi e matteo renzi

 

La Boschi terribilmente sovraesposta nella campagna del Sì al referendum, nel turbine della polemica per aver detto che «i partigiani quelli veri votano Sì», poi - se non fosse chiaro - che quelli di sinistra per il No «votano come Casapound», quindi impegnata a litigare a Catania con tono simpaticamente acidulo, con uno studente che la prendeva amabilmente in giro («lei è impegnata nel suo tour propagandistico»), e poi Maria Elena contro «i professoroni di diritto» (la definizione è sua), poi intenta a girare per il Sudamerica in comizi organizzati dalle ambasciate, e che a fine campagna si era ritrovata ad arrabbiarsi per la contestazione di una italiana residente in Svizzera: «Signora! La prossima volta viene sul palco e parla lei!». La Boschi - dopo questi eccessi - si era calata con diligenza in una ferrea consegna di silenzio mediatico.

 

MARIA ELENA BOSCHI E LUCIA ANNUNZIATAMARIA ELENA BOSCHI E LUCIA ANNUNZIATA

Anche perché era difficile far dimenticare quella promessa scandita tante volte, e soprattutto in tv, e quindi con tono solenne, da Lucia Annunziata: «Se Renzi perde lascio la politica, come lui». E ancora, incalzata dalla conduttrice: «Ci assumiamo insieme le responsabilità politiche». Di più: «Se il referendum dovesse andare male noi non continueremo il nostro progetto».

 

Era difficile coniugare le professioni di rigore, con la inevitabile amnesia su queste promesse, proferite con tono battagliero su 100 piazze d' Italia. Per questo la Boschi, che aveva battuto i piedi per restare nel governo Gentiloni, e che in qualche momento aveva indotto persino un sentimento di amarezza di Matteo dopo la sconfitta («Ho pagato solo io per tutti»), si era data una direttiva saggia: «Parlo solo con i miei atti».

 

BOSCHI G7 A TAORMINABOSCHI G7 A TAORMINA

Nessuno avrebbe immaginato che, persino con quelli, lo scorpione di Maria Elena avrebbe trovato il modo di tornare a pungere, con il suo aculeo, la rana sonnolenta, immemore e bonacciona dell' opinione pubblica italiana. Anche perché, circolare a parte, persino questo strano Paese - sempre sospeso tra perdonismo e ferocia - non ha ancora deciso cosa pensare della Madonna Giuaguara di Laterina che ama bacchettare con severità, ed essere giudicata con indulgenza.

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…