padoan

L'EUROPA A DUE VELOCITÀ: FOLLE E RETROMARCIA - BRUXELLES CHIUDE LA PORTA IN FACCIA A ITALIA, FRANCIA, SPAGNA E PORTOGALLO: ''IL CALCOLO DEL DEFICIT NON CAMBIA'' - LA MATRIGNA GERMANIA NON PUÒ MOSTRARSI SOFT CON I PEZZENTI DEL SUD EUROPA, MA PADOAN CI PROVERÀ ANCORA: CON I TEDESCHI LA BATTAGLIA SUI CONTI SARÀ LUNGA

1. L' UE DICE NO AI PAESI DEL SUD "IL CALCOLO DEL DEFICIT NON CAMBIA"

Marco Bresolin per ''La Stampa''

 

PADOAN DOMBROVSKISPADOAN DOMBROVSKIS

La risposta ufficiale arriverà nei prossimi giorni: «Sarà messa nero su bianco in una lettera». Ma la Commissione europea ha già praticamente chiuso la porta in faccia al governo italiano e agli alleati mediterranei di Francia, Spagna e Portogallo. Le valutazioni primaverili di Bruxelles sui bilanci (l' 11 maggio ci saranno le previsioni economiche e il 17 le raccomandazioni specifiche per Paese) non terranno conto delle richieste contenute nella missiva firmata dai quattro ministri dell' Economia, i quali propongono una differente metodologia di calcolo dei parametri che determinano gli aggiustamenti di bilancio raccomandati agli Stati.

inchino padoaninchino padoan

 

Magari si potrà avviare un discorso per il futuro, ma di questo se ne parlerà in Consiglio. Non ora con la Commissione, che fino a indicazioni contrarie continuerà a esaminare i bilanci secondo le regole attualmente in vigore.

 

Nessun trattamento speciale, nessun cambio di metodologia ad hoc, come invece era stato esplicitamente richiesto nell' ultima delle tre pagine indirizzate ai commissari Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis. Il testo scritto da Pier Carlo Padoan e colleghi si chiudeva infatti con un invito: «La Commissione potrà tenere conto di tutti gli elementi () nelle guidance specifiche per Paese, partendo dalle prossime guidance sulla base dei programmi di stabilità 2017».

 

Secca la precisazione, arrivata tramite una portavoce dell' esecutivo Ue: «Nelle nostre valutazioni applichiamo le regole e i metodi che sono stati concordati in comune da tutti gli Stati membri» anche per «assicurare che vengano trattati tutti allo Stesso modo». Non si possono utilizzare metodologie diverse in base a gruppi di Paesi: tutti i bilanci devono essere letti con lo stesso tipo di lenti per evitare difformità di trattamento.

 

Cosa vuol dire questo per l' Italia? Ci saranno sorprese il 17 maggio? Le questioni vanno trattate su due piani distinti. La Commissione dovrà valutare se la manovrina da 3,4 miliardi è in linea con le richieste e su questo tutto dovrebbe filare liscio. A questo si aggiunge il nodo degli investimenti non fatti, che potrebbe costare la perdita della flessibilità ottenuta nel 2016 (ma si stanno cercando soluzioni elastiche per trovare una via d' uscita indolore), e quello legato agli squilibri macroeconomici.

pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149pier carlo padoan, pierre moscovici e michel sapin 4193e149

 

C' è poi un altro piano, distinto, che riguarda invece la manovra autunnale: qui potrebbe sorgere qualche problema. Nel Def, il governo ha garantito che migliorerà il suo disavanzo strutturale di uno 0,8% del Pil (13,6 miliardi), in linea con i parametri attualmente in vigore (che richiedono uno sforzo pari almeno allo 0,6%).

 

Al tempo stesso, però, vorrebbe che fossero usati parametri più favorevoli. Il perché è presto spiegato: a Bruxelles hanno dubbi sul fatto che l' Italia sia effettivamente in grado di portare a termine una correzione così significativa. Inizierà dunque un braccio di ferro che proseguirà fino all' autunno e nel frattempo l' Italia (con gli alleati mediterranei) porterà il tema al Consiglio. Dove però la discussione si annuncia tutt' altro che facile e tutt' altro che rapida. Con le elezioni tedesche che rischiano di tenere tutte le questioni nel congelatore.

