jamie dimon - donald trump

“TRUMP E’ CIRCONDATO DA ‘YES MEN’ CHE ANZICHE’ FRENARLO LO INCORAGGIANO SULLE SCELTE FOLLI” - IL POLITOLOGO IAN BREMMER: “IL PASSO INDIETRO SUI DAZI? NON CREDO ABBIA FATTO CALCOLI DI MERCATO. LUI PASSA MOLTO TEMPO DAVANTI ALLA TV: È RIMASTO COLPITO DALLE DICHIARAZIONI DURISSIME DI PERSONAGGI CHE STIMA COME IL CAPO DELLA BANCA JP MORGAN CHASE, JAMIE DIMON. E DALL’AZIONE DELLO STESSO ELON MUSK, MOLTO ATTIVO NEL PREMERE SUL PRESIDENTE PUBBLICAMENTE E DIETRO LE QUINTE - E’ STATA DISTRUTTA LA CREDIBILITÀ DELL’AMERICA MA CINA E UE NON SARANNO ALLEATE PERCHÉ IN TUTTI I SETTORI PIÙ AVANZATI E STRATEGICI GLI STATI UNITI RIMANGONO L’UNICO PARTNER POSSIBILE PER L’EUROPA”

Estratto dell’artciolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

IAN BREMMER

«Circondato da yes men che, anziché frenarlo, hanno incoraggiato la scelta folle di dichiarare guerra contemporaneamente ad amici e nemici, alleati militari e partner commerciali, nonché all’opposizione politica interna, Donald Trump ha inferto danni gravi agli Stati Uniti e all’economia mondiale. Ma non fino al punto da cambiare in profondità gli equilibri geopolitici: il riavvicinamento tra Europa e Cina, se ci sarà, sarà limitato».

 

Secondo il politologo di Eurasia Ian Bremmer, con la sua insipienza il presidente americano ha aperto le cateratte di una crisi con conseguenze negative per la leadership degli Stati Uniti che andranno misurate su un arco decennale, non nei prossimi sei mesi.

 

JAMIE DIMON - DONALD TRUMP

Xi Jinping cerca di sfruttare gli errori di Trump e la perdita di credibilità degli Stati Uniti, per presentarsi ai Paesi europei come un partner più affidabile e amichevole. Può riuscire?

«Solo in parte: nonostante Trump abbia fatto di tutto per alimentare la rabbia dei suoi alleati, rimane il fatto che in tutti i settori più avanzati e strategici — tecnologie informatiche, intelligenza artificiale, tutte le produzioni industriali per la difesa — gli Stati Uniti rimangono l’unico partner possibile per l’Europa e gli altri Paesi occidentali.

Impensabili partnership, ad esempio in campo militare, con Pechino. Negli altri settori mi aspetto, invece, una spinta cinese, magari basata su una riduzione dei dazi, finalizzata a rafforzare i legami commerciali con la Ue. […]».

 

DONALD TRUMP XI JINPING

In pericolo anche il dollaro e la leadership Usa in campo finanziario?

«Non nell’immediato. […] Ma con i suoi gesti politici scriteriati Trump ha distrutto un capitale di credibilità del sistema America […]».

 

In che modo se non sarà la Cina ad avvantaggiarsene?

«Se l’America e il dollaro non verranno più percepiti come approdi sicuri, assisteremo al fiorire di accordi bilaterali e a un’intensificazione dei rapporti finanziari diretti tra Unione europea e altre parti dell’Occidente: Canada, Giappone, Corea del Sud».

IAN BREMMER

 

[…] «Questa è una crisi diversa da quella del 2008: allora democratici e repubblicani lavorarono insieme per evitare che la recessione diventasse depressione. […] anche la Cina si adoperò per limitare la diffusione del contagio. Stavolta non possiamo contare su nessuno di questi fattori per attutire gli effetti della crisi».

 

Però lei stesso riconosce che i danni verranno limitati dalla moratoria sui dazi e dall’esenzione di microchip, smartphone e altri prodotti tecnologici dalle sanzioni nei confronti della Cina.

xi jinping donald trump

«Vero, ma partivamo da misure catastrofiche. E ora, anche con tutti i ridimensionamenti annunciati da Trump negli ultimi giorni, quella attuata nel suo secondo mandato rimane la manovra protezionista più pesante nella storia americana: è entrato comunque in vigore il prelievo del 10% su tutto quello che entra negli Usa. E poi, escludendo i prodotti elettronici, i dazi imposti da Trump sull’import dalla Cina sono talmente elevati da configurarsi come un vero e proprio embargo».

 

DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN

L’esenzione per smartphone e semiconduttori non può essere un inizio di disgelo?

«[…] non credo a un improvviso rasserenamento dei rapporti tra le due potenze: quello può essere frutto solo di un confronto diretto fra i due presidenti. E Xi in questa fase non ha interesse ad andare a negoziare direttamente con Trump: sarebbe una prova di debolezza».

 

ursula von der leyen e donald trump a davos nel 2020

Trump ha sorpreso tutti col dietrofront sui dazi. Cosa lo ha spinto a un atto contrario alla sua filosofia che è quella di non fare mai un passo indietro, non ammettere mai un errore? Spaventato dai mercati che, nei momenti di crisi della Borsa, tendono a rafforzare il dollaro, mentre stavolta biglietto verde e obbligazioni sono andati in picchiata insieme ai valori azionari?

«Non credo abbia fatto calcoli di mercato. Ma lui passa molto tempo davanti alla tv: è rimasto colpito dalle dichiarazioni durissime di personaggi che stima come il capo della banca JP Morgan Chase, Jamie Dimon. E dall’azione dello stesso Elon Musk, molto attivo nel premere sul presidente pubblicamente e dietro le quinte».

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: HA SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” CHE AL QUOTIDIANO DI CONFINDUSTRIA RICORDANO PIÙ PER I CONTENZIOSI E LE RICHIESTE DI BONUS CHE PER I RISULTATI EDITORIALI O FINANZIARI...

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”