BRIATORE A PRANZO CON RENZI? CHE IMBARAZZO: APPENA 10 RIGHE SU “REPUBBLICA”! - MALUMORI NEL PD….

1. BRIATORE A PRANZO CON RENZI? CHE IMBARAZZO: APPENA 10 RIGHE SU "REPUBBLICA"!
Repubblica.it

Matteo Renzi e Flavio Briatore sono andati a pranzo insieme in un ristorante di Firenze. Lo ha rivelato ieri Il Corriere fiorentino, secondo cui ad organizzare il faccia a faccia sarebbe stato Lucio Presta, manager di Roberto Benigni, in ottimi rapporti con il sindaco tanto che anche quest'estate il comico toscano sarà in Piazza Santa Croce a cantare La Divina Commedia. L'imprenditore filoberlusconiano e il democratico rottamatore avrebbero mangiato pesce in un noto ristorante della città. «Renzi? Finalmente uno che dice cose normali: se si candidasse premier lo voterei al 100%», ha detto il proprietario del Billionaire, aggiungendo che il sindaco gli piace «perché combatte le vecchie mummie». L'eventuale discesa in campo di Renzi non preoccupa Enrico Letta. «Sono il più grande tifoso di Matteo», ha detto il premier parlando a Trento, «anche se ha il difetto di essere di Firenze, mentre io sono di Pisa».

2. MALUMORI NEL PD PER L'INCONTRO A FIRENZE TRA IL SINDACO E L'IMPRENDITORE BERLUSCONIANO, GIÀ CONDANNATO PER TRUFFA
di Luca De Carolis per il Fatto


A Renzi non direbbe mai: "Sei fuori". Perché a Flavio Briatore, l'amicone della Santanchè che ama il lusso, il sindaco di Firenze piace davvero: al punto che lo voterebbe "al 100 per cento". E così venerdì l'imprenditore ha chiesto e ottenuto di pranzare proprio con lui, con Renzi, in un ristorante di lusso (5 stelle) nel pieno centro del capoluogo.

La notizia l'ha data ieri il Corriere Fiorentino, e ha aperto subito la cascata di inevitabili commenti: perché Renzi, di fatto azionista di maggioranza del Pd, si è seduto a tavola con quel Briatore che del berlusconismo è quasi icona.

Facoltoso e di successo, tanto da incarnare la figura del giudice di manager futuribili nel programma The Apprentice (da lì la battuta "sei fuori", entrata nel gergo comune). Ma con un'ombra nel suo passato: la condanna a 1 anno e 6 mesi a Bergamo (3 a Milano), per bische clandestine. Pena mai scontata, perché Briatore se ne volò alle Isole Vergini, e poi sopraggiunse un'amnistia. Riavvolgendo il nastro, si torna al pranzo con Renzi, di due giorni fa.

Avvenuto su precisa richiesta dell'imprenditore, come confermano ambienti renziani. Che precisano: "L'hanno fatto in pieno centro, mica si sono nascosti: non c'era proprio nulla di così segreto". A organizzare l'incontro, Lucio Presta, manager di Roberto Benigni, che quest'estate sarà di nuovo di scena nella città di Dante. Nei piatti pesce, come da regola per i cattolici osservanti. Nei discorsi, tante riflessioni sulla politica.

E, secondo voci non confermate, anche l'offerta di Briatore di un sostegno economico alle prossime iniziative del sindaco. "Una cattiveria" secondo un renziano doc che neanche vuole comparire. La certezza è l'ammirazione di Briatore per il primo cittadino. "Renzi mi piace perché combatte le vecchie mummie, se si candidasse lo voterei al 100 per cento" assicura il fondatore del Billionarie. Quel marchio che dà il nome alla catena di locali di lusso, e di cui l'imprenditore ha appena ceduto la maggioranza a un gruppo di Singapore.

Chissà se avranno parlato anche di questo, con Renzi. Ieri il sindaco era a Roma, a sostenere Ignazio Marino: "Ma non parlo del governo, sennò succede un casino, e neanche del partito, altrimenti succede un casino e mezzo". Svicolate che gli sono valsi applausi, in un affollato teatro della Garbatella.

Come l'endorsement a Marino: "Ignazio sarà un grande sindaco, potrà fare il mestiere più bello del mondo". Ma ora in diversi gli rinfacciano di nuovo la visita ad Arcore del dicembre 2010. Fu sempre un pranzo, ma quella volta dall'altra parte del tavolo c'era Silvio Berlusconi, allora premier. "Andai a chiedere fondi per Firenze" spiega da anni Renzi.

Eppure Bersani su quel viaggio ha costruito una porzione delle sua campagna per le scorse primarie. E la sinistra Pd non ha mai capito, o meglio perdonato. Così non stupisce il tweet della bersaniana di ferro Chiara Geloni, direttrice di Youdem, la web tv del Pd: "Briatore uno di noi, come disse Briatore di Don Gallo".

Sentita dal Fatto, Geloni aggiunge: "Basta già il tweet. E poi ognuno è libero di mangiare con chi gli pare e di commentare dopo nella maniera che preferisce. Che ne penso di Briatore? Mi è più simpatico Renzi...". Sul suo profilo, la rispostaccia di un fan del sindaco: "Ma sei pagata dal Pd per screditare Renzi?".

Commento opposto dalla deputata renziana Maria Elena Boschi: "Ammesso che il pranzo ci sia stato, non c'è assolutamente nulla di strano. È normale che un sindaco veda degli imprenditori, ed è necessario che lo faccia. Bisogna smetterla di esagerare su ogni cosa che fa Renzi". Ma lei di Briatore che ne pensa? "Non lo conosco, e non mi permetto di dare giudizi: è un imprenditore, punto".

Poi c'è Giuseppe Civati, di questi tempi molto più rottamatore del rottamatore per antonomasia Renzi. Che alla domanda sul pranzo ride forte: "Mi sembra più una cosa del costume che della politica. Per il resto, che pranzino pure: non bisogna essere troppo bacchettoni". Ma Briatore... "No, no, lasciamo stare".

Che rimane? Innanzitutto, la voglia dichiarata di Renzi di parlare a tutti, anche fuori del "recinto" del Pd. Un altro argomento che nelle primarie fu terreno di ricorrente scontro con Bersani. Ma ci sarà soprattutto da capire se e come Briatore vorrà dare una mano al "suo" candidato. Chissà che ne pensa la Santanchè.

 

 

BERLU E RENZI RENZI E BERLUSCONIFOTO DA VERO SILVIO BERLUSCONI E FLAVIO BRIATORE A MALINDI FOTO DA VERO SILVIO BERLUSCONI E FLAVIO BRIATORE A MALINDI CHIARA GELONI FOTO DA CHI MALINDI SILVIO BERLUSCONI E FLAVIO BRIATORE Berlusconi a Malindi da BriatorePIERLUIGI BERSANI E CHIARA GELONI renzi e civati Pippo Civati

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…