movimenti indipendentisti europa

BRAVEHEART E’ VIVO E LOTTA INSIEME AI CATALANI - DALLA SCOZIA AI PAESI BASCHI, DAI FIAMMINGHI AI POLACCHI DELLA SLESIA, I MOVIMENTI INDIPENDENTISTI SONO PIU’ ATTIVI CHE MAI. CHIEDONO AUTONOMIA, MA SONO FILO-EUROPEI

Marco Zatterin per “la Stampa

separatisti uniteviseparatisti unitevi

 

I catalani hanno trovato nuova energia nel referendum scozzese del settembre 2014 e adesso a Edimburgo, visto come va a Barcellona, pensano di riprovarci. Effetto domino, o quasi. Le complesse code della crisi economica riattizzano la brace dei localismi e, insieme con la perdita di fiducia generalizzata nella politica, rischiano di rimodellare gli stati sovrani.

 

Nell’Unione europea è successo una sola volta, nel 1962, quando l’Algeria spezzò il legame con la Francia e col Trattato di Roma. Ora però la cornice è radicalmente diversa. Chi potrebbe coronare il sogno di indipendenza, come catalani e scozzesi, vuole liberarsi democraticamente dello stato in cui si sente costretto. Non è una fuga da Bruxelles. È una lotta contro Madrid e Londra.

 

separatisti baschiseparatisti baschi

La difficoltà e la titubanza con cui l’Europa si è mossa fra la tempesta dei mercati e le secche della recessione facilita il cammino di chi pensa di poter fare da solo. Eppure, argomenta Rosa Balfour, senior fellow del German-Marshall Fund, «non si può dire che ci sia vera ondata di separatismi». Si tratta di fenomeni «alimentati dai contesti nazionali e dalle singole situazioni politiche - argomenta l’analista -: possono imparare gli uni dagli altri, come i catalani dagli scozzesi, tuttavia restano legati alla propria realtà d’origine e alle proprie tradizioni».

 

katowice indipendentisti della slesiakatowice indipendentisti della slesia

CONFINI MOBILI

Da secoli nel vecchio continente i confini sono mobili. Lo ricorda la fresca indipendenza baltica, il divorzio fra cechi e slovacchi, lo sfascio jugoslavo. Il tempo intreccia genti e culture, suscita rivendicazioni democratiche e sfide minacciose. Là dove le ambizioni locali diventano nazionalismo, il gioco si fa però rischioso. «Vedo leader che vendono il ritorno a un passato che non è mai stato promettendo un futuro che non sarà», ammette Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue. Non è il caso dei catalani o scozzesi. Come per i più fra quanti sfidano i centralismi sono ispirati dalla logica democratiche. E pro-Europa.

 

GLI SCOZZESI

indipendentisti fiamminghiindipendentisti fiamminghi

Dopo la sconfitta referendaria di un anno fa, la leader del partito nazionalista Nicola Sturgeon ha chiesto nuovamente alle opposizioni di sostenere la campagna per una seconda consultazione. Le hanno risposto «picche», per ragioni politiche più che altro. Il sentimento di indipendenza, ma non di uscita dall’Ue, resta forte oltre le Highlands. Presto o tardi si rivoterà, evenienza che la Sturgeon usa per minacciare Cameron che vuol tagliare le pensioni. E gli inglesi per rimanere in Europa.

 

I BASCHI

indipendentisti  fiamminghiindipendentisti fiamminghi

È un problema spagnolo, anche se l’area di influenza sconfina in Francia, oltre i Pirenei. Dal 2011 i terroristi dell’Eta non colpiscono più. Il partito nazionalista basco, nato nel 1895, ha cercato nel 2008 di convocare un referendum, ma il governo centrale non lo ha permesso.

 

L’esempio catalano ravviva gli spiriti di una regione che sta negoziando una autonomia sempre maggiore nei confronti di Madrid. E il premier regionale Inigu Urkullu ha richiesto giusto ieri che si arrivi a un «autogoverno».

 

I FIAMMINGHI

fiandre vallonia belgiofiandre vallonia belgio

In Belgio, i fiamminghi del N-Va parlano di dividersi dai valloni e spaccare il Belgio molto più spesso di quanto facciano gli elettori. A seconda dei sondaggi, gli scissionisti raramente superano il 20%. Fra i sei milioni delle Fiandre e i cinque della Vallonia, ci sono diversità economiche e culturali profonde. Filippo è il «re dei Belgi» e ne garantisce l’unità. Il buon risultato alla Coppa del Mondo in Brasile ha giocato da inatteso collante. La complessità di scrivere il futuro di Bruxelles frena molti entusiasmi. Divorzio possibile, certo. Ma non in vista.

CATALOGNA SOSTENITORI MASCATALOGNA SOSTENITORI MAS

 

LA SLESIA

Il Movimento per la Slesia autonoma invoca l’indigenza all’interno dell’Ue per la regione dalla tradizione industriale e mineraria che si trova a est di Cracovia. L’anima tedesca resta forte. Al voto locale del 2010 la formazione ha ottenuto il 10% dei consensi, il doppio rispetto alla tornata precedente. Potrebbe crescere ancora, senza la forza per ridisegnare il Paese.

 

GLI ALTRI

Altri possibili secessionisti. I bavaresi sono stati tentati di non restare in Germania dopo la guerra: i sondaggi dicono che un cittadino su cinque ci pensa ancora, ma il Bayernpartei resta una cosa piccola. In Corsica c’è chi spera di riprovare a dire «adieu» a Parigi, dopo il fallito referendum del 2003: ipotesi lontana. Un sentimento indipendentista è diffuso in molte aree, dal Galles alla Bretagna, dalla Frisia alla Savoia, dall’Aragona alle finlandesi Åland. Dibattito e nulla di più. Almeno per ora.

CATALOGNA SOSTENITORI MAS 1CATALOGNA SOSTENITORI MAS 1

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)