matteo renzi giuseppe conte nicola zingaretti pd movimento 5 stelle

C’ERAVAMO TANTO ODIATI – PD E MOVIMENTO 5 STELLE SOTTERRANO L’ASCIA DI GUERRA E PURE LE DECINE DI QUERELE CHE I DUE PARTITI SI SONO SCAMBIATI NEGLI ANNI – DALLA TESSERA DEL PD NEGATA A BEPPE GRILLO ALLO STREAMING DI BERSANI CON CRIMI E LOMBARDI A DI MAIO CHE DICE “MAI CON IL PARTITO DI BIBBIANO” – L’UNICO CHE NON RITIRA NIENTE È RENZI, CHE NEL 2018 DAVA DEGLI IMPRESENTABILI AI GRILLINI. CON CUI PERÒ ORA GOVERNA SERENAMENTE INSIEME…

 

 

 

LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI BY EDOARDOBARALDI

1 – “LE IENE” METTONO IN FILA GLI INSULTI CHE SI SONO URLATI CONTRO PD E M5S PER ANNI E VA A CHIEDERNE CONTO: DI MAIO NON PARLA E ZINGARETTI FA L’ECUMENICO – L’APICE LO RAGGIUNGONO “MARIA ETRURIA” BOSCHI, CHE DICEVA: “BEPPE GRILLO MI FA SCHIFO?” E ORA GIUSTIFICA L’INCIUCIO DANDO LA COLPA A SALVINI

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/rsquo-eravamo-tanto-odiati-ldquo-iene-rdquo-mettono-fila-215563.htm

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

2 – INSULTI, SFOTTÒ E TANTO ODIO IN STREAMING MA LA NUOVA ALLEANZA SOTTERRA LE QUERELE

Federico Capurso per “la Stampa”

 

«Ci eravamo tanto odiati». Eppure, l'irresistibile profumo del governo rende possibile ogni cosa. Si possono trascurare due visioni del mondo contrapposte, dimenticare gli insulti e mettere da parte le promesse solenni di non allearsi mai, l'uno con l'altro.

 

 

luglio 2019 di maio 'mai con il partito di bibbiano'

Un esercizio nella teoria sfinente e nella pratica leggero come uno sbuffo: «Erano altri tempi», «son cambiate le condizioni», «lo facciamo per un bene superiore». Resta però nei resoconti parlamentari e negli archivi il ritratto vivido di un'era politica di scontri feroci, tra Pd e Movimento 5 stelle, durata 10 anni.

 

Dalla tessera del Pd negata a Beppe Grillo, che nel 2009 vuole contendere la segreteria a Pierluigi Bersani, fino al «partito di Bibbiano» con cui Luigi Di Maio apostrofa i Dem nel luglio dello scorso anno. Nel giro di pochi mesi, tutto viene sotterrato.

LUIGI DI MAIO MATTEO RENZI

 

Persino le decine di querele per diffamazione che i due partiti si sono scambiati in un'interminabile partita di tennis. Per provare a difendere il potere ottenuto. E per conquistarne altro, insieme. Gli anni del renzismo sono quelli più duri, he incancreniscono i rapporti tra le due forze, ma tutto può essere ribaltato.

 

febbraio 2018 renzi contro di maio

Lo dimostra proprio Matteo Renzi, che prima delle elezioni del 2018 dice a Di Maio di essere «diventato il capo del partito degli impresentabili e degli ex onesti». Accusa che per altro viene ricambiata dal capo politico grillino. E quello stesso Renzi, un anno e mezzo più tardi, con gli stessi ex onesti e impresentabili, dà l'impulso decisivo alla nascita dell'esecutivo giallorosso.

 

Lo fa superando agilmente anche le dichiarazioni dei due leader, Di Maio e Zingaretti, che fino al giorno prima si giuravano odio eterno. «Non voglio avere nulla a che fare con il partito di Bibbiano», attaccava Di Maio nel luglio del 2019, attirando su di sé le ire e le querele del Pd.

 

paola taverna io nun so un politicoooo

«Non intendo favorire nessuna alleanza o accordo con il Movimento 5 stelle», aveva detto Zingaretti pochi mesi prima, a febbraio, durante la convention di partito. Adesso vorrebbero lavorare insieme persino nelle grandi città. E Grillo è il primo sponsor di quest' intesa, nonostante nel 2016 tuonasse che «il Pd ha amministrato Roma con Mafia Capitale».

 

VITO CRIMI E ROBERTA LOMBARDI

L'opera di rimozione è rapida. Sembrano un ricordo sbiadito le pretese di streaming intorno a cui si consumavano i primi scontri tra i due schieramenti. Quando il Movimento entra in Parlamento, nel 2013, il faccia a faccia inaugurale davanti a una webcam è quello tra Pierluigi Bersani e i due capigruppo grillini, Vito Crimi e Roberta Lombardi.

 

INCONTRO IN STREAMING TRA RENZI E GRILLO

Un tempo in cui, dopo un discorso fatto di buone intenzioni e programmi di governo, il segretario del Pd viene gelato dall'irrisione lapidaria di Lombardi: «Mi sembra di stare in una puntata di Ballarò». Del successivo incontro in streaming, un anno dopo, tra Renzi e Grillo, rimane lo sfottò urlato dal premier contro il comico: «Esci da questo blog, Beppe». Poco altro.

 

gennaio 2014 di battista vs speranza

Da lì sarebbero esplose le ostilità, in un continuo crescendo, tra soprannomi insultanti - «l'Ebetino» - e veleni stillati dai Dem sui «beceri populisti», gli «incompetenti», i «fascisti». Il Pd si trasforma ben presto nel nemico numero uno del grillismo, ma il sentore di un rapporto complicato c'è ancor prima dell'ascesa di Renzi.

 

È gennaio 2014, un mese prima del passaggio di consegne con Enrico Letta, quando nella sala delle riprese televisive all'interno di Montecitorio, mentre gli operatori distratti armeggiano tra microfoni e cavi, Alessandro Di Battista e l'allora capogruppo Pd Roberto Speranza sfiorano la rissa: «Non ti vergogni a votare con un condannato? Tagliati lo stipendio», gli ripete Di Battista puntandogli l'indice sul petto.

 

marzo 2013 bersani in streaming con crimi e lombardi

«Non mi mettere le mani addosso. Non sai cosa sia la democrazia», ribatte a muso duro Speranza. Sono anni di soldi finti lanciati sui banchi del Pd, prima alla Camera nel 2015 e poi di nuovo in Senato, nel 2017, mentre si discuteva il decreto per il salvataggio delle banche venete.

 

E gli anni di Paola Taverna, che nel luglio del 2015 urlava sguaiata ai senatori Pd: «Mafiosi, schifosi, siete delle merde. Ve ne dovete andare. Dovete morire». Nulla di estemporaneo. Eppure è lei, oggi, uno dei più convinti sostenitori dell'alleanza con i Dem. Cosa può essere cambiato?

Ultimi Dagoreport

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

C’È FRANCO E FRANCO(FORTE) - SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI IN ITALIA PESA COME UN MACIGNO L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - GIÀ OGGI, PUR AVENDO IL 30 PER CENTO DI MEDIOBANCA, I DUE RICCONI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE DELLA BANCA PERCHÉ NON SONO “HOLDING BANCARIE” REGOLATE DALLA BCE (E CE MANCHEREBBE CHE PER FARE OCCHIALI O CEMENTO UNO SI METTE IN CASA GLI ISPETTORI DI FRANCOFORTE) - DOMANI AVRANNO IL CONTROLLO DI MPS E SI TROVERANNO NELLE STESSE CONDIZIONI, CIOÈ SENZA POTER TOCCARE PALLA. COSA SUCCEDERÀ ALLORA IN MEDIOBANCA E GENERALI DOPO L’8 SETTEMBRE? SI PROCEDERÀ PER ACCORDI SOTTOBANCO TRA AZIONISTI E MANAGER CON LA BENEDIZIONE DEL GOVERNO, O SI PROCEDERÀ ALLA LUCE DEL SOLE SEGUENDO LE REGOLE EUROPEE? AH, SAPERLO…

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)