BRUNETTA SULLA GRATICOLA - LA LEGGE DI STABILITÀ, COME ADESSO SI CHIAMA LA VECCHIA FINANZIARIA, DI CUI SI È AUTOINSIGNITO RELATORE DEL PDL RISCHIA DI ESSERE LA SUA WATERLOO - A SCATENARSI CONTRO RENATINO SONO PROPRIO I PARLAMENTARI DEL SUO PARTITO CHE GLI RINFACCIANO DI NON AVER PORTATO NULLA A CASA, ANZI DI AVER PEGGIORATO LE COSE A FAVORE DI PD E UDC - UN'ACCUSA GRAVISSIMA VISTO CHE SIAMO ALLA VIGILIA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE….

DAGOREPORT
Non è un gioco di parole oppure un giudizio di pessimo gusto ma Renato Brunetta rischia di essere ridimensionato. La legge di stabilità di cui si è autoinsignito relatore per quello che resta del Pdl rischia di essere una Waterloo per il professore veneziano ex pupillo di Gianni De Michelis. A scatenarsi contro Renatino sono proprio i parlamentari del suo partito che gli rinfacciano di non aver portato nulla a casa, anzi di aver peggiorato le cose. Un'accusa gravissima visto che siamo alla vigilia della campagna elettorale.

"Che andiamo a dire adesso ai nostri elettori? Che è colpa di Monti quando la frittata l'ha fatta Brunetta?", protestano senatori e deputati pidiellini. Eppure Brunetta aveva dichiarato che era merito suo se la legge di stabilità, come adesso si chiama la vecchia Finanziaria, era stata modificata. Contestazioni talmente forti che l'altra sera Brunetta nello studio del presidente della Commissione Finanze della Camera, Gianfranco Volpe, avrebbe addirittura minacciato le dimissioni da relatore del provvedimento. Vero o falso?

Visto come stanno andando le cose sembrerebbe vero. Pd e Udc escono infatti vittoriosi dalla gestione della nuova versione della legge di stabilità. I due partiti hanno ottenuto la detrazione per i carichi di famiglia (180 euro per figlio), l'abrogazione dei tetti e delle franchigie, nessun aumento dell'Iva per le coop dal 4 al 10 per cento, archiviata la riduzione delle aliquote Irpef che nella prima stesura sarebbero dovute scendere dal 24 al 23 e dal 27 al 26 per cento, spedita in soffitta anche la retroattività.

Un bel bottino indubbiamente per Pd e Udc. E il Pdl cosa ha ottenuto? Sulla carta nulla. Brunetta ha condotto una battaglia personale per annullare l'Irap per aziende e professionisti senza un solo dipendente che pesa sulle casse dello Stato per 300 milioni di euro l'anno e lo stop all'aumento dell'Iva dal 10 all'11 per cento confermando invece quello dal 21 al 22 per cento.

La cancellazione dell'Irap, su cui Brunetta insisteva tanto da minacciare le dimissione, si è risolta all'italiana. Non avverrà più per legge, ma se se ne parlerà a futura memoria. Niente legge ma sarà creato un fondo gestito dal Tesoro, da cui si potranno attingere i famosi 300 milioni. Alla fine però non se ne farà nulla perchè quei 300 milioni saranno impiegati per evitare tagli al comparto sicurezza e per far derogare i comuni dal patto di stabilità.

Due cose che stanno a cuore alla stragrande maggioranza dei parlamentari pidiellini già pronti a dare battaglia alla Camera e al Senato. Resta il mancato aumento Iva dal 10 all'11 per cento. Su questo punto Brunetta l'ha spuntata ma è una vittoria di Pirro perchè è vero che l'aumento è stato bloccato ma il miliardo di euro che verrà a mancare si recupererà con l'aumento delle accise sui carburanti che scatterà il primo gennaio.

 

RENATO BRUNETTA DOCET Renato Brunetta Renato Brunetta Renato Brunetta

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