BRICOLO E BRICCONI – MENTRE LOR SIGNORI SI PAPPANO MILIONI PER AUTOSTRADE E AEROPORTI, IL CARROCCIO FA MAN BASSA DEI RIMBORSI ELETTORALI PER ALBERGHI, RISTORANTI, PIENI BENZINA – RUBAGALLINE INCHIODATI IN PROCURA DALL’EX SEGRETARIA AMMINISTRATIVA DEL GRUPPO LEGHISTA AL SENATO - BRICOLO AVREBBE SPESO MIGLIAIA DI EURO A CASA SUA E NON A ROMA, MENTRE ALTRI, FRA CUI CALDEROLI, RICEVEVANO MENSILMENTE DEGLI ASSEGNI...

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Alberghi, ristoranti, pieni benzina. Spese per migliaia di euro, ma tutte rigorosamente in «Padania». Il capogruppo Federico Bricolo dovrà spiegare ai magistrati della Procura di Roma perché ha utilizzato a lungo la carta di credito Top Card Bnl in suo uso esclusivo ma coperta dal gruppo al Senato, non già per spese ordinarie a Roma dove ha esercitato in questi anni le sue funzioni, ma a casa propria.

Risulta infatti che il numero uno del partito a Palazzo Madama abbia utilizzato quel plafond esclusivamente a Verona e provincia, nella natia Sommacampagna, cittadina di residenza. E come si manteneva durante il soggiorno settimanale nella capitale, dove era impegnato per i lavori d'aula? Quei costi erano coperti con un'altra carta di credito, ma è quella in uso al tesoriere, sempre a carico del gruppo, sempre coi fondi pubblici assegnati da Palazzo Madama alla Lega.

A Roma a carico del tesoriere, in Veneto con la carta da capogruppo. A testimoniarlo ci sono gli estratti conto della Card Top Bnl. Depositati in Procura assieme ad altre decine tra bonifici, lettere firmate dai responsabili del gruppo, email dalla ex segretaria amministrativa Manuela Privitera. Il braccio destro dell'ex tesoriere Stiffoni è accusata di essere stata una «collaboratrice infedele», ieri in via Bellerio Maroni ha parlato di «congetture», di «bufala». Una «bufala galattica», a sentire l'avvocato del Carroccio.

Il fatto è che la Privitera, anche lei sotto indagine per peculato e assistita dall'avvocato Marika Ballardin, ha depositato nelle mani del sostituto Roberto Felici una valanga di documenti in 21 allegati che ora rischiano di inchiodare Bricolo, Calderoli e gli
altri chiamati in causa dall'accusata-testimone. Per le carte di credito sono agli atti decine di stringhe, ogni singola voce di spesa del ristorante di Verona piuttosto che di Sommacampagna. Ma c'è molto altro, in mano ai magistrati della Procura.

Ci sono ad esempio le lettere contabili di bonifici su c/c Bnl del gruppo «per il pagamento del canone di locazione di un appartamento in uso al presidente Bricolo» dal 2008 al 2009 per un importo di 1.250 euro mensili. Compare poi l'email con cui vengono comunicate alla tesoreria del gruppo leghista le coordinate bancarie del «Dott. Giuseppe Cortese».

A lui vengono girati 1.500 euro al mese «nonostante non fosse un nostro dipendente», testimonia la ex segretaria, e nonostante fosse un collaboratore di Roberto Cota. Che era sì capogruppo, ma alla Camera e non al Senato, prima di diventare governatore del Piemonte. Strani intrecci. Non meno interessante l'allegato 14, da cui emergono i «conteggi per i compensi extra» versati dai fondi del gruppo al «dottor Marco Penna», che risulta essere in quello stesso periodo retribuito anche dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in qualità di collaboratore dell'allora ministro Calderoli.

Già, l'ex ministro della Semplificazione. «Ogni mia spesa è documentata» raccontava
ieri a "Repubblica". Il fatto è che tra le carte ha fatto capolino anche la lettera in carta semplice (allegato 9) con cui il capogruppo Bricolo dispone il pagamento di un'indennità mensile extra da versare a Calderoli dal novembre 2011 (quando cessa l'incarico ministeriale) fino al termine della legislatura. Per un ammontare di «duemila euro mensili». Al sostituto il senatore dovrà spiegare a che titolo. Se è per questo, è stata depositata anche l'email con cui veniva chiesta l'attivazione di «un'utenza telefonica per Calderoli», anche quella da mettere in conto al gruppo Lega Nord.

Nel faldone sono finite anche le lettere con cui il capogruppo Bricolo dava disposizione per l'integrazione mensile in favore della sua segretaria personale, Stefania La Rosa, distaccata dal Comune di Roma e «beneficiata» con «un extra di 15 mila euro l'anno». Non è l'unica.

L'addetto stampa Romolo Martelloni fa sapere di aver ricevuto dal gruppo solo rimborsi spese, che il suo stipendio da 1.600 euro era pagato dal Senato quale «collaboratore della commissione Politiche Ue» presieduta dalla leghista Rossana Boldi. Ma all'allegato 6 risultano «quietanze compensi extra versati all'addetto stampa Martelloni per gli anni 2008-2010» da 2 mila euro mensili.

 

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