grexit tsipras merkel hollande draghi

A BRUXELLES E BERLINO ORMAI LA PAROLA D’ORDINE È TOGLIERSI TSIPRAS DALLE PALLE - L’ENNESIMO GIOCO AL RIALZO DEL PREMIER GRECO, CONSIDERATO DAI TEDESCHI INAFFIDABILE E POPULISTA, HA FATTO IMBIZZARRIRE LA MERKEL E IL ‘FALCO’ SCHAEUBLE

tsipras   renzi   merkel tsipras renzi merkel

1 - PASSA LA LINEA TEDESCA UN SÌ PER SILURARE ALEXIS E RIAPRIRE IL NEGOZIATO CON UN NUOVO GOVERNO

Alberto d’Argenio per “la Repubblica”

 

Alexis Tsipras rimane intrappolato nel suo stesso referendum. Fino a poche ore dalla rottura definitiva di ieri pomeriggio l’accordo era a un passo. Prevedeva che i greci ritirassero la consultazione popolare e gli europei offrissero ad Atene un terzo programma di salvataggio con una serie di concessioni per renderne le condizioni meno amare.

 

Ma poi hanno prevalso la diffidenza, i caratteri e il calcolo politico dei protagonisti. Ora si guarda a lunedì, il giorno dopo il referendum. A Bruxelles, Berlino, Atene e nelle altre capitali si studiano piani e scenari. Molti leader ora puntano a far fuori una volta per tutte Tsipras, determinato invece a resistere a prescindere dal risultato del voto.

tsipras renzi e merkeltsipras renzi e merkel

 

La fine ha avuto inizio ieri notte, quando a Bruxelles è arrivata la seconda lettera in poche ore con le richieste di Tsipras per annullare il referendum. Per la prima volta accettava il testo Juncker – piuttosto generoso - con riforme e impegni per Atene in cambio del salvataggio. Ma a sorpresa il capo del governo greco ha aggiunto cinque punti irrinunciabili. Il viceministro Euclid Tsakalotos si prodigava a spiegare a Bruxelles il perché di tanta rigidità: «Abbiamo bisogno di queste ulteriori concessioni altrimenti l’accordo non passa in Parlamento».

 

merkel tsiprasmerkel tsipras

Ma l’ennesimo gioco al rialzo di Tsipras ha irritato diversi governi e ha fornito ai falchi un comodo match point per chiudere la partita. L’Eurogruppo viene spostato dalle 11.30 alle 17.30, ma il tempo non basta a negoziare le nuove richieste di Tsipras. Quindi Schaeuble e la Merkel pubblicamente affondano ogni speranza di accordo. Tsipras gli risponde in tv con parole altrettanto dure. In quei minuti Matteo Renzi è a colloquio a Berlino con Angela Merkel. Uscendo dalla stanza della Cancelliera confida al telefono a un ministro che lo chiama da Roma: «È finita, non c’è più niente da fare».

 

Alexis Tsipras , Angela Merkel e Francois Hollande (   Alexis Tsipras , Angela Merkel e Francois Hollande (

Eppure fino a ieri mattina la soluzione sembrava a portata di mano, con Juncker, Renzi e Hollande che avevano fatto di tutto per avvicinare Merkel e Tsipras ed evitare all’Europa altri giorni di fuoco. Solo 60 milioni dividevano le parti, niente rispetto ai 240 miliardi già mobilitati per salvare la Grecia. Una rottura non solo tecnica, ma molto politica.

 

Descrive bene l’accaduto Roberto Gualtieri (Pd), presidente della commissione economica dell’Europarlamento tra gli ufficiali di collegamento nel negoziato: «Tsipras è stato cinico nel non volere l’accordo ed è sua gran parte della responsabilità del fallimento, ma anche altri governi sono stati inutilmente rigidi».

 

tsipras merkeltsipras merkel

Ieri Juncker ha tenuto una lunga discussione con i commissari europei per fare il punto della situazione. «I canali con Atene rimangono aperti – spiegava - ma non c’è più nessun movimento». Intanto i ministri delle Finanze dei paesi dell’euro hanno cancellato tutti gli impegni di lunedì, pronti a volare a Bruxelles per rispondere al voto greco.

 

Gli uomini di Tsipras fanno sapere agli europei le intenzioni del loro leader. Se passa il referendum, il premier si dimetterà ma metterà l’ala moderata del partito a disposizione di un governo di unità nazionale che firmi il memorandum per il terzo pacchetto di aiuti. Un minuto dopo si sfilerà dalla maggioranza provocando le elezioni anticipate, che si dice certo di vincere. In caso di vittoria del “no”, che lui sostiene, tornerà invece a Bruxelles chiedendo tutte le concessioni che ha richiesto in questi mesi. Da ieri Atene è fuori dal programma di salvataggio ed inadempiente con l’Fmi, ma per il default tecnico restano ancora un paio di settimane.

tsipras draghi merkeltsipras draghi merkel

 

Ma dovrà fare  i conti con gli altri. Con la vittoria del “sì” a Berlino e in altre capitali contano di sbarazzarsi una volta per tutte di Tsipras. Non tutti i governi sono così determinati sul punto, ma tutti quanti sono estremamente irritati con il premier greco accusato di scarsa affidabilità e di avere trasformato un suo problema interno in un problema europeo che aizza populisti di destra e sinistra in giro per il continente.

