BRUSH HOUR!, LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI – INCASSATA LA FIDUCIA A RENZI, RE GIORGIO SI DIMETTE? – BANANA IN BAMBOLA: SI APPROVERA’ ANCORA L’ITALICUM? A QUEL 2018 AL QUALE MIRA RENZI COME CI ARRIVERÀ IL CAV?

Francesco Bonazzi per Dagospia

Non c'è niente da fare: il cognome Letta e la parola "conflitto" sono destinati a non incontrarsi mai. Alla fine Lettanipote non s'è presentato alla direzione del Pd per affrontare a viso aperto Renzie, costretto così a farsi approvare senza contraddittorio e con maggioranza bulgara (136 a 13) una mozione che con freddezza burocratica ringrazia il premier e lo rispedisce a casa.

Nessun duello, nessun faccia a faccia, nessun "democratico confronto". Ma solo una relazioncina del segretario che spiega che "bisogna uscire dalla palude" e annuncia "un governo di legislatura fino al 2018". E dopo, un dibattito piatto e contingentato come neanche alla Camera quando in cattedra c'è la Boldrinmeier.

Nelle stesse ore, nel fortino di Palazzo Chigi, Lettanipote guardava sul maxischermo la riunione del sinedrio democrat e cercava di capire dove è finito Franceschini, l'uomo-liana del Nazareno. Due chiacchiere con il vicepremier Alfano, già pronto per analoga cadrega nel Renzi Uno, poi la decisione secca e immediata dopo il voto. Una telefonata al Colle per dire che domani pomeriggio salirà per dimettersi "a seguito delle decisioni assunte oggi dalla Direzione nazionale del Partito democratico". Tanto per far capire di chi è la colpa.

Ma quale sarà la maggioranza che il Rottam'attore cercherà di coagulare intorno a sé? Oggi ha detto che mira alla stessa coalizione che sosteneva Lettanipote, ovvero a un nuovo patto con Ncd (Noleggio con deficiente), Sciolta Civica e scampoli centristi. Poi, se arriva anche qualche vendoliano o qualche grillino in fuga dal Casaleggio Power, sarà tutto riguadagnato.

Da palazzo Grazioli, invece, calma piatta e attento studio della situazione. La linea ufficiale è che non cambia niente e che ci si attende che le riforme concordate con il patto Renzusconi vadano avanti. In realtà il Banana si chiede che cosa ha convinto Renzie a una rischiosa accelerata su Palazzo Chigi e la risposta starebbe in certi sondaggi riservati che lo danno parecchio indietro rispetto alla coalizione guidata dal Cav.

Un fatto però è certo: se Renzie va al governo, la riforma elettorale va in soffitta perché quando la si approva poi le urne sono quasi automatiche. E a quel 2018 al quale mira il sindachino d'Italia come ci arriverà il Banana? Con la stessa forza di oggi? E re Giorgio quanto avrà voglia di rendere infelice Clio con la sua permanenza al Quirinale? Non solo in Farsa Italia sono convinti che oggi arriva Renzie a Palazzo Chigi e domani toccherà a Prodi sul Colle, perché il ticket dei cosiddetti poteri forti è quello lì.

 

 

MATTEO RENZI ALLA DIREZIONE PD BY VINCINO RENZI FUORI DALLHOTEL ROMANO IN CUI HA SOGGIORNATO letta impegno italia Franceschini, Quagliariello e Lettadalla pagina facebook forza dudu francesca pascale e berlusconi

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