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1. L’AFFARE S’INGROSSA (SUI GIORNALI). CACCIA AL “SOLISTA DELLA BANANA” DOPO IL FOCHERELLO DI PIAZZA DUOMO CHE HA BRUCIACCHIATO LA PALMA DI JOE SALA E MARC BAY 2. MA FA PIU’ MALE LA NOCE DI COCCO (ROBERTA) CADUTA SULLA TESTA DEL SINDACO SCERIFFO 3. GRAN CAFONAL ALLA MENEGHINA PER LA SCELTA DEL RAFFINATO LEGHISTA MATTEO SALVINI A “UOMO DELL’ANNO” DAGLI AMICI(?) DELLA LIRICA

Gluck per DAGOSPIA

 

salvini premiatosalvini premiato

ANNI VERDE-MARCIO. L’affare s’ingrossa. E parlando del banano piantano dal sindaco Joe Sala all’ombra della Madonnina l’affermazione potrebbe far nascere qualche spiacevole equivoco. “Piazza Duomo violata”, titolano a nove colonne le cronache del Corrierone. “Caccia al piromane. “Il vandalo ha un volto”. “Saltato il piano della sicurezza”. Fanno eco le altre gazzette locali.

sala e chiara bazolisala e chiara bazoli

 

E sulle pagine nazionali il figliolo di Gianmarco e socio di Sturbucks - la catena di caffè che ha sponsorizzato l’operazione palme al vento -, Angelo Moratti, evoca addirittura la violenza degli Anni di Piombo. Tutta la città ne parla, insomma. Nemmeno se qualche kamikaze islamico avesse fatto saltare il monumento a Vittorio Emanuele II. Mentre, a quanto risulta agli inquirenti, l’autore della stupida bravata sarebbe un ragazzotto ventenne un po’ brillo. E sui problemi (veri) della città? Il solito rumoroso silenzio dei vecchi media.

 

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COCCO BILL(IONAIRE). Prima il banano, poi il Cocco di Joe Sala, l’assessora Roberta che prima si rifiuta di pubblicare il suo reddito e poi si dimentica di notificare il possesso di 3,6 milioni di azioni della Microsoft di cui è stata topo manager. E si dà pure il caso che a Palazzo Marino la Cocco bill(ionaire) del sindaco  ha la delega per la Trasformazione digitale. Possibile conflitto d’interessi? Macché, replica il primo cittadino che nel suo orto politico sembra coltivare soltanto piante velenose. Già, mica siamo a Roma.

 

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MELOMANI STONATI. Gran Cafonal in salsa meneghina all’Hotel Principe di Savoia dove, a sorpresa, gli “Amici della lirica” hanno eletto uomo dell’anno il ruspante leghista Matteo Salvini in quanto, recita la menzione, “strenuo difensore della milanesità”. La matrona della manifestazione, Daniela Girardi Javarone, si aggirava giuliva tra i saloni dell’albergo per raccogliere fondi per l’associazione City Angel. “Se questi sono gli amici della Scala, culturalmente siamo messi davvero male qui a Milano…”, è stato il commento di un noto personaggio dell’ambiente che ha voluto ricordare come in passato il premio era andato a Riccardo Muti e Indro Montanelli. Ribaltando, con l’Oscar al ruspante politico Salvini, una Scala di valori certi.

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FLEBUCCIO STORY. Sorpresa e stupore nel mondo della carta straccia per l’annuncio di Elisabetta Sgarbi che a maggio la sua Nave di Teseo avrebbe mandato in edicola la biografia di Ferruccio de Bortoli. “Non ci posso credere che un uomo prudente come lui si davvero possa raccontare in pubblico i suoi giorni in via Solferino o al Sole24Ore”, osserva un amico dell’ex direttore del Corriere oggi presidente della Longanesi. Quello sì, aggiunge, che sarebbe un best seller.

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NAGEL VS BAZOLI. Dopo lo scontro sulle assicurazioni adesso anche nel rione Sanità milanese si è aperto un duello a colpi di bisturi tra l’eterno banchiere Abramo Bazoli (BancaIntesa) e l’ex ragazzo spazzola di Cipresso Maranghi, Alberto Nagel (Mediobanca). Motivo del nuovo contendere? L’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) fondato da Umberto Veronesi da poco scomparso e che le famiglie Rocca e Rotelli vorrebbero acquisire per costruire un grande polo insieme all’Humanitas e al Monzino. Due imprenditori molto vicini all’ex istituto San Paolo. Era stato proprio Bazoli a prefigurare un ruolo di patron dell’Rcs per il capostipite Giuseppe Rotelli, scomparso nel 2013. Ma lunedì scorso in piazzetta Cuccia, Nagel ha ribadito di essere contrario all’operazione e di avere dalla sua parte altri due soci forti: UnipolSai e Bpm. Nella partita è finito anche Urbanetto Cairo. La Rcs-Corriere della Sera detiene una quota dello Ieo.

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CERESIO 7, SPA. Milano da bere e da sudare. Nel palazzone storico dell’Enel in via Ceresio, 7 - tra Chinatown e Porta Garibaldi - acquistato dal gruppo della moda Dsquared e trasformato al quarto piano in ristorante e american bar con due spettacolari piscine sul terrazzo con vista sul Cimitero Monumentale -, nei giorni scorsi è stata inaugurata anche la palestra by Nerio Alessandri di Technogym  

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