MACCHÉ DEMOCRAZIA DIRETTA: QUANDO CASALEGGIO ORDINA, IL M5S ESEGUE! - BUGANI CANDIDATO SINDACO A BOLOGNA SENZA VOTO DEGLI ISCRITTI, E LA BASE INSORGE (SPUNTA ANCHE UNA RACCOMANDAZIONE) - LA PRIMA LINEA, I LEADER REGIONALI, I MODERATI, I SEGUACI DI DI MAIO: MAPPA DELLE CORRENTI GRILLINE

1. BUGANI E LA SPINTARELLA - È RIVOLTA M5S A BOLOGNA - FEDELISSIMO DI CASALEGGIO, CANDIDATO SINDACO CHE NESSUNO HA SCELTO - ORA SALTA FUORI UN’ALTRA GRANA: RACCOMANDÒ IL VIDEOMAKER NIK IL NERO

Luca De Carolis per ''il Fatto Quotidiano''

 

MASSIMO BUGANI MOVIMENTO STELLE jpegMASSIMO BUGANI MOVIMENTO STELLE jpeg

   Il prescelto è un problema. Perché la base e diversi parlamentari sono in trincea contro il candidato per investitura divina. E ora spunta pure una mail, in cui il fedelissimo del “guru” chiedeva un lavoro in Regione per Nik il Nero, al secolo Nicola Virzì, ora assunto in Senato dal gruppo del M5S. Una rogna per Massimo Bugani, consigliere comunale e candidato sindaco a Bologna per i 5Stelle, senza essere passato da votazioni sul web o assemblee. La sua candidatura l’aveva presentata in estate. Poi, a novembre, un post sul blog di Beppe Grillo lo ha investito ufficialmente.

 

beppe grillo gianroberto casaleggiobeppe grillo gianroberto casaleggio

“Ho proposto la mia candidatura sei mesi fa per dare il tempo di presentare altri progetti -assicura - ma nessuno ha alzato la mano”. Manca un dettaglio: che per presentarsi bisognava portare a corredo una lista già pronta per il Comune. Proprio come ha fatto il consigliere, che l’ elenco lo tiene nel cassetto.

 

certaldo pizzarotti nogarincertaldo pizzarotti nogarin

Un espediente pensato assieme ai vertici per evitare “infiltrati”. Ma anche per sbarrare il passo agli attivisti vicini al dissidente Federico Pizzarotti, il sindaco a 5stelle di Parma, di cui Bugani è nemico acerrimo. Di peso, visto il suo legame con Casaleggio e con Grillo. Tale che Bugani ha accesso diretto al blog. Contro la sua candidatura però è rivolta, nell’Emilia Romagna che del M5S è stata la culla.

 

Novanta tra eletti e attivisti invocano con una petizione una discussione aperta sul candidato sindaco: “No a una lista scritta in segreto”. Ci sarebbe anche un nome alternativo, Lorenzo Andraghetti, già consigliere di quartiere. Ma Bugani ha disertato l’assemblea con gli attivisti. E Luigi Di Maio chiude: “Su Bologna andiamo avanti, Bugani è il candidato naturale”.

grillo e pizzarotti c b d ef bc ad c d grillo e pizzarotti c b d ef bc ad c d

 

   Però protestano anche parlamentari, come la senatrice Elisa Bulgarelli. “Se qualcuno vuole far diventare il M5S un partito verticistico troverà in me un immenso ostacolo”. O come la deputata Silvia Benedetti: “Ma davvero di aspirante sindaco a Bologna ce n’è solo uno? Com’è strano il mondo!”.

 

E l’eurodeputato Marco Affronte: “A Bologna non si sono rispettate le nostre poche regole: semplici, democratiche e condivise”. Intanto su Bugani piove una mail, apparsa sul sito di Anonymous Italia, con cui nel 2010 segnalava all’allora capogruppo in Regione Emilia Romagna, Andrea De Franceschi (poi espulso) la situazione di Nicola Virzì. Attivista storico, in quel periodo Virzì è disoccupato.

NICOLA VIRZI NIK IL NERONICOLA VIRZI NIK IL NERO

 

E Bugani intercede perché il M5S gli dia un posto da videomaker a 1500 euro al mese: “Se questa è anche la vostra idea dategli qualcosa perché la situazione è drammatica: se non è fattibile, diteglielo in modo che possa iniziare a lavorare come camionista e trasportatore”. De Franceschi replica: “Sai quanto abbia fatto per lui, ma non è facile”. Allude forse al contratto di due mesi che lui e l’allora consigliere regionale Giovanni Favia avevano concesso a Virzì, non rinnovato. Nel 2013 Nik viene assunto in Senato.

 

 

2. LA NUOVA MAPPA M5S CHI CONTA (E CHI NO) ECCO LE CORRENTI E I POTENTATI LOCALI IL MOVIMENTO CAMBIA E SI COAGULA ATTORNO A DI MAIO

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera

 

NICOLA  VIRZI NIK IL NERONICOLA VIRZI NIK IL NERO

Le discussioni accese in Emilia-Romagna, il caos livornese che ha travolto la giunta di Filippo Nogarin risvegliando lo spettro delle espulsioni (ieri è intervenuto pure Luigi Di Maio per difendere i sindaci del Movimento), la strettoia del voto a Roma, ma anche i sondaggi che li danno in continua ascesa: i Cinque Stelle vivono un autunno caldo. Che sta ridisegnando i rapporti di forza interni.