 

Se passasse il “no”, invece, la Merkel e gli altri leader sono determinati a non concedere tutto al collega di Atene. Ripartirà il negoziato con Tsipras che minaccerà la rottura dell’eurozona e gli europei che risponderanno con lo spettro di un taglio definitivo dei viveri ad Atene costringendo il premier greco a lasciare. Rende bene la situazione la battuta di un diplomatico mitteleuropeo: «Tsipras doveva decidere se morire firmando o non firmando il salvataggio. Sembra avere deciso la via più dolorosa per tutti».

alexis tsipras angela merkelalexis tsipras angela merkel

 

2 - OTTO MILIONI DI GRECI ALLE URNE - LA CONSULTAZIONE È VALIDA SE L’AFFLUENZA SUPERA IL 40%

Niccolò Zancan per “la Stampa”

 

Il referendum del 5 luglio adesso è su tutti i muri di Atene. I sostenitori di Syriza, il partito del premier Alexis Tsipras, hanno tappezzato la città. «Non con fondi pubblici», assicurano. Il testo dice: «No. Per la democrazia. Per la dignità». Anche il ministro Yanis Varoufakis ha dato il suo contributo a questa campagna mediatica, con un gigantesco striscione calato addirittura dalla finestra dell’ufficio del ministero delle Finanze: «No. Al ricatto e all’austerità». Si vota dalle 7 alle 19 di domenica: 19 mila seggi in tutta la Grecia, gli stessi delle politiche del 2 gennaio 2015.

 

VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS

Ma i costi, giura il ministro degli Interni Niko Voutsis, saranno dimezzati: «Non più di 20 milioni. Per la fase preparativa, compresi gli stipendi di tutti gli impiegati e dell’autorità giudiziaria, abbiamo stimato una spesa di 5 milioni e 100 mila euro». Ma quanti lavoreranno effettivamente alla macchina del referendum? Difficile avere la risposta, il ministro Voutsis dice ancora: «Gli stessi che hanno lavorato alle ultime elezioni». Anche la ditta che elaborerà e trasmetterà i dati è la stessa. Si chiama Singurat Logic: i risultati definitivi dovrebbero essere disponibili nella giornata di lunedì. Per essere valido, il referendum deve essere votato da almeno il 40% degli aventi diritto. Sono chiamati ad esprimersi 8 milioni di greci su una popolazione di 11 milioni.

 

tsipras merkeltsipras merkel

Ieri è scoppiato il giallo della carta. Colpa di una dichiarazione del presidente dell’Unione Centrale dei Comuni, Giorgios Pautoluis: «Non è ancora stato possibile stampare le schede». Ma il problema, il ritardo, dovrebbe essere superato. La carta c’è. Anche se questo Referendum è stato criticato duramente dal Consiglio Europeo. Lo giudica preparato in fretta e male, fuori dagli standard internazionali. Ma si farà. Ormai non ci sono più dubbi. Questo il testo definitivo del quesito: «Deve essere accettato il piano d’accordo consegnato dalla Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo monetario internazionale all’Eurogruppo del 2-6-2015 che si compone di due parti, le quali costituiscono la loro proposta unitaria...?». Seguono i titoli delle due parti.

tsipras merkel hollandetsipras merkel hollande

 

Sopra c’è scritto No. Sotto c’è scritto Sì. Bisogna fare una croce nella casella. Un nuovo sondaggio di ProRat, pubblicato dal quotidiano Efimerida ton Sintakton, dice: prima della chiusura delle banche il «No» era al 57%, ora - con i disagi concreti, le code quotidiane per ritirare al massimo 60 euro - sarebbe sceso al 46%. Ma sempre in vantaggio sul «Sì», che si attesterebbe al 37%. In ogni caso, è un appuntamento davvero sentito. Nelle piazze c’è una manifestazione al giorno. Secondo l’analista Kostas Vaxevanis andrà a votare il 90% dei greci.

 

 

Ultimi Dagoreport

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO

vladimir putin kim jong un xi jinping donald trump

DAGOREPORT – L’UNICO RISULTATO REALE OTTENUTO DA TRUMP NEI PRIMI 8 MESI DEL SUO SECONDO MANDATO È STATO RIABILITARE PUTIN: APPLAUDENDOLO IN ALASKA, HA RILEGITTIMATO LA MALCONCIA RUSSIA COME POTENZA MONDIALE, RAFFORZANDO LA FIGURA DEL “MACELLAIO DI MOSCA” (COPYRIGHT BIDEN) - DOPO TANTO PENARE E PROMESSE SCRITTE SULLA SABBIA, TRUMP SPERAVA DI OTTENERE ALMENO UNA TREGUA AEREA SULL’UCRAINA. E INVECE “MAD VLAD” HA FATTO SPALLUCCE E, TUTTO GAUDENTE, SI E' SCAPICOLLATO IN CINA ALLA CORTE DEL SUO VERO PADRONE, XI JINPING  – DISPIACE PER TRAVAGLIO MA LA RUSSIA NON HA ANCORA VINTO LA GUERRA: L’AVANZATA IN UCRAINA È SOLO PROPAGANDA. TRANNE DUE REGIONI E QUALCHE VILLAGGIO CONQUISTATO IN DONBASS, IN REALTÀ IL FRONTE È IMMOBILE DA MESI (A MOSCA NON BASTANO LE TRUPPE NORDCOREANE, ORA E' COSTRETTA A RECLUTARE IN PATRIA, DOPO I GALEOTTI, ANCHE LE DONNE IN CARCERE) – LA PRESSIONE SU PUTIN DEL MEDIATORE ERDOGAN E DI MODI PER UNA TREGUA IN UCRAINA - IL LEADER INDIANO, INCAZZATO CON “MAD VLAD” CHE LODA E IMBRODA XI E GLI FA FARE LA FIGURA DELL’AMICO SFIGATO, FA PRESENTE CHE L'ALLEANZA DELLO SCO E' SOLO ''TATTICA MA NON STRATEGICA'. MA UN DOMANI CHISSA'...