BRUNETTA GOL! - ‘’EVITIAMO A RENZI IL DESTINO DI PRANDELLI FALLITO IN BRASILE” - “RIFORME, PROGETTO, CODICE ETICO. SONO TUTTE FORMULE CHE NON SI CAPISCE SE SONO STATE INVENTATE DA RENZI O DA PRANDELLI, MA I DUE SONO INTERSCAMBIABILI”

Lettera di Renato Brunetta a Dagospia

Caro Dago,

non ce l’abbiamo con Prandelli. Con lui ce l’ha già il mondo intero, che prima lo osannava: gli risparmiamo il nostro sassolino. Temiamo piuttosto che la parabola infelice (sportivamente parlando) dell’ex allenatore della Fiorentina anticipi il destino sciagurato (politicamente parlando) dell’ex sindaco fiorentino. La sorte personale dei due può interessare relativamente agli italiani, che hanno già le loro gatte da pelare.

renzi e prandelli con la bananarenzi e prandelli con la banana

 

La questione è che per dichiarare fallimento, dimettersi e abbandonare l’Italia, Prandelli ha aspettato che l’Italia si schiantasse. Ecco, questo ci preme: togliere Renzi dalla guida del governo prima che spiaccichi l’Italia contro il muro dei suoi fiaschi riformistici per finta.

 

I parallelismi sono facilissimi da trovare, ahinoi, ben aldilà della constatazione della vera e propria devozione reciproca. Infatti i due hanno persino mangiato la banana insieme, per far intendere – a noi pare – un doppio senso. Si pappavano sì il razzismo, ma anche Berlusconi, evocato da anni con quel nomignolo dalla sinistra.

 

RENZI E PRANDELLI MANGIANO LA BANANARENZI E PRANDELLI MANGIANO LA BANANA

Del resto, l’annuncio di una “svolta” ha caratterizzato sin dagli inizi Prandelli, che almeno qualche partita l’aveva vinta e aveva fatto sperare tutti, senza però portare a casa un solo trofeo, ma era promettente, sveglio. Riforme, progetto, codice etico. Sono tutte formule che non si capisce se sono state inventate da Renzi o da Prandelli, ma i due sono interscambiabili.

 

Poi però il significato pratico di queste formule lo stabiliscono loro. La svolta prandelliana è stata quella di rinunciare al gioco italico e contropiedista, salvo poi svoltare la svolta, per paura. Applicare il codice etico a Destro, interpretarlo quando riguardava Chiellini (graziato dal Ct della Nazionale a dispetto del giudice sportivo). Fino all’ultimo tocco vigliacchetto: assumersi “tutte le responsabilità”, ma poi dare la colpa a un ragazzo di 23 anni, su cui scaricare vigliaccamente il peso della sconfitta nel momento più duro fingendosi vittima (Prandelli).

 

Così Renzi. Le contraddizioni del renzismo sono state visibilissime nel suo discorso di ieri sull’Europa e sulla conduzione delle riforme istituzionali.

prandelli balotelli caporettoprandelli balotelli caporetto

Proclama di voler uscire dai rigidi vincoli fissati dai Trattati, ma per farlo ha bisogno della benedizione dei tedeschi, che ci hanno ridotto sul lastrico.

 

Rivendica l’onor di patria e poi rifiuta di cercare verità sul complotto per non innervosire la Merkel. Dice “fare presto” e poi rimanda a mille giorni i tempi delle riforme urgenti. Mille giorni, che sono un modo biblico per dire “secoli dei secoli”, per l’urgenza? Dopo mille giorni così, di promesse fatue, saremo morti, caro Renzi. Tu sarai stato al governo per mille giorni (nei tuoi desideri), ma gli italiani saranno stati nel frattempo ingoiati dall’Africa e/o dalla Germania.

 

Così sulle riforme istituzionali. Si può anche essere contenti dei passetti compiuti ogni giorno dalle delegazioni. Ma a noi pare che siano eleganti passetti in direzione lenta ma sicura verso la Costa Rica o l’Uruguay, nel senso di Repubblica Sudamericana. Allora sì che toccherà agli italiani mangiarsi la banana.

prandelli balotelli a casaprandelli balotelli a casa

 

de rossi   pirlo   candrevade rossi pirlo candreva

Renzi invoca la riforma costituzionale per avvicinare il popolo al Palazzo della Politica, e poi trasforma il Senato da doppione nobile un po’ polveroso della Camera in un doppione dopolavoristico dei consigli regionali e dei sindaci, senza dare neppure ai cittadini la prerogativa democratica di sceglierli direttamente. E con competenze farraginose. Tra cui anche l’elezione del Capo dello Stato.

 

E magari vorrebbe il premier Renzi che noi dessimo il consenso sulla base dell’accordo del Nazareno. Un momento. Tutto questo non era scritto. Semmai le riforme della legge elettorale e del Titolo V dovevano essere un veloce preambolo per rimediare all’incostituzionalità del Porcellum sancita dalla Consulta e così indirizzare presto al voto.

 

Se invece, come vuole a quanto pare la coppia Renzi-Boschi (o è in realtà un trio che comprende anche Napolitano, vai a saperlo), questi mille giorni di futura legislatura devono essere il tempo di un nuovo modello di Stato, allora noi diciamo: o elezione diretta del Presidente della Repubblica, o non se ne parla. Renzi dice del presidenzialismo: “è prematuro, intempestivo”.

 

E allora quando? Dopo i mille giorni, scombinando tutto? Non esiste, è una presa in giro. Tanto più che al neo-Senato sarà assegnato il compito di votare proprio il Capo dello Stato, per cui addio presidenzialismo. E noi dovremmo dire di sì? Ccà qualcuno è fesso, ma noi forse no.

 

BUFFON PRANDELLI MONDIALI 2014BUFFON PRANDELLI MONDIALI 2014

Ha ragione Berlusconi a precisare che voteremo le riforme se sono buone riforme: le svolte riformiste per portare la Nazionale italiana al disastro le abbiamo già viste. Oltretutto il voto politico potrebbe essere assai prima dei mille giorni… Evitiamo a Renzi il destino di Prandelli fallito in Brasile, non aspettiamo che schianti l’Italia nel torneo europeo.

Noi ci teniamo alla Nazionale, ma agli italiani persino un po’ di più. Dimettiamolo prima.

Renato Brunetta

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)