 

luigi di maioluigi di maio

La parola correnti mette i brividi ai pentastellati, ma è un dato di fatto che — a due anni e mezzo dal suo sbarco in Parlamento — il Movimento, per usare l’espressione di Beppe Grillo, è «diventato adulto». E ha acquisito col tempo una sua fisionomia. Perché strutturarsi significa mettere in soffitta (nella gestione dei ruoli) l’«uno vale uno» del 2013 e dar vita, gioco forza, a una galassia in continuo mutamento.

 

IL VERTICE

luigi di maio e stefano rodotaluigi di maio e stefano rodota

Certo, ovviamente, i vertici sono ancora Grillo e Gianroberto Casaleggio, sempre più connotati come garanti e strateghi, ma impossibilitati a tenere personalmente le fila di un apparato che vanta ormai 1.600 eletti tra enti e istituzioni. Ecco allora il direttorio, il «riferimento più ampio del M5S in particolare sul territorio e in Parlamento», come lo ha etichettato il blog. La guida carismatica è il «Casaleggio senza i capelli» (copyright Beppe Grillo): Di Maio, diventato — nonostante qualche invidia interna al gruppo parlamentare — il candidato naturale dei Cinque Stelle alle prossime Politiche.

ROCCO CASALINO E ALTRI MASCHIONI ROCCO CASALINO E ALTRI MASCHIONI

 

LA PRIMA LINEA

A fare da supporto, oltre al poker di deputati del direttorio, una ristretta cerchia di fedelissimi, una dozzina in tutto, un nucleo (forse l’unico in grado di dialogare direttamente con Grillo e Casaleggio) in cui spiccano i responsabili della Comunicazione, Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi, insieme a volti storici come Roberta Lombardi o Vito Crimi o a ultraortodossi come Barbara Lezzi e Danilo Toninelli. Da qui si propaga una struttura che somiglia molto a dei cerchi concentrici, un universo di «gironi» pentastellati, che va da chi ha più incidenza nella vita parlamentare a chi figura (quasi) da comparsa. Nulla di inamovibile, scale in cui si sale o si scende.

nicola morra (2)nicola morra (2)

 

LE REGIONI

La struttura parlamentare è replicata come singole cellule anche a livello regionale. Ci sono nuclei, con figure-chiave — Nicola Morra in Calabria, Max Bugani in Emilia-Romagna, Davide Bono in Piemonte, Riccardo Fraccaro in Trentino-Alto Adige — su cui si appoggiano gli attivisti locali perché, spiegano i Cinque Stelle, «è naturale fare riferimento a un parlamentare o a un eletto di peso per dare maggiore incidenza alle nostre iniziative». Non sempre, però, le realtà locali sono lineari. Anzi.

 

ALESSANDRO DI BATTISTAALESSANDRO DI BATTISTA

A Roma, c’è di fatto un triumvirato con Lombardi, Alessandro Di Battista e Paola Taverna. In Campania i fari sono puntati su Roberto Fico (specie a Napoli, la sua città) e Di Maio (che ha uno sguardo d’insieme sulla Regione). In Sardegna, al contrario, nonostante l’impegno di alcuni parlamentari, c’è un vuoto. Ma sui territori, come accaduto a Montecitorio e a Palazzo Madama, ci sono spesso correnti che si scontrano, linee di pensiero che divergono. E in alcuni casi anche tentativi di cambiare gli equilibri attuali.

 

I MODERATI

DAVIDE BONODAVIDE BONO

D’altronde, non è un mistero che i pentastellati abbiano dato vita in questi anni a scontri anche violenti tra diversi gruppi, creando faglie che a volte stentano a chiudersi anche dopo anni. Caso lampante è il lungo scisma tra moderati e ortodossi in Emilia- Romagna, sfociato nella contrapposizione forte di due modi contrapposti di concepire il Movimento. Uno scisma la cui eredità è ricaduta sulle spalle dei pizzarottiani.

 

Giancarlo Cancelleri Beppe GrilloGiancarlo Cancelleri Beppe Grillo

La pattuglia guidata dal sindaco di Parma rivendica una maggiore autonomia di azione all’interno del Movimento oltre all’idea di un dialogo costante sui temi, suggerendone la discussione in un meet-up nazionale. Attorno a Federico Pizzarotti, qualche eletto (come la senatrice Elisa Bulgarelli o l’eurodeputato Marco Affronte), alcuni amministratori Cinque Stelle e una compagine legata alla regione.

 

I SEGUACI DI DI MAIO

Tra i Cinque Stelle, però, si sta anche affermando una linea di pensiero trasversale che va oltre le suddivisioni territoriali, quella dei «pragmatici», che si pone sulla scia di Di Maio nell’interpretare le esigenze e il futuro del Movimento. Si va dal consigliere regionale siciliano Giancarlo Cancelleri, al lombardo Stefano Buffagni e al veneto Jacopo Berti. Li accomuna una visione più progettuale delle iniziative, unita a una certa dose di flessibilità, mirate a risultati più «concreti».

 

ELISA BULGARELLI ELISA BULGARELLI

Molte anime che, tuttavia, fino ad ora hanno dato vita a una collettività che — stando ai sondaggi — coagula consensi. «Chiedere cos’è il Movimento è come chiedere cosa sia il jazz o il buddismo— argomentava Grillo a settembre —. Non si può spiegare, ne devi fare parte».

 

 

 

 

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