 

 

2. MA IL TESORO NON SI ARRENDE "CON I TEDESCHI BATTAGLIA LUNGA"

Alessandro Barbera per ''La Stampa''

 

 

Al Tesoro lo ammettono candidamente: «Non sarà una battaglia facile». Chiedere agli ortodossi di lingua tedesca di rivedere alcuni parametri della disciplina di bilancio equivale a proporgli un colpo di piccone a Maastricht. Per ora la lettera scritta a Bruxelles da Italia, Francia, Spagna e Portogallo vuole costringere l' Unione ad ammettere che le regole fin qui seguite hanno bisogno di essere riviste.

 

PIERRE MOSCOVICI E MARIE CHARLINE PACQUOT jpegPIERRE MOSCOVICI E MARIE CHARLINE PACQUOT jpeg

«Non chiediamo la rivoluzione, semmai ciò che la stessa Commissione ha proposto senza successo». Gli uomini di Padoan sottolineano che non si tratta di una guerra sugli zero virgola, semmai di come creare le condizioni perché tutti possano crescere di più e intanto rendere il debito italiano più sostenibile: questa sarebbe anche l' opinione dei grandi investitori emersa nei colloqui riservati con il governo.

 

Inutile negare che l' Italia abbia un serio problema contingente: come arrivare all' autunno senza essere costretta ad una dura manovra, quella imposta dalle regole fin qui rispettate. Nel 2018 il governo Gentiloni ha promesso un deficit dell' 1,2 per cento, nove decimali in meno di quello attuale.

In concreto significherebbe votare una Finanziaria che aggiusti i conti per almeno dieci miliardi: uno sforzo che dalle parti di Renzi considerano lunare.

 

La modifica della «matrice» che governa le richieste di correzione dei conti è un argomento di cui Padoan in Europa discute da due anni: non solo con il francese Moscovici, ma anche con il numero due della Commissione, il falco Dombrovskis e il ministro tedesco Schaeuble. L' ultimo paragrafo della lettera dice chiaramente che il suo obiettivo è anzitutto politico, ovvero un atteggiamento più morbido sin dalle raccomandazioni che verranno pubblicate il 17 maggio. Per l' autunno l' Italia spera in uno sconto di sei decimali, spingendo così il deficit del 2018 all' 1,8 per cento.

gentiloni padoan1gentiloni padoan1

 

Gentiloni e Padoan sono convinti che la Francia resterà a fianco dell' Italia anche dopo la vittoria di Macron, persino nel caso - sempre più probabile - che in giugno il nuovo presidente sia costretto a nominare un governo di larghe intese.

 

Ieri all' Università europea di Firenze Gentiloni parlava come se l' esito delle elezioni francesi fosse scritto. Con il sì di Parigi ora i Paesi favorevoli ad una politica economica più espansiva sono nove sui diciannove dell' area euro. Per cambiare alcuni dei parametri che governano i conti europei non ci sarebbe nemmeno bisogno del voto dei ministri dell' Ecofin: se la Commissione vuole, ha l' autonomia per farlo.

 

Benché resti da capire quali saranno i nuovi equilibri in Germania a settembre, il premier è convinto che il peggio sia alle spalle, e che persino il pasticcio della Brexit si stia rivelando un fattore di rilancio della casa comune. Eppure il 2018 non si preannuncia come un anno facile. I numeri dicono che il piano Draghi di acquisto di titoli pubblici e i tassi zero hanno fatto risparmiare all' Italia (e non solo) miliardi di interessi sul debito. Ora però le cose cambieranno. Non si sa ancora con certezza quando inizierà il cosiddetto tapering - la riduzione costante degli acquisti mese per mese - e con quale intensità.

 

i macron hanno 25 anni di differenzai macron hanno 25 anni di differenza

Ma se - ragionano al Tesoro - la normalizzazione della politica monetaria sarà inevitabile, l' Europa dovrà occuparsi di accompagnarla con un' adeguata politica fiscale. Il caso italiano è considerato paradigmatico: la crescita si è rafforzata, ma non abbastanza da giustificare un deficit all' 1,2 per cento. In fondo è anche nell' interesse dei tedeschi: se l' uscita dai tassi zero dovesse provocare una nuova crisi finanziaria italiana, non avrebbe da guadagnarci nessuno.

Twitter @alexbarbera 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA